luglio 8th, 2008 by Ivana

Si chiama SbrodoliNo ed è il nuovo cono gelato ideale per chi si…sbrodola sempre col gelato!
Estate, tempo di mare, di grandi bevute di acqua e di tanti gelati rinfrescanti! Proprio ieri mi sono gustata un bel gelatino e, sempre ieri, ho sporcato il mio jeans con una bella macchia di gelato e subito mi sono ricordata di SbrodoliNO. Se la mia gelateria l’avesse avuto, probabilmente il mio jeansetto sarebbe ancora pulito!
SbrodoliNo infatti è uno di quei progetti per il food-design che ti semplificano la vita e ti fanno godere il gelato, senza mani appiccicose o, ahimè, vestiti sporchi. Al tradizionale cono gelato, infatti, è stata aggiunta una semplice spirale, commestibile ovviamente, che raccoglie le temibili goccioline di gelato sciolto. Una seconda cialda che non lede l’immagine del cono, diventata ormai quasi un’icona, ma che ne avvolge la silhouette enfatizzandola con questa spirale che guarda verso l’alto.
Una comoda spirale che raccoglie il gelato “killer” e lo accompagna all’interno del cono stesso coniugando perfettamente gusto e praticità. L’idea è dello studio Ghigos (Davide Crippa, Barbara di Prete, Manolo Lochis e Francesco Tosi) e si è anche aggiudicato il premio fooddesign 3 ed è stato esposto al Salone del Gusto di Torino (2004).
Aspetto di vederla anche nelle mie gelaterie. Intanto la possiamo commentare… Le foto Continua »
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luglio 2nd, 2008 by Ivana

Verterra: qualità, design sostenibile e sociale. Una società americana da prendere come modello. Scopriamo perchè.
Una mission ecosostenibile da tutti i punti di vista. Verterra controlla il ciclo di vita dei propri prodotti dall’inizio alla fine. Durate il processo di lavorazione nessun albero viene tagliato, nessun elemento chimico o tossico viene aggiunto ai prodotti, niente colle, niente lacche nè solventi, nessuna vernice. Varterra è un prodotto sostenibile al 100%.
Verterra è anche design sociale. Nelle sedi del sud Asia che partecipano alla produzione dei prodotti Verterra, a tutti i lavoratori viene garantito un giusto salario, tutte le spese mediche sono coperte e i luoghi di lavoro destinati agli operai sono progettati per essere sicuri e confortevoli.
I prodotti Verterra, per lo più piatti e vassoi, hanno un design elegante e versatile e sono portatori di un messaggio sostenibile estremamente intenso. Questi prodotti sono realizzati con le foglie secche degli alberi (quelle che solitamente vengono accantonate ai bordi della strada per essere poi bruciate). Verterra trasforma questi materiali di “scarto” in materie prime per oggetti dall’elevato valore estetico e sostenibile.
Sono prodotti che si biodegradano in due mesi che possono essere riposti in frigo, utilizzati nei forni a microonde e nei forni (su questo ho qualche perplessità, ma è una cosa che garantiscono..). Per la produzione di questi prodotti viene utilizzato solo vapore e una pressa per comprimere al meglio tutte le foglie (sterilizzate precedentempente attraverso raggi UV). L’80% di tutta l’acqua utilizzata per il processo produttivo viene catturata e riutilizzata per produrre altro vapore.
I prodotti sono ovviamente riutilizzabili (entro 2mesi) e costano meno di un dollaro al pezzo (la confezione da 100 pezzi costa 70 $)! Più sostenibile di Verterra credo non esista ancora niente. Altre immagini Continua »
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maggio 30th, 2008 by Ivana

