La bottiglia per l'acqua realizzata in carta

dicembre 2nd, 2008 by Ivana

360 Paper

Lo studio BrandImage lancia 360 Paper, la prima bottiglia per acqua realizzata in carta! Un progetto ideato per far fronte alle tonnellate di bottiglie di plastica che si accumulano numerose nelle discariche.

L’idea è quella di sostituire le tradizionali bottiglie di plastica che, a detta della BrandImage troppo spesso finiscono in discarica (circa l’86% negli USA) senza essere riutilizzate o riciclate, con un prodotto riciclato, riciclabile e biodegradabile al 100%, la carta appunto. 

La parte più interessante del packaging sta nello studio del tappo, che in 360 Paper mi sembra la cosa più interessante (forse l’unica). La parte superiore della bottiglia è caratterizzata, infatti, da quell’elemento ellittico che si può spezzare dal resto della bottiglia; una volta aperta la bottiglia questo elemento ellittico si divide in due parti, una da incastrare alla base del collo della bottiglia che aiuta a versare l’acqua, mentre l’altro, che funge da tappo, si aggancia a pressione all’anellino alla destra della bottiglia, così non si perde ed è sempre pronto all’uso.

Oltre alla domanda che vi starete ponendo tutti (come fa la carta a conservare e preservare il liquido contenuto senza sciogliersi) mi domando perchè, invece di sensibilizzare le persone ad un utilizzo più etico e consapevole delle plastiche, vengono proposti questi oggetti che non risolvono il problema alla base.  Quello che è chiaro è che per essere idrofoba la carta va sicuramente trattata, perciò tutto il senso più etico e “verde” va comunque perso. Del progetto salverei solo il tappo, il resto non mi convince affatto e al sito non ci sono specifiche circa il materiale. Voi cosa ne pensate? Altre immagini Continua »

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Ross Lovegrove e l'incredibile rifugio Alpine Capsule

dicembre 1st, 2008 by Ivana

Capsula Alpina Ross Lovegrove

Si chiama Alpine Capsule, il nuovo rifugio hi-tech creato dal designer inglese Ross Lovegrove. Una sfera tecnologica pronta ad accogliere gli amanti delle alte quote per una notte e vivere a contatto con la natura a 360° in un ambiente isolato e confortevole.

Ross Lovegrove ormai lo conosciamo bene tutti, il suo amore per il design biomimetico è stato da sempre la sua arma vincente, l’innovazione e il design organico sono da sempre i suoi tratti distintivi con i quali firma tutti i suoi progetti. Pensiamo a Solar Trees e Car on a Stick solo per fare degli esempi.

Alpine Capsule è l’ultimo progetto del designer inglese Lovegrove, un vero e proprio rifugio hi-tech totalmente ecologico che sarà posizionato sul Piz La Ila -Dolomiti- a oltre 2100 metri. Una capsula bellissima caratterizzata da un design che ricorda una goccia di mercurio (Ross ha un debole per questo materiale, mi viene subito in mente il suo lampadario Mercury!), un esclusivo rifugio autoalimentato e totalmente isolato termicamente dall’ambiente circostante. 

8metri di diametro per questa struttura a doppio vetro, ricoperta da un coating riflettente, il cui involucro esterno diffonde e riflette l’ambiente circostante la capsula, quasi dematerializzandola, senza però precludere la vista ai fortunai occupanti e di contemplare il paesaggio esterno in ogni condizione ambientale e atmosferica.

Grazie alle piante artificiali “power plants” (delle unità artificiali remote a forma di pianta, molto simili per il funzionamento ai Solar Trees)  tutta la capsula sarà alimentata con energia pulita proveniente dalle celle solari e dalle mini turbine eoliche inglobate nella “pianta”. Continua »

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Yellow Treehouse Restaurant in Nuova Zelanda

novembre 27th, 2008 by Ivana

Yellow Treehouse Ristorante

Nuova Zelanda, scenario di architetture mozzafiato e sostenibili. Questa volta l’attenzione è tutta per questi particolarissimi ristoranti costruiti direttamente sugli alberi.

A 12 metri di altezza svettano maestosi questi “boccioli” lignei, aggrappati su sequoie secolari ed altissime. Architetture sostenibili, create con elementi modulari in pioppo, che ospiteranno particolari bar-ristoranti raggiungibili con una passerella lunga 60 metri sospesa nell’aria.

