Mehrzeller: nuovi concept per caravan

settembre 1st, 2008 by Ivana

Mehrzeller

Un nuovo filone progettuale per i caravan: i Mehrzeller (multicelle). Arrivano dall’Austria i nuovi caravan personalizzati.

Quest’estate in Corsica ho avuto modo di capire quante persone preferiscano trascorrere le proprie vacanze con caravan al seguito. Un numero incredibile, vuoi perchè la Corsica è attrezzatissima, vuoi perchè la tendenza a “staccarsi” dalla quotidianità e vivere a stretto contatto con la natura cresce ogni anno di più. Nei caravan, soprattutto quelli di ultima produzione, non manca praticamente nulla; una piccola casa in miniatura per vivere totale libertà le proprie vacanze. Unica pecca, il design!

La richiesta di caravan particolari, dal design nuovo e più forte, è però in considerevole aumento anno dopo anno. A questo nuovo bisogno hanno risposto Cristiana Freissling e Theresa Kalteis, due designer della Graz University of Technology in Austria, le quali hanno presentato il loro concept al Caravan Salon di Düsseldorf (il salone dei caper e caravan più importante a livello europeo). Il successo è stato immediato, tanto che la BMW ha subito sentito odore di successo e si è prontamente proposta come sponsor.

La creazione di questi caravan è supportata da un configuratore on-line: ogni cliente configura il suo caravan in base alla propria idea di design e ai propri bisogni. Ogni veicolo è, quindi, assolutamente unico, sia per gli interni che per gli esterni per i quali è possibile anche scegliere una texture particolare piuttosto che le solite verniciature. Il design a nido d’ape degli esterni è continuato negli interni ed ogni funzione ha la sua cella. All’interno lo stile è sempre molto minimal e geometrico.

Magari in termini di ottimizzazione degli spazi non è il massimo, ma finalmente vediamo qualcosa di diverso per questo settore, sempre molto rigido e standard. Qualche finestrino in più l’avrei gradito ;) Altre immagini Continua »

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Torce Olimpiche: il design dal 1936 al 2008

agosto 29th, 2008 by Ivana

Torce Olimpiche 1936 - 2008

Dal 1936 all’ultima edizione delle Olimpiadi. La storia del design attraverso le torce olimpiche.

E’ di pochissimi giorni fa l’articolo pubblicato sul New York Times che immortala tutte le torce olimpiche, dei giochi estivi ed invernali, disegnate negli ultimi 70 anni. Un excursus storico fatto di forme, stili, materiali e concept sempre più interessanti ed affascinanti.

Dal lontanno 1936, edizione dei giochi olimpici di Berlino, fino all’ultima edizione ancora fresca nei nostri ricordi, di Pechino 2008. Torce sempre più sofisticate e vivaci. Le più belle, a mio avviso, partono dal 1998 dall’edizione di Negano. Protagonosti assoluti i colori e lo stile.

E’ probabilmente da quell’edizione che cambia il design delle torce che vede anche la torcia disegnata da Pininfarina in occasione dei giochi invernali di Torino 2006 fino all’ultima torcia di Pechino, disegnata da Lenovo ed ispirata alla tradizione della Cina. I colori, la forma di pergamena e le “clouds of promises” le nuvole delle promesse della nuova Cina che dialoga con l’innovazione e la modernità senza, come abbiamo visto, dimenticare le radici e le tradizioni locali.

Vi lascio al sito interattivo del New York Times. Intanto aspettiamo il 2012 per vedere come si comporterà Londra e quale design sceglierà per la sua torcia London2012…per ora conosciamo solo il logo, criticato dal mondo intero! Aspetto anche con ansia le megastrutture di Londra. Superare la Cina sarà difficile. Tutte le torce Continua »

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ReWalk: per tornare a camminare

agosto 28th, 2008 by Ivana

ReWalk

ReWalk, il primo ed unico dispositivo per tornare a camminare o, addirittura, camminare per la prima volta. Sviluppato dalla Argo Medical Technologies, grazie agli sforzi dell’ingegner Amit Goffer, sarà la prima chance per i paraplegici per condurre una vita normale.

Non posso fare a meno di pubblicarlo. Mi ha veramnete commosso questo video che immortala Radi Kaiof, un paracadutista che dopo un brutto incidente torna a camminare dopo 20 anni. Venti anni.  Il video

E’ la faccia della medaglia del design che resta più nascosta, quella che purtroppo fa parlare meno di sè. Ma questo progetto di social design deve far parlare di sè e deve essere conosciuto.

