Davide Conti presenta Dieci: 10 letti nello spazio di 2!

marzo 10th, 2010 by Ivana

Dieci design Davide Conti

Dopo la bellissima seduta Sara, ed il vassoio Voilà, ritorna su A+D Davide Conti. Un giovane designer italiano che ormai vanta sempre più riconoscimenti.

L’ultimo progetto in ordine di tempo è DIECI, una soluzione letto modulare, con la quale Davide ha vinto la seconda edizione di B-ECO concorso nazionale, indetto da EXPO’ CASA.

Dieci è un letto modulare realizzato in ECOMAT, un materiale ottenuto dal riciclo della sansa esausta, residuo di lavorazione dell’olio di oliva, prodotto dalla ECOPLAN.

Una delle cose più interessanti di Dieci è che in uno spazio pari a quello di un letto a castello, sono contenuti da quattro fino ad un massimo di dieci posti letto. Una soluzione vincente ideale in tutti quei contesti dove si ha a disposizione poco spazio come nelle case di montagna, nei rifugi, nei monolocali ecc. Proprio grazie alle dimensioni ridotte ma alla grande flessibilità di impiego può anche essere utilizzato in centri d’ accoglienza, caserme, strutture per i più bisognosi, per famiglie numerose o in caso di emergenza, ad esempio per le popolazioni che vivono tragedie naturali quali terremoti, maremoti ecc.

Il modulo chiuso è caratterizzato da una struttura geometrica precisa che permette di essere facilemte spedito via mare, terra o cielo, dando così la possibilità di ridurre costi superflui per il trasporto ed emissioni di CO2. Il modulo è totalmente smontabile e gestibile a seconda delle esigenze. Dai lati del modulo si ricavano fino a sei letti singoli, mentre, qualora avessimo bisogno di ancora più posti, dalle pareti più grandi si recuperano altri due letti matrimoniali.

Dieci può contenere inoltre cassettoni, librerie, scrivanie, sedie pieghevoli o altro per rendere il sistema più completo e fruibile. Speriamo venga realizzato presto! Intanto vi lascio alle immagini e ai vostri commenti Continua »

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Handy, la fotocamera digitale telecomandabile

febbraio 23rd, 2010 by Ivana

Handy fotocamera digitale

Handy, una fotocamera digitale con telecomando. Un concept di Zo Woo Geun.

Farsi fare una foto..che tragedia!! Quante volte ci sarà capitato di affidare la nostra foto al primo turista disponibile? e quante volte una delusione!! Personalmente non ho mai trovato qualcuno che mi facesse la foto con l’inquadratura che desideravo (per fortuna esiste photoshop!!). Per non parlare di tutte le volte che mi hanno mozzato la testa!

Zo Woo Geun con questo concept da Red Dot Award, rivisita il design della fotocamera digitale aiutando gli appassionati delle fotografie. Handy è formata infatti da due elementi: uno che contempla obiettivo e flash e un altro dove invece troviamo lo zoom, il vari tasti per lo scatto e la scelta delle modalità di scatto e un monitor LCD.

Quando c’è la necessità di farsi una foto in modalità autoscatto basta staccare il telecomando dal resto della fotocamera per poi decidere come scattare la nostra foto. Zoomare, cambiare inquadratura, scegliere la modalità di scatto migliore… tutto direttamente dal telecomando con l’ausilio del monitor LCD. Niente più richiesta particolari quindi o foto da cestinare.

Quello che mi piace di Handy non sta tanto nel fatto che c’è un telecomando e gli utenti hanno la possibilità di farsi autoscatti precisi, quanto nella scelta formale della fotocamera Continua »

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Oggetto misterioso 5

febbraio 18th, 2010 by Ivana

Sono sicura che questo oggettino lo indovinate subito… Troppo facile;)! Scopriamo?? Continua »

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Sun Box: una "super" presa elettrica solare

febbraio 15th, 2010 by Ivana

Sun Box

Ricaricare le batterie è semplice come stendere il bucato!

Il designer Jinsic Kim è autore di un nuovo concept di presa elettrica “sostenibile”, un mix tecnologico e perchè no anche un po’ poetico. Sun Box è un piccolo dispositivo munito di pannelli fotovoltaici e pacco batterie che va messo fuori al sole proprio come si stende il bucato al mattino e si ritira una volta che il sole non c’è più.

Durante la giornata Sun Box ha così catturato ed immagazzinato tutta l’energia solare ed è pronto per alimentare un dispositivo elettrico.

Il design prevede, oltre al doppio pannello fotovoltaico ed un pacco batterie, una presa elettrica alla quale collegare le spine degli apparecchi elettrici.

