giugno 30th, 2008 by Ivana
Volkswagen, packaging e pubblicità. La casa costruttrice di autoveicoli tedesca, sta facendo parlare di sè per un’interessante campagna pubblicitaria dei nuovi veicoli commerciali.
“For Every Kind of Load” ,per ogni tipo di carico, è lo slogan che accompagna la campagna di marketing. Quattro simpatici packaging per sottolineare, come, dalle buste di latte alle uova, VolksWagen sia capace di adattarsi a qualsiasi situazione.
La nuova campagna è stata realizzata dall’agenzia pubblicitaria brasiliana ALMAP/BBDO, resa celebre dal recente premio per l’Agenzia dell’anno conquinstato a Cannes Lions 2008. Di questa vi consiglio di fare un giretto al sito per vedere tutti progetti, sono tantissimi e tutti interessanti (molti sono famosi anche in Italia).
La busta del latte, il cartone delle uova, la cassetta della birra e della frutta interpretano metaforicamente i veicoli commerciali Volkswagen diventando essi stassi, veicoli di un messaggio pubblicitario.
Una campagna originale e accattivnte, sebbene semplice. I packaging li trovo carini e, senza dubbio, attirano molta attenzione. Finalmente uno dei packaging più tristi delle storia, come quello delle uova o delle cassette per la frutta, diventa di più allegro. Suggerimenti? Le foto Continua »
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giugno 10th, 2008 by Ivana
Colorati, pratici ed esclusivi. Sono i vassoietti da caffè Cooffee Way.
Per quelli che non possono stare un attimo senza caffé nasce CooffeeWay, un pratico vassoietto, ideale per trasportare il caffè ovunque! Sono coloratissimi, pratici e, ovviamente, pronti per essere collezionati.
Ma andiamo per gradi. Come nasce e come si usa. CooffeeWay nasce per tutti quelli che fanno del caffé il “carburante” della giornata, un piccolo piacere da godersi ovunque. Un vassoietto (registrato e brevettato) ideato per trasportare comodamente e senza scottarsi fino a quattro bicchierini di caffè (o 2 bicchieri più grandi).
In ogni vassoietto (13*14 cm) sono previsti fino a 4 alloggi per i bicchierini di plastica (con un diametro sufficiente per bloccarli e trasportarli facilmente) e spazi per trasportare anche le rispettive bustine di zucchero e palettine. Elementi creati in cartone ondulato rivestito e resistente caratterizzati tutti da immagini sempre diverse e suggestive: fiori, frutti, bandiere, chicchi di caffé, immagini astratte e molte altre ancora. Tutte da collezionare o, perchè no, personalizzare! (soprattutto per chi vuole promuovere la propria attività attraverso questi simpatici e utili vassoietti).
A mio avviso un’idea molto interessante, ottima per trasportare più caffé evitando eventuali scottature o rovesci di bevanda (una soluzione più funzionale di quella per esempio di Starbucks che pone attorno i propri bicchieri delle “ciambelline” in cartone ondulato per evitare che i clienti si scottino) . Design semplice ma più che funzionale.
Interessante è anche la loro zuccheriera per bar: Emysugar. Un elemento d’arredo -anch’esso registrato e brevettato) che permette di esporre tutti i tipi di bustine di zucchero ma anche di recuperarne i residui cartacei, ed eventuali rimanenze di zucchero, al suo interno. Un oggetto che nasce per facilitare la vita dei clienti dei bar che troppo spesso, dopo aver zuccherato il proprio caffè, cercano invano un cestino nelle vicinanze per gettare le carte delle bustine. Anche Emysugar è un buon veicolo pubblicitario che ogni bar, negozio o locale può personalizzare con immagini, marchi o loghi da porre ai fianchi della zuccheriera.
Entrambi i prodotti sono molto belli dal vivo (ringrazio ancora i ragazzi per avermi gentilmente inviato il materiale), uno estremamente funzionale, l’altro più vivace e giocoso. I vassoietti li ho già “collezionati” tutti, adesso aspetto di trovarli nei bar della mia città assieme Emysugar! E adesso caffé!!
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maggio 30th, 2008 by Ivana
100 anni di storia di Toblerone, la barretta di cioccolato più famosa al mondo. Dopo la colla Coccoina, la storia ritorna.
Sono sicura che tutti lo conoscete e sono altrettanto sicura che ne ricordate bene il suo gusto! E’ Toblerone, la “barretta” di cioccolato con una storia tutta da raccontare.