100 anni di storia di Toblerone, la barretta di cioccolato più famosa al mondo. Dopo la colla Coccoina, la storia ritorna.
Sono sicura che tutti lo conoscete e sono altrettanto sicura che ne ricordate bene il suo gusto! E’ Toblerone, la “barretta” di cioccolato con una storia tutta da raccontare.
Tutto inizia addirittura nel 1867 quando, a Berna, Jean Tobler apre il suo primo negozio di “delikatessen“. Un successo travolgente che lo porterà, pochi anni più avanti, ad aprire la prima “Fabbrica del cioccolato Berna, Tobler & Cie”. Ma fu solo grazie al figlio di Tobler e al cugino Baumann, che questa cioccolata ha visto il suo successo.
Toblerone però non significa solo cioccolato. Il triangolino più famoso del mondo nasce infatti da una nuova e golosa ricetta: cioccolato al latte, miele, mandorle e torrone. Da questa particolare ricetta nasce la cioccolata made in Switzerland il cui nome fu coniato a partire dal nome dell’inventore Tobler, con l’aggiunta della parola italiana torrone, da cui TOBLERone.
Una ricetta, ma soprattutto un marchio rimasti pressochè invariati lungo l’arco di questi lunghi anni. Era il 1908 quando, presso l’ufficio Federale per la Proprietà Intellettuale di Berna, venivano registrati e brevettati marchio e ricetta di quella che poi diventerà la barretta di cioccolato più particolare e famosa della storia.
Il suo nome e la sua caratteristica forma triangolare sono riconosciuti infatti in tutto il mondo, così come il packaging triangolare, anch’esso rimasto molto simile ai primi (è stata solo sostituita la precedente aquila). Ma perchè questa forma? Si dice che questa ricordi il caratteristico profilo naturale del monte Metterhorn nelle Alpi Svizzere. Sotto ogni piramidina di cioccolato è impressa una delle lettere che compongono la parola Toblerone.
Oggi queste barrette, invariate nel packaging e nella loro forma, sono disponibili in nuovi gusti e vengono sempre prodotte e vendute in tutto il mondo, dalla fabbrica che ha sempre sede nella svizzera di Tobler. Beh, immagino già sapete…Toblerone, arrivooooo;) Foto Continua »
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maggio 7th, 2008 by Ivana

Masaru Ishikawa al Salone Satellite espone Masaru Castle, un vero e proprio castello per consumare pietanze nelle occasioni più particolari.
A primo impatto, devo essere sincera, il castello di Ishikawa non mi colpì positivamente ma poi, sarà stata la simpatia di Masaru, la giocosità e la funzionalità dell’oggetto, ma mi sono ricreduta.
Masaru Ishikawa nasce ad Osaka nel 1974 ma lavora a Milano dal 2003 (parla anche un divertente italiano). I suoi lavori sono giocosi e hanno un forte legame con il bambino che è in tutti noi. L’ispirazioni alle costruzioni lego è ovvia: tanti pezzi da assemblare per costruire il castello dettato dalla nostra fantasia.
Proprio come per le costruzioni, il castello Masaru ha dei pezzi base -7 elementi-, da assemblare e sviluppare a piacimento, per realizzare composizioni piccole, medie, grandi e grandissime. Tutti gli elementi hanno una funzione particolare: profili a merlo come originali piattini, torrette come portasalsine, torri porta bevande o ponti ideali per contenere le posate.
Tutti elementi da utilizzare come normali piattini da portata e magari rimettere al proprio posto, una volta consumata la pietanza, per ricostruire il castello e vivere un’esperienza di food design divertente e originale. Altre foto Continua »
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maggio 3rd, 2008 by Ivana

Proprio pochi minuti fa ho finito di mangiarmi uno yogurt e, come tutte le volte, mi sono disperata per recuperare le ultime parti di yogurt presenti sul fondo agli angoli del vasetto.
Gira il cucchiaino, inclina il vasetto… solite manovre, che immagino facciamo tutti, per pulire il vasetto.
Mentre mangiavo non mi veniva in mente nessun progetto per risolvere questo problema, solo poche marche che producono vasetti leggermente arrotondati.
Ma cosa vedo navigando sul web?? Altro che vasetto arrotondato! Casca proprio a fagiolo l’ultimo progetto di food design del designer Nojae Park che, probabilmente stanco anche lui di scervellarsi per le ultime gocce di yogurt, ha pensato bene di riprogettare il cucchiaino e di regalargli una nuova forma, adatta alle spigolosità dei vasetti.
Una soluzione semplicissima ma efficace (adatta,ovviamente, non solo ai vasetti di yogurt): il cucchiaino, invece di avere la solita forma, è leggermente squadrato, questo pemette di infilarlo in tutti i punti più critici e recuperare il prodotto fino all’ultima goccia (evitando scene pazzesche alle quali qualche volta ho assistito).
Stesse prestazioni di un comune cucchiaino, garantisce lo stesso Park, ma più funzionalità. Ideale per chi non si accontenta mai! Altre foto Continua »
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maggio 2nd, 2008 by Ivana

