febbraio 4th, 2010 by Ivana

eBarrito uno store che pensa in verde e realizza tutti gli arredi interamente in cartone!!!
Cartone lavorato, inciso o fustellato, tante forme ed un design unico per un franchising che pensa in verde.
Sono rimasta colpita dalla bellezza e l’originalità dell’interior-design di questo store e dalla filosofia di eBarrito, un nuovo brand che si occupa di borse e accessori in pelle tutto all’insegna del “green thinking“.
Basta dare un’occhiata alle foto per respirare questo mood verde. Ovunque il nostro occhio cade scorgiamo arredi modulari realizzati al 100% in cartone. Dal bancone alle scaffalature, dagli espositori ai lampadari tutto è stato concepito interamente in cartone, un materiale ecosostenibile, riciclato e riciclabile!. Un fantastico stile etico e sostenibile.
Autrice degli interni dello store, la designer Francesca Signori che ha saputo mettere in risalto l’ecletticità di questo materiale “povero” creando un ambiente variegato, ricco, gioioso e carico di significati ecologici.
Per ora potete dare un’occhiata agli store eBarrito (ed ai bellissimi accessori in pelle) nei punti vendita di Novara, Cremona e Reggio Emilia. A chi non può vederli di persona consiglio la fotogallery;) Spero vi piaccia Continua »
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febbraio 4th, 2010 by Ivana

Trovo adorabile il packaging pensato dal designer Soon Mo Kang. Fa venir voglia di prendere un tè non trovate? Continua »
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febbraio 1st, 2010 by Ivana

Forse non è uno degli orologi più semplici da leggere, ma in quanto ad originalità Continue Time li batte tutti!
Un ingegnoso orologio realizzato in alluminio ed ottone pronto a lasciare a bocca aperta e a far scervellare un po’ tutti.
Artefice di cotanta ingegnosità è il designer olandese Sander Mulder già noto qui su A+D nella collezione Design Origami con il tavolino Sputnik. In questo caso l’inventiva e l’originalità sono certamente superiori.
Quello che a colpo d’occhio sembra un semplice tecnigrafo altro non è che il suo orologio, assolutamente non convenzionale e fuori dai tradizionali schemi. Non appaiono quadranti, numeri nè le classiche tre lancette ma un unico braccio meccanico pronto ad assumete le più svariate forme per indicarci l’ora in un modo assolutamente nuovo, che forse necessita di un po’ di allenamento all’inizio!
Ciò nonostante trovo questo orologio poetico ed incantevole, una sorta di “macchina inutile”… che in questo caso tanto inutile non è a patto che si impari a leggere l’ora! Un armonioso segnatempo estensibile che si piega, si allunga e si contrae tracciando sempre nuove forme geometriche.
Continue Time è realizzato da un unico braccio meccanico costituito da tre elementi snodati dalle dimensioni decrescenti: il più sottile e veloce misura i secondi, il braccio seguente segna i minuti, mentre il braccio più grosso e meno veloce è dedicato alla misura delle ore Continua »
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gennaio 27th, 2010 by Ivana

Julien Bergignat disegna Helmet B: un casco per ciclisti leggero, resistente, riciclabile e bio-inspired.
Dall’armadillo al design di un casco. Helmet B nasce proprio dall’osservazione di un piccolo armadillo; il design riprende infatti la morfologia ed il movimento delle squame di questo animale che in caso di pericolo si appallottola su se stesso per proteggersi.
Da qui prende forma Helmet B, un dispositivo pieghevole di protezione per la testa che si trasforma in poche mosse da foglio 2D a struttura tridimensionale e viceversa. La particolarità di questo casco è costituita principalmente dalla sua semplicità e facilità d’uso. Helmet B è molto arioso e leggero perché non è realizzato in un unico blocco, ma da una serie di piccoli elementi flessibili che alleggeriscono il casco nonché il materiale utilizzato per la sua fabbricazione.
L’uso del prodotto è molto semplice, basta piegare le ali verso l’interno e fissarne la forma con le clip a pressione poste alle estremità del casco. Una caratteristica che ne facilita anche il trasporto considerando che, una volta aperto, il casco può essere riposto facilmente in una borsa!
E’ interessante sottolineare inoltre che Helmet B è interamente realizzato in polipropilene sia per l’esterno che per la parte interna a diretto contatto con la testa (in questo caso il polipropilene è di tipo espanso). Il materiale oltre ad essere economico ha un assorbimento di potenza molto elevata, è durevole, flessibile ed estremamente leggero. Ciascuno dei componenti del casco è inoltre separabile dagli altri, caratteristica che lo rende quindi riciclabile al 100%.
Per le passeggiate in bicicletta Continua »
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gennaio 27th, 2010 by Ivana