Tutto inizia addirittura nel 1867 quando, a Berna, Jean Tobler apre il suo primo negozio di “delikatessen“. Un successo travolgente che lo porterà, pochi anni più avanti, ad aprire la prima “Fabbrica del cioccolato Berna, Tobler & Cie”. Ma fu solo grazie al figlio di Tobler e al cugino Baumann, che questa cioccolata ha visto il suo successo.
Toblerone però non significa solo cioccolato. Il triangolino più famoso del mondo nasce infatti da una nuova e golosa ricetta: cioccolato al latte, miele, mandorle e torrone. Da questa particolare ricetta nasce la cioccolata made in Switzerland il cui nome fu coniato a partire dal nome dell’inventore Tobler, con l’aggiunta della parola italiana torrone, da cui TOBLERone.
Una ricetta, ma soprattutto un marchio rimasti pressochè invariati lungo l’arco di questi lunghi anni. Era il 1908 quando, presso l’ufficio Federale per la Proprietà Intellettuale di Berna, venivano registrati e brevettati marchio e ricetta di quella che poi diventerà la barretta di cioccolato più particolare e famosa della storia.
Il suo nome e la sua caratteristica forma triangolare sono riconosciuti infatti in tutto il mondo, così come il packaging triangolare, anch’esso rimasto molto simile ai primi (è stata solo sostituita la precedente aquila). Ma perchè questa forma? Si dice che questa ricordi il caratteristico profilo naturale del monte Metterhorn nelle Alpi Svizzere. Sotto ogni piramidina di cioccolato è impressa una delle lettere che compongono la parola Toblerone.
Oggi queste barrette, invariate nel packaging e nella loro forma, sono disponibili in nuovi gusti e vengono sempre prodotte e vendute in tutto il mondo, dalla fabbrica che ha sempre sede nella svizzera di Tobler. Beh, immagino già sapete…Toblerone, arrivooooo;) Foto Continua »
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maggio 15th, 2008 by Ivana
Chi non conosce la colla Coccoina?Una storia fantastica di packaging, advertising e design.
Dolce profumo di mandorla e packaging accattivante (almeno per l’epoca, oggi lo possiamo considerare un vero e proprio pezzo di storia). Dal 1927 la colla coccoina ha mantenuto la sua confezione praticamente invariata; ad oggi la possiamo ancora trovare tra gli scaffali delle cartolerie che fa bella mostra di sé, con il suo barattolino color argento e il logo in blu-violetto che si srotola lungo tutto il barattolino.
Un packaging seducente che evocava, più che un prodotto da ufficio, un vero e proprio prodotto di bellezza, promosso come tale anche dai manifesti pubblicitari dell’epoca. Molto più di una colla, la coccoina trasmetteva stile e modernità, con un packaging-design bello e di grande semplicità. Più di settanta anni di storia veicolati da un prodotto semplice, sostenibile e atossico: la coccoina è infatti prodotta a base di amido di patate sciolto in acqua; un’aggiunta di olio di mandorla le regala il classico profumo delicato che immagino in molti ricordate (per me è il classico odore “di quando ero bambina”, che mi fa affiorare una valanga di ricordi).
Simbolo dell’Italia dei primi anni ’20, la Coccoina fu prodotta da Balma, Capoduri & Co. diventando da subito la colla per antonomasia.
Coccoina significa anche funzionalità. Immagino che a tutti sia capitato almeno una volta di utilizzarla. Una volta svitato il coperchio è possibile individuare il piccolo vano circolare, nel quale è presente il pennellino per stendere il prodotto, attorno al quale si sviluppava tutto il vano che conteneva la colla.
Colla Coccoina, un’icona di storia e di design per piccoli e meno piccoli, nostalgici e nuovi ammiratori.
Qui si seguito alcune immagini dei celebri manifesti pubblicitari… Corriamo a ricomprarla?? Continua »
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aprile 22nd, 2008 by Ivana
Fuorisalone ’08, spazio Sparkling. Paola Monorchio e le sue creazioni di fashion design. Moda, packaging e gioielleria declinate in modo assolutamente originale e creativo.
Tutto parte dalla vivacità progettuale di Paola Monorchio -fondatrice del marchio Glix- una designer con una spiccata sensibilità verso i nuovi tessuti. Mi ha colpito moltissimo l’essenzialità unita alla “complessità” dei suoi prodotti: abiti versatili che prendono vita a partire da un semplicissimo rettangolo di cotone rafia (materiale morbido e confortevole che non ha bisogno di essere stirato!).
Nessuna cucitura, nessun elemento sartoriale. Un abito geniale che, grazie a piccoli bottoncini e asole, si manifesta nella sua assoluta bellezza solo quando lo si indossa.
