Issey Miyake e le lampade IN-EI
Issey Miyake ritorna con un nuovo ed affascinante prodotto: le lampade In-Ei prodotte da Artemide. Riciclate, piegabili ed incredibilmente attraenti. Continua »
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Issey Miyake ritorna con un nuovo ed affascinante prodotto: le lampade In-Ei prodotte da Artemide. Riciclate, piegabili ed incredibilmente attraenti. Continua »
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Una poltrona sostenibile, nata dagli scarti dell’industria dell’abbigliamento.
E’ l’ultima idea geniale dei designer nipponici Nendo, sempre attenti ai problemi ambientali e con progetti sempre innovativi e vincenti. L’ultima arrivata in casa Nendo è la poltrona Cabbage chair, nata per il XXI Century Man Exibition curato da Issey Miyake.
E’ proprio da quest’ultimo fashion designer che nasce la sfida accettata dai nipponici: quella di realizzare dagli scarti dell’abbigliamento un progetto di design. Per la realizzazione di tessuti a pieghe, infatti, vengono utilizzati particolari fogli di carta che dopo il processo vengono gettati, creando grosse quantità di rifiuti.
L’ingegno e la forte sensibilità progettuale, hanno stuzzicato Nendo Design a produrre questa poltrona eterea, semplice e sostenibile. La poltrona, all’inizio, si presenta come un cilindro di fogli arrotolati verticalmente l’uno sull’altro con un diametro adatto ad accogliere un corpo. Successivamente, i fogli vengono “sbucciati” a mò di banana e modellati a piacimento dell’utente fino a far letteralmente sbocciare la seduta.
Gli aspetti positivi e sostenibili di questa seduta sono molteplici. Prima di tutto è creata a partire da un materiale di scarto (e già questo è un fattore importantissimo) ma è importante sottolineare anche che per la creazione di Cabbage Chair non sono stati utilizzati nè elementi per irrigidire la struttura, nè colle, nè viti. La struttura a zig-zag dei fogli, infatti, regala una forte rigidezza di forma (aumentata dal trattamento resinico al quali i fogli vengono sottoposti) unitamente ad un effetto “cuscino” regalato dall’elasticità dei fogli piegati Continua »
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Fashion designer, designer e mente superba: Issey Miyake, molto più che un designer. Venerdì scorso ne iniziammo a parlare, in particolare del binomio Miyake-Arad, ma questo non rappresenta altro che una piccola finestrella su un nuovo orizzonte: mi sono affacciata per scoprire ben altro!
Ricordate quei giochi con la carta in cui bisognava ritagliare un vestitino per la bambola, seguendo i bordi disegnati sul foglio di carta? Beh, guardate le immagini: un notevole vantaggio ritagliarsi il proprio vestitino, seguendo le linee per la taglia, la forma, i colori che si preferiscono.
E tutto è possibile grazie ad un innovativo processo, legato all’avveniristica tessitura computerizzata e alla produzione dei capi in un unico rullo di tessuto: questa tecnica è stata firmata A-POC, ovvero “A Piece of Cloth”, connubio creativo di Issey Miyake e Dai Fujiwara (sua ex-assistente/seguace) dal 1998.
Inoltre il sistema A-Poc è stato studiato per il riciclaggio dei materiali esistenti. Secondo Miyake infatti l’esaurimento delle risorse mondiali ci obbligherà molto presto a ripensare i processi di fabbricazione e di produzione dei beni di largo consumo. Il duo, come ormai avrete compreso, è assolutamente all’avanguardia sotto ogni aspetto: a partire dai concept di fondo, fino alla progettazione e realizzazione di originalissimi artefatti. Continua »
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Secondo Issey Miyake «le cose semplici sono sempre belle», una filosofia che indubbiamente giace nel cuore di tutti i suoi capolavori. Da tempo è divenuto uno dei più noti fashion designer giapponesi nel mondo: i suoi capi sono solitamente caratterizzati da fini disegni ispirati all’architettura e impreziositi da raffinati dettagli.
Visionario demiurgo, si spinge costantemente oltre gli ordinari canoni della moda, intrecciando la tradizione asiatica con il classicismo europeo e il funzionalismo americano. Crea vestiti e fragranze da indossare, utilizzare e soprattutto adattare al proprio gusto, umore, stile! Tecnologia e natura si uniscono armoniosamente nel suo particolarissimo stile minimalista, incredibilmente moderno e innovativo, che sancisce l’inizio di una nuova era della moda e del design.
Di cosa stiamo parlando? beh, del sistema A-POC, ad esempio. Chi l’anno scorso è stato al Salone del Mobile, ricorderà forse la grandiosa Ripple Chair Dressed, la famosissima seduta, progettata dal guru del design Ron Arad per Moroso, finemente ed audacemente (ri)vestita da Miyake secondo una metodologia A-POC.
Come potete facilmente immaginare, si tratta di una sedia resa davvero particolare: è morbida, artisticamente rivestita, sorprendente e multiforme al tatto e alla vista, ma soprattutto molto, moolto “avvolgente”… sì, perchè si indossa! Il capo così creato diviene simulacro di due diverse funzioni integrate: può infatti ricoprire ed “imbottire” la sedia o vestire la persona. Il tessuto diviene Continua »
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