La forma rimanda subito ad un bozzolo di farfalla, una stilizzazione suggestiva realizzata dalla Pacific Environments Architects che riprende e ripercorre il sogno di tutti i bambini: avere una propria casetta sull’albero, un posto accogliente e avvolgente dove nascondersi, ripararsi e stare a contatto con la natura.

Le strutture hanno interni estremamente suggestivi e, grazie ad ulcune coperture termiche, sono fruibili e godibili a qualunque condizione atmosferica; in caso di pioggia alcuni fogli di acrilico assicurano una permanenza confortevole e all’asciutto! Durante il giorno, grazie alle fessure longitudnali, la luce attraversa il bozzolo illuminandolo totalmente con la luce naturale, mentre di notte l’effetto che il Treehouse regala è suggestivo e magico. 

 Il ristorante dispone di ampio spazio per 18 posti a sedere e si completa con un elegante bar nel quale potrete farvi un aperitivo prima di sedervi a tavola. L’effetto è incredibile e l’integrazione con la natura risulta perfetta. I vari bozzoli possono essere rimossi in qualsiasi momento ed essere reistallati su altri alberi, anche in altre parti del mondo.

La fine dei lavori è prevista per il prossimo 12 Dicembre, se passate per Aukland -Nuova Zelanda- la sosta è d’obbligo! Le immagini Continua »

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Casa 100k, la casa ecosostenibile a basso impatto economico ed ecologico

novembre 24th, 2008 by Ivana

Casa 100K

100mq a 100 mila euro. Abbordabile, innovativa ed ecosostenibile: la casa 100K è una abitazione ecologica a basso impatto economico ideata dall’architetto Mario Cucinella in collaborazione con Italcementi Group.

Di Mario Cucinella abbiamo già parlato qualche articolo fa con il Centro per le Tecnologie e le Energie Sostenibili, un progetto di bioarchitettura realizzato in Cina, ma questa volta il progetto è tutto italiano, a basso costo, a misura di desiderio, a basso impatto. 

Sono i tre presupposti  – il primo di carattere economico, il secondo di carattere sociale e il terzo di tipo energetico – che danno vita al progetto Casa 100 k, un nuovo modello abitativo condominiale.

Il tentativo di restituire una risposta a domande di economicità, riduzione di emissioni inquinanti e senso di piacere dell’abitazione. Una casa viva, colorata, che lascia spazio alle differenti identità e modalità di vivere, ma capace di produrre energia utilizzando ogni strategia passiva e attiva per rendere l’edificio una macchina bioclimatica. La casa si avvale di tutte le tecnologie disponibili per limitare i costi di costruzione senza compromettere la qualità. Una casa a basso costo acquistabile grazie a un mutuo che può essere coperto in buona misura attraverso l’energia che è in grado di produrre. Continua »

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Mini Cooper Elettrica: MINI-E

novembre 17th, 2008 by Ivana

MINI-E

Il futuro delle auto? Sicuramente è elettrico. Sono sempre più frequenti i modelli di autovetture destinate al mercato dei prossimi anni alimentate esclusivamente ad energia elettrica.  Dopo B0 l’auto elettrica di Pininfarina, l’ultima arrivata è l’amatissima MINI, in una nuova versione ecologica. Nuovo nome, nuova philosophy.

Il Los Angeles Auto Show è il palcoscenico scelto dalla Casa di Monaco per presentare al pubblico mondiale, dal 21 al 30 novembre prossimi, la nuova cooper.

Si chiamerà MINI-E e sarà prodotta in America già dalla fine del prossimo anno, in piena linea con i nuovi piani verdi enunciati dal presidente Obama.

Un’America più verde a cominciare proprio dalle auto. Prima ancora della conversione verde di tutti i taxi entro il 2012, in America la MINI-E conquisterà il pubblico con la sua nuova veste green.

La Mini Cooper Elettrica, con un design identico alla Cooper originale, sarà ”azionata da un elettromotore da 150 kW/204 CV che eroga una coppia massima di 220 Nm e consente di realizzare un’accelerazione continua da 0 a 100 km/h in 8,5 secondi. La velocità massima è limitata elettronicamente a 152 km/h. Il propulsore elettrico trasmette la propria potenza silenziosamente e senza emissioni alle ruote anteriori tramite un ingranaggio a ruote dentate cilindriche; ed è approvvigionato di energia da una batteria agli ioni di litio, ricaricabile in 6-8 ore, che ha una capacità totale di 35 kWh per un’autonomia di 200 km ca“. Continua »

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Folding Bamboo Houses: ricoveri temporanei e architettura sostenibile

novembre 11th, 2008 by Ivana

Folding Bamboo Houses

L’arte degli origami ispira le costruzioni per i ricoveri temporanei realizzati in bamboo. Sono le Folding Bamboo Houses, un’idea di Ming Tang nata per aiutare le persone in caso calamità naturali come terremoti o tsunami.

