Zaha Hadid firma il museo nuragico in Sardegna

febbraio 16th, 2009 by Ivana

Zaha Hadid Architettura Contemporanea

Sarà firmato dalla stella irachena Zaha Hadid, il Museo Mediterraneo di Arte Nuragica e di Arte Contemporanea che sorgerà a Cagliari (precisamente sul fronte mare di Sant’Elia).

Dopo i numerosi segni in Italia -vedi la stazione TAV di Afragola, il MAXXI di Roma, il Regium Waterfront di Cagliari o il Nuovo Teatro di Verbania (solo per citarne alcuni)- il premio Pritzker Zaha Hadid firma anche il museo nuragico che sorgerà a Cagliari vincendo il concorso Betile indetto dalla regione Sardegna in collaborazioni con Domus e PoliMi. Una concrezione corallina mozzafiato felicemente arenatasi sulle rive del golfo di Cagliari. 

Un’architettura scultorea bianco accecante, come la pietra calcarea della città che lo vedrà sorgere, si presenta aperta e dinamica all’esterno come all’interno la cui fruizione da parte dei visitatori, invitati a seguire percorsi espositivi, formativi e commerciali, determina il disegno stesso dell’edificio.

L’architetto Boeri così spiega la vittoria del progetto di Zaha Hadid: “La giuria ha valutato la straordinaria sensibilità contestuale del nuovo organismo architettonico, che comportandosi come una “concrezione corallina” asseconda, ricuce e riconfigura un intero brano del fronte mare cagliaritano”. 

Il progetto firmato da Zaha Hadid per il museo dell’arte nuragica e contemporanea “rappresenterà –prosegue Boeri – insieme un nuovo landmark nel paesaggio cagliaritano, l’occasione per una esperienza inedita – sia percettiva che corporea- e il luogo di sviluppo e sedimentazione di fertili contaminazioni tra identità storica identità futura per tutto il sistema territoriale e insulare della Sardegna”.

Questa opera architettonica, assieme al bellissimo Regium Waterfront cagliaritano, concorre alla riqualifica urbana del quartiere Sant’Elia. Immagino che i sardi ne siano orgogliosi. C’è qualche sardo che vuole commentare il progetto? Altre immagini Continua »

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Yellow Treehouse Restaurant in Nuova Zelanda

novembre 27th, 2008 by Ivana

Yellow Treehouse Ristorante

Nuova Zelanda, scenario di architetture mozzafiato e sostenibili. Questa volta l’attenzione è tutta per questi particolarissimi ristoranti costruiti direttamente sugli alberi.

A 12 metri di altezza svettano maestosi questi “boccioli” lignei, aggrappati su sequoie secolari ed altissime. Architetture sostenibili, create con elementi modulari in pioppo, che ospiteranno particolari bar-ristoranti raggiungibili con una passerella lunga 60 metri sospesa nell’aria.

La forma rimanda subito ad un bozzolo di farfalla, una stilizzazione suggestiva realizzata dalla Pacific Environments Architects che riprende e ripercorre il sogno di tutti i bambini: avere una propria casetta sull’albero, un posto accogliente e avvolgente dove nascondersi, ripararsi e stare a contatto con la natura.

Le strutture hanno interni estremamente suggestivi e, grazie ad ulcune coperture termiche, sono fruibili e godibili a qualunque condizione atmosferica; in caso di pioggia alcuni fogli di acrilico assicurano una permanenza confortevole e all’asciutto! Durante il giorno, grazie alle fessure longitudnali, la luce attraversa il bozzolo illuminandolo totalmente con la luce naturale, mentre di notte l’effetto che il Treehouse regala è suggestivo e magico. 

 Il ristorante dispone di ampio spazio per 18 posti a sedere e si completa con un elegante bar nel quale potrete farvi un aperitivo prima di sedervi a tavola. L’effetto è incredibile e l’integrazione con la natura risulta perfetta. I vari bozzoli possono essere rimossi in qualsiasi momento ed essere reistallati su altri alberi, anche in altre parti del mondo.

La fine dei lavori è prevista per il prossimo 12 Dicembre, se passate per Aukland -Nuova Zelanda- la sosta è d’obbligo! Le immagini Continua »

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Casa 100k, la casa ecosostenibile a basso impatto economico ed ecologico

novembre 24th, 2008 by Ivana

Casa 100K

100mq a 100 mila euro. Abbordabile, innovativa ed ecosostenibile: la casa 100K è una abitazione ecologica a basso impatto economico ideata dall’architetto Mario Cucinella in collaborazione con Italcementi Group.