Un concept come dicevo poetico ma dubbia realizzazione. Dalle foto il designer alimenta un notebook, un monitor… forse per 2 secondi?! Non c’è un trasformatore (o almeno non si vede) il che restringe il campo di utilizzo a pochissimi apparecchi. Inoltre i pannelli fotovoltaici così “appesi” non verrebbero nemmeno irraggiati correttamente andando ad incidere negativamente sull’efficienza del dispositivo.

Ben vengano i progetti green, i progetti per il recupero dell’energia solare, però non rendiamo il design una barzelletta! Continua »

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Sander Mulder ed il suo Continue Time… altro che orologio!

febbraio 1st, 2010 by Ivana

Orologio design Continue Time

Forse non è uno degli orologi più semplici da leggere, ma in quanto ad originalità Continue Time li batte tutti!

Un ingegnoso orologio realizzato in alluminio ed ottone pronto a lasciare a bocca aperta e a far scervellare un po’ tutti.

Artefice di cotanta ingegnosità è il designer olandese Sander Mulder già noto qui su A+D nella collezione Design Origami con il tavolino Sputnik. In questo caso l’inventiva e l’originalità sono certamente superiori.

Quello che a colpo d’occhio sembra un semplice tecnigrafo altro non è che il suo orologio, assolutamente non convenzionale e fuori dai tradizionali schemi. Non appaiono quadranti, numeri nè le classiche tre lancette ma un unico braccio meccanico pronto ad assumete le più svariate forme per indicarci l’ora in un modo assolutamente nuovo, che forse necessita di un po’ di allenamento all’inizio!

Ciò nonostante trovo questo orologio poetico ed incantevole, una sorta di “macchina inutile”… che in questo caso tanto inutile non è a patto che si impari a leggere l’ora! Un armonioso segnatempo estensibile che si piega, si allunga e si contrae tracciando sempre nuove forme geometriche.

Continue Time è realizzato da un unico braccio meccanico costituito da tre elementi snodati dalle dimensioni decrescenti: il più sottile e veloce misura i secondi, il braccio seguente segna i minuti, mentre il braccio più grosso e meno veloce è dedicato alla misura delle ore Continua »

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Helmet B, dagli armadilli ai caschi per ciclisti!

gennaio 27th, 2010 by Ivana

Helmet B casco ciclisti

Julien Bergignat disegna Helmet B: un casco per ciclisti leggero, resistente, riciclabile e bio-inspired.

Dall’armadillo al design di un casco. Helmet B nasce proprio dall’osservazione di un piccolo armadillo; il design riprende infatti la morfologia ed il movimento delle squame di questo animale che in caso di pericolo si appallottola su se stesso per proteggersi.

Da qui prende forma Helmet B, un dispositivo pieghevole di protezione per la testa che si trasforma in poche mosse da foglio 2D a struttura tridimensionale e viceversa. La particolarità di questo casco è costituita principalmente dalla sua semplicità e facilità d’uso. Helmet B è molto arioso e leggero perché non è realizzato in un unico blocco, ma da una serie di piccoli elementi flessibili che alleggeriscono il casco nonché il materiale utilizzato per la sua fabbricazione.

L’uso del prodotto è molto semplice, basta piegare le ali verso l’interno e fissarne la forma con le clip a pressione poste alle estremità del casco. Una caratteristica che ne facilita anche il trasporto considerando che, una volta aperto, il casco può essere riposto facilmente in una borsa!

E’ interessante sottolineare inoltre che Helmet B è interamente realizzato in polipropilene sia per l’esterno che per la parte interna a diretto contatto con la testa (in questo caso il polipropilene è di tipo espanso). Il materiale oltre ad essere economico ha un assorbimento di potenza molto elevata, è durevole, flessibile ed estremamente leggero. Ciascuno dei componenti del casco è inoltre separabile dagli altri, caratteristica che lo rende quindi riciclabile al 100%.

Per le passeggiate in bicicletta Continua »

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Design in pillole: Slant-ruled notebook

gennaio 27th, 2010 by Ivana

Matt Browe Slant-ruled notebook

Slant-ruled notebook un progetto di Matt Brown. Quando anche il quaderno diventa ergonomico. Grandioso!

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A ruota libera con il chair sharing

gennaio 25th, 2010 by Giada Tutino

Chair sharing

Il collettivo Snark ci sorprende ancora una volta con un progetto innovativo e sostenibile: è un sistema di elementi urbani gratuiti e condivisi – chair sharing appunto – disegnato da Emanuele Bompan, Gaspare Caliri, Marco Lampugnani e Beatrice Manzoni, per la città di Modena.