Il terremoto di magnetudo 7.9 che ha colpito il centro della Cina lo scorso Maggio, uccidendo più di 69.000 persone, ha segnato fortemente l’architetto Tang portandolo a progettare dei rifugi temporanei leggeri e modulari, facilmente montabili e sostenibili. Un emblema di progettazione di design sociale e sostenibile.

Le Folding Bamboo Houses sono case-rifugio esteticamente incantevoli, funzionali, dinamiche, capaci di adattarsi e rispondere facilmente a tutte le necessità, realizzate con materiali sostenibili e capaci di assumere moltemplici aspetti. Un progetto che ha recentemente vinto la mensione speciale al Re:construction Award, un importantissimo premio sponsorizzaro da UrbanRe:Vision di San Francisco.

La particolare geometria delle Bamboo Houses permette l’unione di varie strutture modulari che possono essere rapidamente assemblate in fabbrica e trasportate a destinazione. Una volta assemblate, e determinata la morfologia per l’occasione, è possibile ricoprire le strutture con una carta riciclata pre e post consumo. 

Un esempio di architettura sostenibile, mutevole, capace di adattarsi a mille situazioni e produrre scenari potenzialmente infiniti. Esteticamente sono impeccabili, sicuramente assicurano spazi al coperto, dove radunarsi temporaneamente, ma non mi sembra assicurino molta protezione agli agenti atmosferici, sorattutto se nascono come case-rifugio. Mi sembrano più dei bellissimi elementi per arredo urbano, per istallazioni o allestimenti o al massimo spunti molto interessanti da studiare per altre applicazioni. Voi che pensate? Le immagini Continua »

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100% Tokyo Design Week: Flat Lamp. La prima lampadina ultrapiatta.

novembre 7th, 2008 by Ivana

Lampadina Ultrapiatta

Il redesign dell’oggetto più comune e consolidato di tutti i giorni: la lampadina. Al 100% Tokyo Design Week arriva Flat Lamp, la lampadina ultrapiatta.  Rimensioni ridotte di 1/3, design ottimizzato e funzionalità invariata!

E’ l’idea del designer coreano Yoonhuyn Kim che è riuscito nell’arduo compito. Sostanzialmente la forma è rimasta invariata, soprattutto se osserviamo il progetto di faccia, ma basta una piccola rotazione della lampadina per capire che qualcosa è cambiato!

Ben un terzo di prodotto in meno per una lampadina piatta che assolve magnificamente alla sua funzione e che riesce anche ad ottimizzare altri aspetti.

Sicuramente uno su tutti è il trasporto. La forma schiacciatale regala un aspetto sostenibile, permettendo infatti di trasportare il triplo dei prodotti, con ricadute positive sull’ambiente e sul costo del prodotto stesso.

Una forma perfetta non solo dal punto di vista estetico ma anche funzionale. L’utilizzo è quello di sempre (si svita e si avvita nello stesso modo, illumina nello stesso modo….) ma sicuramente il particolare design la rende molto meno fragile e delicata delle tradizionali lampadine, soprattutto durante il trasporto (all’interno del packaging la lampadina non può nemmeno muoversi).

Per me è un ottimo prodotto. Vediamo le vostre critiche… Continua »

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National Space Center: il museo ricoperto di "cuscini"

novembre 6th, 2008 by Ivana

National Space Center Leicester

Inghilterra. Scenario di architettura contemporanea e ricerca sui nuovi materiali. Una delle attrazioni turistiche  più suggestive è senza dubbio il National Space Center di Leicester, una cittadina situata vicino il fiume Soar in Inghilterra.  L’edificio, interamente ricoperto di “cuscini d’aria” è opera dell’architetto inglese Nicholas Grimshaw.

A primo impatto colpisce subito per la struttura dell’edificio caratterizzata da 38 grandi cuscini di EFTE (lo stesso materiale con il quale è stato costrito il Water Cube di Pechino) che gli regalano un aspetto soffice e tecnologico.  Una struttura interna in alluminio ricoperta da tre strati di EFTE stabile ai raggi UV e con una superficie autopulente per un edificio eco-sostenibile che ha bisogno di pochissima luce artificiale per l’illuminazione degli ambienti interni.