E’ la filosofia giapponese quella che si respira nello spazio Guzzini alla Triennale di Milano in occasione del Salone del Mobile 2008. Multimaterialità, innovazione e design le caratteristiche principali.
Il progetto Multipli di cibo Food Design Made in Japan realizzato da Guzzini dialoga con le culture orientali. Grandi maestri e designer emergenti individuano nuovi percorsi nel rapporto tra forma e funzione nelle quattro fasi fondamentali per la preparazione del cibo: preparazione, servizio, consumo e conservazione.
Lo stile giapponese, razionale ed essenziale, si manifesta in tutto il suo fascino nei più di 36 progetti e prototipi esposti da altrettanti designer. Un nuovo stile, quello giapponese, che diventa sempre più realtà anche nella cultura occidentale delineando un nuovo atteggiamento alimentare contemporaneo denominato fusion.
Per chi adora la cucina orientale, sicuramente una mostra da non perdere. Tra i progetti di food design esposti ve ne propongo quattro: Kasane, Onighirini, Bamboo Tea Set e Bis.
Inizio proprio da Bis, un progetto realizzato Makio Hasuike. Ottimo per i party in piedi e per i momenti di relax, come lo stesso Hasuike suggerisce. Bis unisce la bellezza alla funzionalità, può essere mantenuto con una sola mano (reggendo la tazza) consumando il nostro pasto o stuzzichino aiutati dalla forchetta-cucchiaio progettata per essere efficiente e confortevole.
Kasane è un progetto dal sapore molto più orientale. Una “tovaglietta” multifunzione progettata dalla designer Mizuki Yamakawa. Kasane può essere utilizzato sia come una vera e propria tovaglietta all’americana, sia come un vassoietto per i party in piedi. Le particolari venature infatti, irrigidiscono per forma la tovaglietta che, una volta piegata su un lato, permette di inserire un bicchiere e le bacchette negli appositi alloggi sagomati e di avere un piccolo piano sul quale appoggiare il cibo e consumarlo Continua »
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aprile 29th, 2008 by Ivana

Un nuovo concept per i ristoranti del Veneto. Prende ispirazione dalla Cornovaglia la scelta politica-sostenibile del Veneto: il primo menù a km 0.
La nuova corrente gastronomica parte da Padova, con il preciso intento di valorizzare le produzioni locali utilizzando materie prime reperite nel raggio di 100km. Una scelta che abbasserebbe i prezzi (sia per la reperibilità dei prodotti che per il consumo finale) e diminuirebbe sia i tempi di trasporto che dell’impatto ambientale. L’iniziativa rientra tra le attività di Coldiretti che hanno lo scopo di promuovere il consumo del patrimonio agroalimentare veneto.
Una felice iniziativa per incentivare l’utilizzo dei prodotti tipici e per promuovere un nuovo modo di vita più ecologico. Il traffico veicolare per il trasporto merci risulta infatti sensibilmente ridotto, così come le emissioni di CO2 nell’aria.
Un vero e proprio marchio quello dei Menù a Km0 per identificare un nuovo stile gastronomico, rispettando la natura e la stagionalità. Originale il menù: antipasto di nervetti di vitella di Arre (km 40), ravioli alle erbette con fonduta di cipolla di Chioggia (km 35) fiori di zucchina ripieni di ricotta di Soligo (km 93) e le pesche nettarine in gelatina di Moscato fior d’arancio dei colli Euganei (km 49).
Adesso la mia domanda nasce spontanea…ma non esistevano già gli agriturismi?!
( Lista dei pub di napoli . Adv)
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aprile 8th, 2008 by Ivana