Si chiama ReWalk, ri-camminare appunto. Non è la solita sedia a rotelle ma un “esoscheletro” da indossare che farà alzare e camminare chi, purtroppo, è paralizzato dalla vita in giù. Come si vede dalle immagini, ReWalk è dotato di un piccolo zainetto all’interno del quale è disposto il pacco batterie e il computer che permetterà agli utenti di scegliere le diverse configurazioni: alzarsi, camminare, salire o scendere le scale.

E’ un progetto che migliorerà la vita a livello fisico e, soprattutto, a livello psicologico. Sarà in commercio a partire dal 2010 e, per ora, verrà testato da Radi Kaiof e nello Sheba Medical Center di Tel Aviv per poi arrivare al Moss Rehabilitation Research Institute of Pennsylvania . E’ uno dei pochi progetti che veramente utilizza la tecnologia in favore dell’uomo a costi estremamente ridotti per altro. Il costo si aggirerà intorno ai 15.000 euro, l’equivalente delle sedie a rotelle di gamma alta.

Credo rappresenti l’innovazione più significativa degli ultimi anni. E siamo appena all’inizio. Basterà affinare la tecnologia ed i materiali per un dispositivo ancora più compatto, leggero e veloce. Ma l’inizio è più che sconvolgente e regalerà la speranza a moltissime persone.

L’opinione di Goffer: «Il beneficio più grande di questo macchinario è la riconquista della dignità e dell’autostima. Molti non se ne rendono conto, ma crescere su una sedia a rotelle non è affatto facile. Questa è una vera rivoluzione»

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iCables: i nuovi auricolari di Yoonsang Kim

agosto 26th, 2008 by Ivana

iCables auricolari Yoonsang Kim

Ideati per la Philips da Yoonsang Kim, i nuovi auricolari iCables catturano subito l’attenzione per il design particolare e innovativo.

Una forma studiata per assolvere diverse funzioni. Il nuovo sistema dovrebbe essere più comodo da indossare e dovrebbe anche limitare notevolmente i fastidi all’orecchio in termini di traspirazione, comfort, igiene ed ergonomia (stando a quello che garantiscono); la particolare forma ad uncino premette inoltre di unire i due auricolari e di posizionarli dietro al collo, una posizione ottima che permette di avere sempre a portata di mano gli auricolari evitando di far attorcigliare i fili. Starebbero bene con Voice Stick!

Il design degli iCables non dimentica nemmeno le logiche di marketing. La forma ad “uncino” rimanda subito alla “P” di PHILIPS, regalando grande visibilità, riconoscibilità ed unicità al brand (anche se, almeno a giudicare dall’immagine, la “P” risulta specchiata. Ma immagino sia un problema di grafica…spero!).

Il dubbio ovviamente c’è. Bello il design, originale per un paio di auricolari, però ho delle perplessità circa la qualità del suono. La cuffietta-altoparlante mi sembra troppo piccola e credo vada ad incidere negativamente sull’audio. Ma magari la PHILIPS sta mettendo a punto un nuovo altoparlante.

Aspetteremo l’eventuale messa in produzione per testarne la qualità. Io lo proverei. Voi? Altre immagini Continua »

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Voice Stick legge per me!

agosto 25th, 2008 by Ivana

Voice Stick

Un nuovo dispositivo piccolo e maneggevole adatto a chi, purtroppo, non puo’ leggere. Facile da usare ed immediato, Voice Stick legge e “parla”.

Sempre più spesso cito oggetti di social design: una nuova dimensione del design che non crea solo oggetti belli ma, soprattutto, oggetti utili e anche esteticamente gradevoli. Ne abbiamo visti tanti: Bedu il bidone per le emergenze o le stampelle di Yong Rok Kim solo per citarne un paio. (Gli altri sono tutti nella categoria Social Design)

Oggi parliamo di Voice Stick creato da Sungwoo Park, un designer frizzante di cui abbiamo già parlato su A+D prima con Eazzzy la minifotocamera USB e poi con Rolling Bench la panchina sempre asciutta.

Voice Stick possiamo definirlo come un piccolo scanner progettato per le persone colpite da cecità o con problemi alla vista. Utilizzarlo è semplicissimo: basta disporlo su una pagina di un libro (o di un bigliettino da visita, un opuscolo…) e, grazie ai comandi in braille, è possibile avviare la scansione del testo. Attraverso un sintetizzatore il fruitore potrà poi ascoltare il testo direttamente da Voice Stick.