Una torre espositiva che ospita un museo aerospaziale, un planetario, dei laboratori di ricerca ed informazione per studenti di tutte le età e sei gallerie per mostre e attività per i visitatori più grandi (volo spaziale, cosmologia ed astronomia) e per i bambini, ai quali è dedicato il Challenger Learning Center una struttura interattiva per simulare una missione spaziale. Il centro è nato in collaborazione tra il centro di ricerche spaziali dell’università di Leicester e le agenzie governative locali. 

Sebbene la struttura possa essere considerata effimera, i vari rivestimenti sono garantiti per oltre 60 anni. Sicuramente un periodo molto lungo per questo genere di materiali, ma sempre più spesso mi chiedo cosa resterà delle nostre architetture alle generazioni future. Pensate sia meglio progettare per l’ “eternità” o per il “presente”?. Altre immagini Continua »

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Rain Drop: il dispositivo per raccogliere l'acqua piovana

novembre 5th, 2008 by Ivana

Rain Drops Evan Gant

L’acqua è il bene più prezioso della terra, più prezioso dei diamanti e del petrolio. Una risorsa sfruttata e troppo spesso usata male, in modo irrispettoso. Impariamo a saperla usare ed evitare sprechi. Impariamo anche ad utilizzare l’acqua piovana. E’ il progetto Rain Drop del designer Evan Gant. Un progetto di social design estremamente interessante, destinato al recupero dell’acqua piovana.

L’idea associa, oltre al recupero dell’acqua, il recupero e riutilizzo di bottiglie di plastica -a fine vita- che fungeranno da piccoli serbatoi. Il progetto, vincitore del concorso Design for Poverty, è destinato ai paesi poveri e riesce a raccogliere l’acqua piovana attraverso una serie di beccucci da applicare alle grondaie delle case.

Grazie ai particolari beccucci, ai quali si collegano le bottiglie, l’acqua viene fatta scorrere e conservata nelle bottiglie stesse ed è pronta per essere usata. Ovviamente non parliamo di acqua potabile, ma di acqua pronta per essere utilizzata per l’agricoltura, per usi personali e per mille altri usi ai quali viene impropriamente utilizzata l’acqua potabile.

I beccucci hanno una doppia funzione: possono permettere la rimozione totale della bottiglia ma possono anche essere aperti, tramite una cerniera, per un utilizzo immediato dell’acqua a mò di doccetta (per lavarsi le mani ad esempio).

 Ho un solo dubbio… nei paesi poveri le grondaie ci sono? Particolare a parte trovo il sistema efficace ottimo per i paesi poveri ma ideale anche (soprattutto) per il resto del mondo.  Le immagini

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Sound Garden di JVC: altoparlanti sostenibili

novembre 4th, 2008 by Ivana

Sound Garden JVC

Natura e design, design e tecnologia, binomi perfetti per progetti significativi. Sound Garden di JVC gli altoparlanti acustici dal design accattivante ed originale.

Danno un bellissimo tocco zen alle scrivanie, gli altoparlanti Sound Garden sono dei piccoli “vasi” per bonsai o piccole piantine con un “cuore vibrante” pronto a diffondere note rilassanti negli ambienti di lavoro o domestici. 

Un progetto con tante sfumature, un concept interessante e particolare che regala un tocco di verde alle nostre scrivanie nonchè di tecnologia. Sono altoparlanti modulari, caratterizzati da un design organico e modulare, più moduli uniamo più il suono emesso sarà intenso e l’effetto visivo sempre più bello.

I Sound Garden non si limitano ad essere graziosi vasetti-altoparlanti ma, grazie a connessioni wi-fi, riescono a farci vedere anche i nostri video preferiti (collegandosi ad un pc). 

Oltre a ricreare un piccolo angolo verde, un toccasana per i nostri occhi abituati a vedere monitor e cellulari da mattina a sera, i Sound Garden hanno un’ulteriore caratteristica sostenibile essendo infatti realizzati interamente con materiali riciclati e riciclabili.

I Sound Garden, per ora ancora un prototipo, sono stati presentati al 100%Tokyo, manifestazione del Sol Levante dedicata al design. Appena entreranno in produzione saranno subito sulla mia scrivania.  Adorabili no? Immagini Continua »

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