Adatto a tutti, dalle donne più esili a quelle più rotondette, gli abiti di Paola Monorchio hanno bisogno solo di un pizzico di fantasia e di essere modellati sul corpo proprio come una seconda pelle, come ci suggerisce il momento o il nostro stato d’animo. Lungo o corto, semplice o più eleborato, siamo noi a decidere tra le molteplici soluzioni quale sarà quella che più ci soddisferà.
La complessità del progetto non si ferma qui. La stessa filosofia progettuale è stata trasferita anche alle giacche e ai cappelli che Paola disegna. Proprio su questi ultimi mi piacerebbe soffermarmi un po’. Particolarmente interessante era infatti il cappellino in esposizione nello spazio Sparkling. Realizzato in canetè, il cappellino della Monorchio è composto da due elementi separati (uno circolare e uno rettangolare), non ha bisogno di nessuna cappelliera ed è estrememente facile da trasportare -occupa pochi mm di spessore. Una volta unite le due parti è possibile modellare il cappello a proprio piacimento grazie ad una piccola anima in fil di ferro (vi consiglio di vedere le foto).
Tutti i progetti sono trasportabili in un packaging-mini-guardaroba, realizzato sempre da Paola. Una sorta di valigetta con tanto di Continua »
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gennaio 15th, 2008 by Ivana
Si, non avete letto male, il post di oggi è proprio dedicato all’amico delle casalinghe (e non solo)! Mastrolindo, il genio delle pulizie si rinnova con un nuovo, interessantissimo packaging!
Tutto nasce da un contest per rinnovare, sostenibilmente, il packaging del genio del pulito. Bumb-bell -in foto- è uno dei progetti che ha partecipato al contest.
Un’idea tutta italiana firmata dai designer Tommaso Ceschi e Francesca del Vigo, che risolve in maniera esemplare i problemi legati al riutilizzo dei packaging allungandone il ciclo di vita. Un concept ed una metafora progettuale intriganti e comunicativi.
Il genio del pulito, forte e muscoloso diventa “personal trainer” delle casalinghe aiutandole a mantenersi in forma proprio con il packaging!! Non più le solite bottiglie ma dei veri e propri pesetti! Design nuovo, assolutamente originale e provocatorio. Un idea (io la definirei geniale!) per ridurre i prodotti di scarto. Una volta finito il prodotto detergente, infatti, grazie anche al manualetto di istruzioni inserito nel tappo, è possibile “caricare” i pesi con acqua -o altri materiali- per trasformarli in originali e colorati accessori per il fitness. Il tutto corredato anche da istruzioni sugli esercizi da poter svolgere!
Un packaging sostenibile e vincente, un’idea semplice ma d’effetto. Spero venga adottato qui in Italia (anche se il concorso non era destinato al mercato italiano) e di trovarlo, prima o poi, tra gli scaffali dei supermercati! Che ve ne pare? Continua »
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gennaio 7th, 2008 by Ivana
Un packaging semplice ma estremamente utile: è bundle box.
Gennaio è arrivato e, come ogni anno, la befana si è portata via tutte le feste…ma per maniaci di shopping Gennaio significa anche tempo di saldi!
Tra i vari progetti che tenevo d’occhio in questo periodo c’è questo piccolo ma efficace progetto di packaging realizzato dal designer Sonyun Hang, che potrebbe essere utile proprio in questo periodo. Una “borsetta” porta-bevande, comoda e maneggevole, nella quale porre i drink che non abbiamo finito di bere, magari dopo una breve sosta in qualche bar o Sturbucks, sfiniti dalla corsa ai saldi!
Una “borsetta” realizzata con un unico foglio di carta leggermente plastificata, dotata di due fori per riporre le bevande e di un’apposita taschina per tovagliolini. Un nuono sistema per trasportare comodamente le bevande, soprattutto quando si hanno le mani impegnate da altre buste o più semplicemente un nuovo veicolo comunicativo, comodo e di impatto per pubblicizzare bar o locali di tendenza. Magari proprio Starbucks lo adotterà a breve… Continua »
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dicembre 10th, 2007 by Ivana
Immagino che in quasi tutte le case degli italiani (e non solo) ci sia un bell’alberello di natale luminoso e allegro, addobbato di tutto punto, magari vicino ad una finestra…spero vivamente che sia ecologico e magai con lucine a risparmio energetico.
Per chi ancora non ho trovato l’alberello per il suo natale, può essere utile l’idea del designer Buro North e X-Mas Tree: un albero di natale realizzato con materiali di recupero, ecologico e dal design ricercato. E’ realizzato in legno riciclato e compensato, ed è disponibile in diverse misure: da quelli più piccoli, ideali per le scrivanie, a quelli più grandi, ottimi per ambienti spaziosi.