Slant-ruled notebook un progetto di Matt Brown. Quando anche il quaderno diventa ergonomico. Grandioso!
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gennaio 25th, 2010 by Giada Tutino

Il collettivo Snark ci sorprende ancora una volta con un progetto innovativo e sostenibile: è un sistema di elementi urbani gratuiti e condivisi – chair sharing appunto – disegnato da Emanuele Bompan, Gaspare Caliri, Marco Lampugnani e Beatrice Manzoni, per la città di Modena.
Il progetto prende vita da una constatazione: sedersi in città al giorno d’oggi non è poi così facile; capita spesso di trovare panchine segate, rimosse, accantonate, quasi come se fossero un ostacolo più che un servizio di cui fruire.
L’intento dei progettisti è dunque quello di “Riportare le persone nei loro quartieri, ossia farle tornare a riconoscersi nei luoghi, dare una possibilità alla formazione di senso di comunità”.
Segue lo stesso procedimento del bike-sharing, solo che in questo caso il prodotto fruibile è una “seduta mobile” in alluminio anodizzato, che però è stata studiata come figura ibrida tra una sedia e una bici.
Le sedute si ritirano gratuitamente passando su un lettore la Tessera Sanitaria e possono essere utilizzate per un tempo massimo di 6 ore; sono tutte modulari e dotate di una antenna wi-fi integrata che consente di connettersi alla rete senza spendere un centesimo e di un sistema di geo-posizionamento su base cartografica: una volta seduti, si può accedere al sito del progetto che mostra, tramite una mappa dinamica, tanti contenuti sulla città caricati anche dai cittadini stessi. Vuole essere, quindi, anche uno strumento di partecipazione perché permette ai fruitori di creare collettivamente una sorta di guida on-line della propria città Continua »
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gennaio 15th, 2010 by Ivana

Una barriera d’aria pronta a ripararci dalla pioggia. Il concept del designer Je Sung Park stravolge in toto l’idea del classico ombrello, avvicinandolo di più ad un oggetto hi-tech iper performante.
Niente più tessuti idrorepellenti e stecchette di alluminio, niente strani meccanismi di apertura e chiusura dell’ombrello, niente ombrelli musicali; Air Umbrella sostituisce tutto questo con un unico elemento invisibile: un getto d’aria.
Air Umbrella è infatti formato esclusivamente da un bastone cavo e telescopico pronto ad entrare in uso all’occorrenza. Alle prime goccioline di pioggia è sufficiente allungare il bastone e il gioco è fatto! La lunghezza dell’ombrello può essere personalizzata a seconda del fruitore così come l’intensità del getto d’aria e l’ampiezza dell’ombrello stesso. Basta infatti determinare il numero delle persone che intendono ripararsi con Air Umbrella per incrementare il getto d’aria e quindi l’area di copertura dalla pioggia.
Il funzionamento è semplice. L’elemento telescopico dell’ombrello ha due fori per l’aria, uno di entrata ed uno di uscita. Quello di entrata, posizionato alla base del bastone, aspira l’aria e la incanala al foro di uscita, posizionato all’estremità superiore dell’ombrello. Ed è proprio in questa parte dell’ombrello che l’aria viene spinta con forza all’esterno per creare una calotta invisibile pronta a ripararci dalla pioggia.
Un concept coraggioso, un ombrello che non sgocciola nè ingombra anche se immagino sia abbastanza rumoroso… Inoltre se si guasta il motorino o si scaricano le batterie ci si fa una bella doccia!!! Ma a tutto c’è rimedio. Voi che ne pensate? Gallery Continua »
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gennaio 14th, 2010 by Giada Tutino