Di Mario Cucinella abbiamo già parlato qualche articolo fa con il Centro per le Tecnologie e le Energie Sostenibili, un progetto di bioarchitettura realizzato in Cina, ma questa volta il progetto è tutto italiano, a basso costo, a misura di desiderio, a basso impatto. 

Sono i tre presupposti  – il primo di carattere economico, il secondo di carattere sociale e il terzo di tipo energetico – che danno vita al progetto Casa 100 k, un nuovo modello abitativo condominiale.

Il tentativo di restituire una risposta a domande di economicità, riduzione di emissioni inquinanti e senso di piacere dell’abitazione. Una casa viva, colorata, che lascia spazio alle differenti identità e modalità di vivere, ma capace di produrre energia utilizzando ogni strategia passiva e attiva per rendere l’edificio una macchina bioclimatica. La casa si avvale di tutte le tecnologie disponibili per limitare i costi di costruzione senza compromettere la qualità. Una casa a basso costo acquistabile grazie a un mutuo che può essere coperto in buona misura attraverso l’energia che è in grado di produrre. Continua »

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Folding Bamboo Houses: ricoveri temporanei e architettura sostenibile

novembre 11th, 2008 by Ivana

Folding Bamboo Houses

L’arte degli origami ispira le costruzioni per i ricoveri temporanei realizzati in bamboo. Sono le Folding Bamboo Houses, un’idea di Ming Tang nata per aiutare le persone in caso calamità naturali come terremoti o tsunami.

Il terremoto di magnetudo 7.9 che ha colpito il centro della Cina lo scorso Maggio, uccidendo più di 69.000 persone, ha segnato fortemente l’architetto Tang portandolo a progettare dei rifugi temporanei leggeri e modulari, facilmente montabili e sostenibili. Un emblema di progettazione di design sociale e sostenibile.

Le Folding Bamboo Houses sono case-rifugio esteticamente incantevoli, funzionali, dinamiche, capaci di adattarsi e rispondere facilmente a tutte le necessità, realizzate con materiali sostenibili e capaci di assumere moltemplici aspetti. Un progetto che ha recentemente vinto la mensione speciale al Re:construction Award, un importantissimo premio sponsorizzaro da UrbanRe:Vision di San Francisco.

La particolare geometria delle Bamboo Houses permette l’unione di varie strutture modulari che possono essere rapidamente assemblate in fabbrica e trasportate a destinazione. Una volta assemblate, e determinata la morfologia per l’occasione, è possibile ricoprire le strutture con una carta riciclata pre e post consumo. 

Un esempio di architettura sostenibile, mutevole, capace di adattarsi a mille situazioni e produrre scenari potenzialmente infiniti. Esteticamente sono impeccabili, sicuramente assicurano spazi al coperto, dove radunarsi temporaneamente, ma non mi sembra assicurino molta protezione agli agenti atmosferici, sorattutto se nascono come case-rifugio. Mi sembrano più dei bellissimi elementi per arredo urbano, per istallazioni o allestimenti o al massimo spunti molto interessanti da studiare per altre applicazioni. Voi che pensate? Le immagini Continua »

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Hotel Alcatraz: una notte… al fresco!

novembre 3rd, 2008 by Ivana

Hotel Alcatraz

Hotel Alcatraz. Se avete gusti particolari e voglia di sperimentare cose nuove, anche un po’ off-limits, l’hotel Alcatraz fa al caso vostro.

Un hotel-prigione ispirato all’ex carcere di massima sicurezza Alcatraz dell’omonima isola della baia di San Francisco (California).

Abbiamo parlato molte volte di hotel su A+D: l’hotel a 7 stelle di Dubai, il Puerta America creato dagli architetti più famosi del mondo, Yotel e CitizenM i mini hotel degli aeroporti e gli Aperion gli hotel extra lusso. Quello di oggi si chiama Alcatraz e, come il nome velatamente suggerisce, stiamo parlando di un hotel-prigione. 

E’ il nuovo trend tedesco per riqualificare un ex-carcere del 1867 destinato alla demolizione. L’imprenditore Andreas Kisch è riuscito ad acquistare l’edificio riportandolo a nuova vita (dal 2007), lasciando inalterate alcune “caratteristiche” del carcere come si vede dalle “lussuose” stanze-cella.