Per evitare di disturbare altre persone, se ci si trova in una biblioteca per esempio, è possibile utilizzare degli auricolari grazie all’uscita posta all’estremità di Voice Stick. Un nuovo sistema che permetterà a tutti di ampliare sempre più le proprie conoscenze e di superare i libri in braille (non sempre facilmente reperibili e disponibili per tutti i titoli).  Lo trovo un bel progetto. Critiche? Tutte le foto Continua »

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Ergoskin: la T-shirt anti-scoliosi

agosto 20th, 2008 by Ivana

T-shirt anti-scoliosi

Dopo le magliette personalizzate arrivano le magliette intelligenti pronte a prendersi cura della nostra schiena. Si chiamano Ergoskin e sono le prime t-shirt al mondo che ci “avvisano” se assumiamo posizioni scorrette a danno della nostra schiena.

Al ritorno dalle vacanze, e non solo, è così bello ritornare davanti al pc e accendere questa meravigliosa finestra sul mondo intero. Ore e ore a navigare, imparare cose nuove o vedere le cose più bizzare da tutto il mondo. Bello, sì, ma dopo pochi minuti sfido chiunque a mantenere una corretta posizione con la schiena (a proposito..la mia schiena! un secondo che mi sistemo!!).

Dicevo, la schiena appunto. Tallone di achille di quelli che passano ore davanti al pc ma anche alla tv o leggendo un bel libro. Tutti storti pronti ad accusare un bel mal di schiena dopo poco.

Da questo nasce l’idea della designer austriaca Talia Elena Radford Cryns (una donna finalmente!) che ha ideato una T-shirt intelligente con una speciale tessitura che ingloba particolari e picolissimi sensori pronti a controllare la corretta postura del busto. Qualora stessimo seduti a mò di contorsionisti dopo qualche secondo, grazie ai materiali intelligenti, una piccola vibrazione ci ricorderà di riassumere una posizione corretta. E’ interessante sottolineare che la maglia può anche essere tarata per una specifica posizione, magari suggerita da un fisioterapista.

Ergoskin nel 2007 ha vinto il premio Auatriaco National Dyson Design Award; non è ancora disponibile in commercio ma lo sarà a breve (chissà a quale prezzo). Almeno non sentiremo gridare la solita frase: ”stai dritta con la schienaaaaaaa!!” Continua »

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Aeroporto Pechino: Norman Foster progetta il Terminal 3

agosto 18th, 2008 by Ivana

Aeroporto Pechino Beijing

Olimpiadi di Pechino e megastrutture. La Cina stupisce ancora con l’aeroporto più grande del mondo.

Rieccoci qui, dopo una meritata pausa estiva. Sicuramente questa è l’estate delle olimpiadi, della Cina e delle fantastiche architetture create dal paese del Sol Levante. Dopo Bird’s Nest e Water Cube, vediamo il progetto del Terminal 3 (T3), l’aeroporto che accoglierà e darà il benvenuto ai moltissimi turisti che popoleranno Beijing (Pechino) nei giorni delle Olimpiadi … e non solo!

Più di 3,75 km di aeroporto che inaugurano “la più grande architettura coperta mai costruita“. Parole di Norman Foster l’architetto britannico che ha dato vita alla megastruttura. Inaugurato il 29 Febbraio 08 (con tre anni di lavori), nell’aeroporto T3 il passato e la tradizione cinese dialogano con l’innovazione tecnologica d’oggi; i colori (rosso e oro) evocano la cina imperiale mentre la forma ricorda un dragone stilizzato, simbolo per antonomasia di forza e di buon augurio per la Cina.  La struttura, invece, è stata costruita con i materiali e le tecnologie più innovative grazie ad un folto gruppo di ingegneri che hanno messo a punto un nuovissimo sistema bagagli pronto a gestire 19mila bagagli l’ora su 45 km di nastri trasportatori, una struttura resistente a scosse telluriche e un incredibile sistema per il controllo bagagli (anti-terrorismo) mai utilizzati prima basato su nuovi sistemi a raggi X.

Un terminal futuristico e luminosissimo che non ha incontrato poche difficoltà lungo i quattro anni di progettazione (più i tre di costruzione). Sul tetto dell’aeroporto sono moltissime le “squame” del dragone: lucernari pronti a catturare la luce nelle diverse ore del giorno per illuminare di luce naturale tutto l’interno della struttura. Continua »

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Stadio Olimpico di Pechino: il Bird's Nest

luglio 23rd, 2008 by Ivana

The Bird\'s NEst, il nido. Stadio Olimpico Pechino 2008

Il National Stadium o The Bird’s Nest, letteralmente il “nido di uccello”, è l’ultima megastruttura architettonica realizzata a Pechino in occasione delle prossime Olimpiadi 2008.