Nell’elenco dei “tostapane alternativi”, si inserisce anche “Printing your toast”, il simpatico concept di Othmar Mühlebach, studente della MA di Lucerna (Svizzera) che ha ottenuto il secondo posto al Berner Design Award ’09.
Il toaster ha un look unico e funzionale che richiama, in tutto e per tutto, una stampante a getto d’inchiostro: il pane a fette, infatti, si inserisce dalla parte superiore e, una volta tostato, viene espulso dal fondo.
Funziona tramite USB, ma non è ancora disponibile sul mercato e il suo futuro prezzo non è noto. Si tratta di un design fresco e divertente, creato soprattutto per i più piccoli o per chi in genere non ama molto mangiare toast ma che, magari, adesso vedrà con altri occhi una semplice fetta di pancarré.
Io, personalmente, la trovo un’idea molto interessante anche perché in genere non abbiamo bisogno di tre fette tostate allo stesso tempo, ma una dopo l’altra, per averle sempre calde e croccanti. Però ritengo che il progetto potrebbe essere migliorato apponendo, ad esempio, una griglia con dei disegni in rilievo che verrebbero “stampati” sul toast Continua »
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gennaio 8th, 2010 by Ivana

Un interessante eco-concept arriva fresco fresco dalla corea grazie all’estro del giovane designer Seokjae Rhee. E’ Eco-Bulb. Non stiamo parlando della solita lampada a risparmio energetico ma di una lampada con una marcia in più. Vediamola assieme!
Eco Bulb parte da un principio di funzionamento simile alle lampade a risparmio energetico ma il suo bulbo, invece di essere formato da un unico elemento, è stato diviso in sei elementi indipendenti tra loro. Una lampada che ne vale sei dunque. L’idea del designer è quella di risparmiare quanta più energia possibile senza però tralasciare il comfort visivo e l’illuminazione ambientale, decidendo dunque quanti watt utilizzare ogni volta che si accende la lampadina.
A seconda delle nostre esigenze è quindi possibile scegliere quanta luce vogliamo e soprattutto dove direzionarla. Pensiamo ad un semplice lampadario a sospensione con un solo portalampada. Con questo elemento è possibile direzionare ed avere un solo tipo di luce (a meno che non cambiamo voltaggio della lampada ogni volta).
Eco-Bulb invece è sei lampade in una. Se abbiamo bisogno di una luce vivace basta attivare tutti e sei gli “spicchi”; se invece desideriamo una lampada che crei solo atmosfera basta attivare un unico spicchio. Praticamente l’equivalente di un dimmer applicato però alle lampade a basso consumo (i dimmer funzionano solo con le lampade ad incandescenza o alogene) . Ma non è tutto Continua »
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gennaio 7th, 2010 by Ivana

Rambler Socket è l’ultima trovata in ambito di prese elettriche. Cos’ha di differente dalle altre? Una prolunga incorporata nella presa stessa.
Prima di parlare del progetto di oggi ci tengo a rinnovare i miei auguri per questo nuovo anno iniziato da pochissimi giorni che spero sia ricco di novità, progetti e soddisfazioni per tutti.
Tra le tantissime segnalazioni che continuano ad arrivare, in molti mi avete citato questa particolare presa elettrica (ne approfitto ancora per ringraziarvi di tutte le splendide segnalazioni che ogni giorno arrivano!). Devo dire che anche io, a prima vista, sono rimasta colpita perchè spesso un po’ di filo in più renderebbe la vita più confortevole.
Detto, fatto. Il designer Meysam Movahedi ha così pensato ad un nuovo concept di presa elettrica allungabile appunto. L’idea è semplice quanto efficace. All’interno della presa elettrica, posizionata in un alloggio ricavato nel muro, c’è una piccola matassa di filo pronta a fuoriuscire all’occorrenza. Basta infatti esercitare una piccola pressione sui due elementi posizionati ai lati della presa elettrica per accedere al filo extra. Quando non c’è più bisogno del filo extra basta tirarlo leggermente verso se stessi per attivare il meccanismo automatico di riavvolgimento Continua »
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