Ecco così pronta un’allegra notte dietro le sbarre del penitenziario della città di Kaiserslautern. 57 “camere” con un ambiente speciale come afferma lo stesso Kisch. E’ vero che ci son tante persone pronte a tutto, ma chi vorrebbe spendere 50€ a notte per stare in una camera piccolissima, con sbarre dappertutto e sentirsi un carcerato-sorvegliato speciale?  

Per restare in tema, Continua »

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Cina: centro per le tecnologie e le energie sostenibili

ottobre 9th, 2008 by Ivana

Centro Tecnologie ed Energie Sostenibili Cina

Ancora la Cina, ancora lei la protagonista assoluta del nuovo scenario architettonico sostenibile. Tradizione e innovazione tecnologica vivono a Ningbo nel CSET (centro per le tecnologie e le energie sostenibili). Un’opera architettonica realizzata da Mario Cucinella Architects.

Un’architettura contemporanea e camaleontica che richiama morfologicamente le lanterne ed i paravento in legno della tradizione cinese. Di giorno e di notte due diverse visioni dello stesso edificio; due scenari emozionanti che si manifestano grazie alla “pelle” dell’edificio. La struttura, parzialmente opaca, è interamente rivestito di una doppia pelle in vetro con motivi serigrafici in memoria degli edifici storici cinesi. Tutto l’edificio è attraversato da una fascia trasparente che regala un aspetto mutevole dal giorno alla notte. Una facciata che si ripiega drasticamente su se stessa per dare vita ad una forma dinamica.

L’istituto di ricerca, inaugurato dalla Nottingham University, sorge all’interno del primo campus indipendente della Cina, cuore pulsante della nuova crescita economica,  e nasce con il preciso intento di promuovere e divulgare tutte le nuove energie sostenibili come il solare, il fotovoltaico e l’eolico. L’intero edificio è inoltre statto progettato secondo i principi di bio-architettura minimizzando, così, l’utilizzo di energia elettrica sfruttando invece al massimo le energie naturali

Grazie ad un lucernario tutti i piani dell’edificio vengono illuminati dalla luce naturale del sole creando anche un naturale effetto “camino” che assicura una ventilazione naturale. Inoltre, Continua »

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Super Star: una Chinatown sostenibile??

settembre 23rd, 2008 by Ivana

Superstar, Mad Architects

La Chinatown del futuro? Sarà sostenibile, futuribile e a misura d’uomo! Il progetto utopico Super-star degli architetti Mad Architects (chissà perchè questo nome…) sta facendo il giro del mondo. Io sono mooolto scettica!

Dopo Pechino 2008 è probabile che la Cina si sia un po’ montata la testa. L’ultima arrivata è Super Star, un nuovo volto per le chinatown d’oggi, kitsch ed obsolete.

Sarà una stella alta più di 1000 metri, pronta ad ospitare più di 15mila persone e in grado di produrre cibo ed energia per tutti gli abitanti della stella. Come la definiscono i Mad Architects, Superstar sarà la prima “self-sustaining city” capace anche di riciclare il 100% dei suoi rifiuti.

All’interno di questa mastodontica architettura si verrà in contatto con la cultura cinese, con la cucina e le tradizioni del paese. Non mancheranno eventi, palestre, centri benessere e, addirittura, sarà presente anche un cimitero digitale.

Super Star, udite udite, sarebbe anche in grado di spostarsi da un lato all’altro del globo, pronta a divulgare il verbo della cultura cinese. Non chiedetemi come fa a spostarsi da un punto all’altro perchè non è specificato da nessuna parte!! Ma le sorprese non finiscono qua! La prima Super Star infatti sorgerà (atterrerà, si materializzerà.. chissà) proprio a Roma. Dalle foto sembra più uno scenario apocalittico!

Teletrasporto a parte, qualcuno mi sa spiegare, strutturalmente, come si reggerà??? L’impatto ambientale? le dispersioni termiche? Sostenibile da quale punto di vista?? Spero sia solo una provocazione! Per i curiosi, è possibile approfondire l’argomento alla Biennale di Venezia (dov’è presentato il progetto). C’è tempo fino al 23 Novembre. Fatemi sapere. Immagini Continua »

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Parcheggi: la raccolta dei più particolari

settembre 10th, 2008 by Ivana

Park car

Chi l’ha detto che le strutture per parcheggi debbano essere tutte grigie, sporche, squadrate e angoscianti? Questa raccolta di foto incornicia alcuni dei più bei parcheggi del mondo…e sono tutt’altro che tristi!