Una struttura affascinante dove oltre 35.000 tonnellate di acciaio si intrecciano, come esili ramoscelli, per dar vita al “nido” più particolare della terra, un nido che accoglierà più di 90mila increduli spettatori delle Olimpiadi di Pechino (il via ad Agosto).

Il progetto, ideato dagli architetti svizzeri Herzog e de Meuron, è risultato il vincitore del concorso bandito nel 2002 proprio grazie alle sue forme morbide, originali ed organiche. Una forma data da innumerevoli intrecci che, oltre a regalare una bellissima opera di architettura contemparanea, risultano un interessante e meticoloso capolavoro di ingegneria.

Tutta la struttuta è ricoperta da due strati di materiale traslucido: l’EFTE (lo stesso materiale utilizzato per lo stadio del nuoto Water Cube di Pechino). Questo materiale, dalle prestazioni sorprendenti (una delle tante è che quando brucia non emette nè fuoco nè fumo) è utilizzato sia come membrana protettiva resistente agli agenti atmosferici, sia come (per la membrana interna) isolante acustico. Parte integrante della struttura è il tetto del “nido”, un guscio trasparente che consente il riflesso di fasci di luce all’esterno (e protegge gli spettatori da eventuali piogge).

I percorsi interni sono “segnati” da elementi in ardesia, intervallati da boschetti di bamboo, blocchi in pietra e piccoli giardini coperti. In questa architettura, in cui facciata e struttura coincidono, l’effetto visivo è sorprendente, nonostante la semplicità e l’essenzialità dell’idea. Dalla natura c’è sempre da imparare. Le foto Continua »

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River Gym: le palestre galleggianti

luglio 15th, 2008 by Ivana

River Gym

Cosa fare di tutta l’energia cinetica creata da chi suda ore ed ore in palestra? Semplice, utilizzarla per muovere un nuovo sistema di trasporto marittimo. E’ River Gym la palestra-galleggiante alimentata con energia umana.

Dopo la discoteca sostenibile di Rotterdam, che si alimenta con il ballo delle persone, la metropolitana ecologica di Londra che si alimenta con il calpestio dei viaggiatori e la palestra sostenibile della California arriva un nuovo progetto, questa volta da Manhattan.

Come coniugare sport, trasporti ed energia pulita? River Gym ci dà una risposta. E’ una palestra galleggiante, alimentata da un bel gruppo di sportivi pronti a soddisfare la voglia di sport e che, allo stesso tempo, alimentano anche un nuovo sistema di trasporto sostenibile.

L’idea è venuta all’architetto Mitchel Joachim e al personal trainer Douglas Joachim (probabilmente due fratelli). Ovviamente parliamo ancora di un concept, di un’ipotesi per recuperare ed utilizzare energia cinetica. L’idea ha qualche falla. Non possiamo pensare a questi sportivi come dei cricetini che alimentano la barchetta (magari li frustiamo pure se si fermano perchè sono stanchi!); bisognerebbe avere sempre persone in movimento per garantire il servizio, far lavorare moltissimi sportivi per trasportare diverse persone… insomma, tanti punti possono mettere in crisi il concept.

E’ pur vero che questa energia in qualche modo dovremmo riutilizzarla. L’importante è iniziare a fare qualche proposta. Qualcuno ha qualche idea a riguardo?

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Philips: bio-architetture sostenibili. La casa come un organismo vivente

luglio 14th, 2008 by Ivana

Off the Gris PHILIPS

Le abitazioni del 2020. Off the Grid: organismi che dialogano con l’ambiente dal quale traggono acqua, aria, luce e calore. Un nuovo concetto di casa ecosostenibile e futuribile (tutte le foto a fine articolo).

Dopo gli elettro-tatuaggi e gli accessori sensibili e lumalive, è sempre la Philips a proporci un altro progetto, questa volta destinato alle abitazioni. Senza dubbio più utile dei precedenti e più attento alle problematiche ambientali contemporanee e future.

Si chiamano Off The Grid, Sustainable Habitat 2020, e sono le nuove bio-architetture progettate dalla PHILIPS. Ogni palazzo è progettato con una “pelle” particolare che, proprio come un essere vivente, reagisce e interagisce con l’ambiente, recupera le acque piovane, immagazzina calore, scherma o lascia passare tutta la luce che desideriamo, recupera energia pulita…

Le nuove architetture Off the Grid hanno un aspetto leggero alla vista e si integrano perfettamente all’ambiente circostante. La struttura esterna è formata da “pelli sensibili” capaci di mutare le proprie caratteristiche fisiche e regolare diversi aspetti come luce, aria, acqua ed energia. Vediamo come. Continua »

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