Il progetto prende vita da una constatazione: sedersi in città al giorno d’oggi non è poi così facile; capita spesso di trovare panchine segate, rimosse, accantonate, quasi come se fossero un ostacolo più che un servizio di cui fruire.

L’intento dei progettisti è  dunque quello di  “Riportare le persone nei loro quartieri, ossia farle tornare a riconoscersi nei luoghi, dare una possibilità alla formazione di senso di comunità”.

Segue lo stesso procedimento del bike-sharing, solo che in questo caso il prodotto fruibile è una “seduta mobile” in alluminio anodizzato, che però è stata studiata come figura ibrida tra una sedia e una bici.

Le sedute si ritirano gratuitamente passando su un lettore la Tessera Sanitaria e possono essere utilizzate per un tempo massimo di 6 ore; sono tutte modulari e dotate di una antenna wi-fi integrata che consente di connettersi alla rete senza spendere un centesimo e di un sistema di geo-posizionamento su base cartografica: una volta seduti, si può accedere al sito del progetto che mostra, tramite una mappa dinamica, tanti contenuti sulla città caricati anche dai cittadini stessi. Vuole essere, quindi, anche uno strumento di partecipazione perché permette ai fruitori di creare collettivamente una sorta di guida on-line della propria città Continua »

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Air Umbrella: un ombrello fatto di… aria

gennaio 15th, 2010 by Ivana

Air Umbrella

Una barriera d’aria pronta a ripararci dalla pioggia. Il concept del designer Je Sung Park stravolge in toto l’idea del classico ombrello, avvicinandolo di più ad un oggetto hi-tech iper performante.

Niente più tessuti idrorepellenti e stecchette di alluminio, niente strani meccanismi di apertura e chiusura dell’ombrello, niente ombrelli musicali; Air Umbrella sostituisce tutto questo con un unico elemento invisibile: un getto d’aria.

Air Umbrella è infatti formato esclusivamente da un bastone cavo e telescopico pronto ad entrare in uso all’occorrenza. Alle prime goccioline di pioggia è sufficiente allungare il bastone e il gioco è fatto! La lunghezza dell’ombrello può essere personalizzata a seconda del fruitore così come l’intensità del getto d’aria e l’ampiezza dell’ombrello stesso. Basta infatti determinare il numero delle persone che intendono ripararsi con Air Umbrella per incrementare il getto d’aria e quindi l’area di copertura dalla pioggia.

Il funzionamento è semplice. L’elemento telescopico dell’ombrello ha due fori per l’aria, uno di entrata ed uno di uscita. Quello di entrata, posizionato alla base del bastone, aspira l’aria e la incanala al foro di uscita, posizionato all’estremità superiore dell’ombrello. Ed è proprio in questa parte dell’ombrello che l’aria viene spinta con forza all’esterno per creare una calotta invisibile pronta a ripararci dalla pioggia.

Un concept coraggioso, un ombrello che non sgocciola nè ingombra anche se immagino sia abbastanza rumoroso… Inoltre se si guasta il motorino o si scaricano le batterie ci si fa una bella doccia!!! Ma a tutto c’è rimedio. Voi che ne pensate? Gallery Continua »

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Il tostapane-stampante: a voi la scelta.

gennaio 14th, 2010 by Giada Tutino

Rollertoaster design

Nell’elenco dei “tostapane alternativi”, si inserisce anche “Printing your toast”, il simpatico concept di Othmar Mühlebach, studente della MA di Lucerna (Svizzera) che ha ottenuto il secondo posto al Berner Design Award ’09.

Il toaster ha un look unico e funzionale che richiama, in tutto e per tutto, una stampante a getto d’inchiostro: il pane a fette, infatti, si inserisce dalla parte superiore e, una volta tostato, viene espulso dal fondo.

Funziona tramite USB, ma non è ancora disponibile sul mercato e il suo futuro prezzo non è noto. Si tratta di un design fresco e divertente, creato soprattutto per i più piccoli o per chi in genere non ama molto mangiare toast ma che, magari, adesso vedrà con altri occhi una semplice fetta di pancarré.

Io, personalmente, la trovo un’idea molto interessante anche perché in genere non abbiamo bisogno di tre fette tostate allo stesso tempo, ma una dopo l’altra, per averle sempre calde e croccanti. Però ritengo che il progetto potrebbe essere migliorato apponendo, ad esempio, una griglia con dei disegni in rilievo che verrebbero “stampati” sul toast Continua »

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