X-Mas tree è un albero il cui ciclo di vita è stato studiato accuratamente (dalla nascita alla dismissione) per avere un impatto ambientale più basso possibile. Dai materiali, alla distribuzione, alla dismissione lo studio di X-Mas Tree segue una filosofia ecosostenibile molto forte, per un natale rispettoso dell’ambiente.
I pezzi dell’albero sono studiati per essere assemblati a secco e disassemblati con estrema facilità. Anche il packaging, semplice ma grazioso, è realizzato con carta riciclata e coloranti naturali. Insomma, un piccolo alberello con un grande cuore ecologico. Un bel pensiero da regalare o regalarsi.
Molto interessate è il file che mette a contronto gli impatti ambientali di un tradizionale albero di natale (vero) e X-Mas Tree. Due cicli di vita e due impatti ambientali assolutamente diversi. (XMas Tree è dell’80% più ecologico rispetto agli alberi veri). Vi consiglio di dare un’occhiata -i grafici parlano chiaro, purtroppo- Galleria Continua »
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novembre 6th, 2007 by Ivana
A colpo d’occhio sicuramente starete pensando che il packaging della foto sarà di qualche nuovo profumo o crema da corpo…qualche nuova ideazione di Gucci o Dior? Niente di tutto questo, più semplicemente una bottiglia di preziosissimo cognac!
Lontana dai tradizionali canoni estetici dei packaging per beverage, la Hennesy, produttrice della bevanda alcolica che fa riferimento alla celebre LVMH (famosa per alcuni accessori e packaging Dior, Louis Vuitton, Givenchy, Fendi, Veuve Clicquot….) ha caratterizzato questa bottiglia di Cognac con un packaging assolutamente originale. Un pezzo che si avvicina piu’ ai packaging-design per la cosmetica(e infatti la tendenza si nota) e che è stato idealizzato con il preciso intento preciso di esaltare ed impreziosire il liquido contenuto per renderlo unico ed esclusivo. Un concept più che azzeccato considerando che questa stravagante bottiglia di pregiatissimo cognac costa APPENA 3.350 sterline a bottiglia!
Di sicuro il design è molto originale, molto più del packaging di Vertikal Vodka dove, per la prima volta in assoluto, la Nonobject assieme al designer Branko Lukic creano una bottiglia senza collo.
Per chi è interessato all’acquisto può farlo sia presso i magazzini londinesi Harrod’s o, più semplicemente, on line… Gli avvolgenti sapori di frutta candita, rosa selvatica e un penetrante profumo di invecchiamento vi rapiranno letteralmente. Una delizia per il palato e per gli occhi…non tanto per il portafogli…
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settembre 26th, 2007 by Ivana
Tra i maggiori esponenti di eco-design, sicuramente Tom Dixon è uno dei designer più acclamati e ricercati al momento.
Il suo stile minimal è sempre attento alle problematiche ambientali ed i suoi prodotti sono sempre proiettati verso un’ ottica di salvaguardia ambientale nonchè energetica. In questo senso la sua ultima creazione, la lampada GLOWB è la sintesi perfetta tra design ed etica ambientale.
Di Tom Dixon (di cui già parlai diverso tempo fa per la sua collaborazione con Lacoste e la T-shirt Eco-Polo) oltre al design, ammiro la filosofia progettuale. Egli afferma che spesso la gente è restia al design sostenibile solo per una questione di estetica o, nel caso delle lampade, perchè non emettono una luce attraente. Sempre più spesso Dixon riesce a trascendere da questi pregiudizi sull’eco-design, concentrandosi sulla creazione di prodotti nobili anche dal punto di vista estetico.
Glowb, per esempio, è una lampada che consuma l’80% in meno di energia, ma che riesce a sprigionare una bellissima luce calda e vivace e che ha un design attraente anche se semplice. Recentemente, a Londra, durante un’installazione ecologica, Tom Dixon ha regalato 1000 lampade Glowb a 1000 fortunati londinesi per portare nelle loro case un pò di eco-design. Per il packaging, il sig. Dixon stupisce con un particolare contenitore nel quale inserire le lampadine obsolete da spedire, GRATUITAMENTE, ad una società che si occuperà del riciclo dei prodotto inviato (queste cose qua ce le sognamo!).
Molto interessante è anche la sua collezione di prodotti sostenibili Eco Ware destinati al food-design. Un set di bicchieri, ciotoline o piatti creati completamente in plastica biogegradabile realizzata con materiali naturali come fibra di cocco, riso e bamboo. Emblematico è anche il packaging. Una confezione realizzata in carta riciclata e vernici atossiche.
Tom Dixon, il guru del design sostenibile Continua »
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