Personalmente l’unico parcheggio interessante che ho visto si trova a Merano e si chiama Art Drive In Park. Un parcheggio interrato, nei pressi del complesso termale (creato dall’architetto-designer Matteo Thun). Sette piani per sette installazioni artistiche permanenti che indagano il sottile confine tra arte e design. Un parcheggio colorato, vivace, con una particolare aurea museale.

Quelli qui proposti (tratti da TheCoolHunter) sono di diversa natura: alcuni stupiscono per l’architettura dinamica ed organica, altri per l’inconsueto utilizzo di luci e texture, altri ancora sono estremamente futuristici simil Matrix.

Dal sito non si trovano informazioni sulle location di questi parcheggi, cio’ nonostante posto questo articolo come spunto per tutti noi, per ricordarci che, anche un semplice parcheggio, puo’ trasformarsi in un’opera architettonica di tutto rispetto.

Se siete a conoscenza di altri parcheggi “cool” segnalateli tra i commenti. Le immagini Continua »

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Bird's Nest: da stadio a seduta

agosto 21st, 2008 by Ivana

Il simbolo delle Olimpiadi 2008 di Pechino, il Bird’s Nest, diventa una seduta. Lo stadio a nido di uccello ha affascinato veramente tutti e solleticato anche la fantasia dei giovani designer. Il sofisticato (ed ingegneristico) intreccio di acciaio ha dato vita alla struttura più fotografata e commentata di Pechino.

Ultimamente, per altro, se ne sta parlando ancora di più visti i risultati ottenuti dalla Cina in ambito ambientale. Il cielo è finalmente limpido a Pechino, la testardarggine dei cinesi ha dato i suoi frutti (sono state chiuse per l’occasione tutte le fabbriche ed i cantieri ed il traffico è stato ridotto all’osso, ma chissà cosa succederà dopo che si spegneranno i riflettori…) e il Bird’s Nest spicca più bello che mai incorniciato dal cielo azzurro e il sole di Pechino.

Ma ritorniamo alla seduta. E’ stata progettata dal designer Thimothy Schreiber e si ispira ovviamente alla forma del Bird’s Nest, leggermente modificata per risultare più comoda ed ergonomica. L’intreccio la rende particolarmente resistente ma leggermente flessibile e confortevole.

Non è la seduta da Red Dot Award, ma è la dimostrazione di come il Bird’s Nest Stadium sia una struttura vincente ed affascinante.

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Aeroporto Pechino: Norman Foster progetta il Terminal 3

agosto 18th, 2008 by Ivana

Aeroporto Pechino Beijing

Olimpiadi di Pechino e megastrutture. La Cina stupisce ancora con l’aeroporto più grande del mondo.

Rieccoci qui, dopo una meritata pausa estiva. Sicuramente questa è l’estate delle olimpiadi, della Cina e delle fantastiche architetture create dal paese del Sol Levante. Dopo Bird’s Nest e Water Cube, vediamo il progetto del Terminal 3 (T3), l’aeroporto che accoglierà e darà il benvenuto ai moltissimi turisti che popoleranno Beijing (Pechino) nei giorni delle Olimpiadi … e non solo!

Più di 3,75 km di aeroporto che inaugurano “la più grande architettura coperta mai costruita“. Parole di Norman Foster l’architetto britannico che ha dato vita alla megastruttura. Inaugurato il 29 Febbraio 08 (con tre anni di lavori), nell’aeroporto T3 il passato e la tradizione cinese dialogano con l’innovazione tecnologica d’oggi; i colori (rosso e oro) evocano la cina imperiale mentre la forma ricorda un dragone stilizzato, simbolo per antonomasia di forza e di buon augurio per la Cina.  La struttura, invece, è stata costruita con i materiali e le tecnologie più innovative grazie ad un folto gruppo di ingegneri che hanno messo a punto un nuovissimo sistema bagagli pronto a gestire 19mila bagagli l’ora su 45 km di nastri trasportatori, una struttura resistente a scosse telluriche e un incredibile sistema per il controllo bagagli (anti-terrorismo) mai utilizzati prima basato su nuovi sistemi a raggi X.

Un terminal futuristico e luminosissimo che non ha incontrato poche difficoltà lungo i quattro anni di progettazione (più i tre di costruzione). Sul tetto dell’aeroporto sono moltissime le “squame” del dragone: lucernari pronti a catturare la luce nelle diverse ore del giorno per illuminare di luce naturale tutto l’interno della struttura. Continua »

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