Per gli appassionati del caffè, e non solo, la CoffeeTherapy, organizzata da Caffè Vergnano e Congusto, è un evento da non perdere! Al Fuori Salone 2008 il caffè prende vita e rapisce i sensi.
Personalmente credo proprio che non mancherò alcolizzata di caffè come sono! Tra Starbucks e Vergnano vedremo chi vincerà…
Promettono molto bene i percorsi sensoriali organizzati da Caffè Vergnano in collaborazione con Artemide. Luci, ombre, colori, profumi, sapori ed emozioni che coinvolgeranno letteralmente i clienti.
“Un persorso che racconta la rinascita del corpo e la ricerca di emozioni autentiche“. Molto più di food-design, caffè Vergnano mette in scena l’esperienza! Si parte dalla prima stanza del percorso dove ci saranno donne immerse in vasche di caffè; il percorso continua accompagnati dalle installazioni artistiche di Alessandro Tinelli con i suoi video ispirati al caffè.
Ma non finisce qui, ovviamente. Nella stanza dedicata al profumo, ci si potrà sdraiare su alcuni lettini per fare delle inalazioni di aromi di caffè. Una vera e propria CoffeeTherapy che stimolerà il corpo e la mente; sentiremo il gusto del caffè fino a desiderarlo. Il percorso si conclude infatti con la degustazione del caffè, passando prima per una stanza (la stanza del suono) il cui pavimento sarà ricoperto di chicchi di caffè in un modo molto… artistico! poi lo scoprirete, non vi voglio dire tutto!
Per gli interessati, spero tanti, l’appuntamento è ovviamente dal 16 al 21 Aprile a Milano negli spazi di Congusto, Via Tazzoli 11 dalle 10 alle 21. CoffeeTherapy, degustazioni, consigli, ricette e molto altro. Non mancate!!!
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aprile 7th, 2008 by Ivana

Proprio pochi giorni fa ho parlato della sedia Cabbage, l’utima creazione Nendo Design. Facendo un giretto sul loro sito, sempre aggiornatissimo, ho trovato anche questa idea per il food-design.
Certo, non è geniale come Cabbage, ma è comunque interessante.
Sarà che mangio cioccolata a vagonate, ma le Chocolate Pencil mi hanno subito ispirata! Create in collaborazione con la famosa pasticceria Tsujiguchi Hironobu, nascono dall’idea di vivere il dessert in prima persona, decorandolo con le proprie mani, con il cioccolato che più ci piace e nelle quantità che desideriamo!
Il dessert viene servito su un apposito piatto che prevede tanti solchi-alloggi per le varie matite che andranno letteralmente temperate (è compreso anche il temperino infatti) per formare tante scagliette di cioccolata che decoreranno il dolce. Un “porta pastelli” con tanti gusti (fondente, bianca, gianduia, al latte) pronti da temperare e, perchè no, mordicchiare. Da scarto (quello delle vere matite) a gustoso decoro per dolci.
Ho solo delle perplessità sul lato del piatto destinato al dessert. Non essendo liscio credo sia difficile raccogliere i pezzetti di cioccolata e del dolce stesso con un cucchiaino. Sarebbe stato meglio un lato liscio e uno con i solchetti. Comunque è un’esperienza da provare.
L’idea, lo so, non è da Red Dot Award ma mi sembra carina. Adesso perdonatemi, mi è venuta voglia di cioccolata! Altre Foto Continua »
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febbraio 15th, 2008 by Ivana

Ritorniamo a parlare di food design con Spaghetti Shallow Plate.
Come mangiare un buon piatto di spaghetti senza fare la figura dei Fantozzi della situazione?? Alle feste o alle cene in piedi, magiare spesso può diventare un piccolo incubo: mani occupate, cibi che non si riescono a tagliare con una sola mano, bocconi extralarge….le figuracce sono dietro l’angolo che ci aspettano!
MA per fortuna ci sono i nostri amici designer che ci migliorano la vita, che ce la facilitano e ce la rendono più bella.
Spaghetti Shallow Plate è un piatto che ci aiuterà a fare dei rotolini perfetti, senza l’aiuto dei cucchiai (come fanno in tanti) e senza problemi anche quando si consuma il pasto in piedi. Il progetto del designer Frank Martin è semplice ma acuto. La particolarità del progetto è tutta nel centro del piatto, dove è stato disegnato un piccolo alloggio concavo ideale per arrotolare al meglio gli spaghetti.
Comodità e un tocco di design per un progetto di food design interessante, anche se il mio preferito resta sempre K-wine, italiano e funzionale al 100%. Continua »
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