febbraio 13th, 2008 by Ivana
Risparmiare energia, monitorarla e ridurrne gli sprechi; azioni costanti nella società d’oggi. Ma come fare a tenere sotto controllo tutti gli sprechi? Elementare Watson, anzi, elementare… WaTTson!!
Si chiama proprio Wattson e diventerà, a breve, il nostro migliore amico di…risparmio. E’ un accessorio fantastico, dal design ricercato e lucente, che comunica, attraverso numeri e colori, quanto la nostra casa sta sprecando o ottimizzando in termini energetici. Messaggi chiari per utenti attenti agli sprechi.
Una comunicazione molto diretta quella di Wattson che si avvale, come detto, di luci e numeri; e sono proprio questi ultimi che più ci spingeranno a trovare la soluzione migliore per risparmiare energia considerando che si riferiscono proprio all’ammontare dell’energia in euro (dollari, yen o sterline a seconda della valuta). A questo si aggiunge il fattore cromatico, da blu a rosso, in relazione ad uno spreco energetico minore o maggiore.
L’idea è dei DIY KYOTO, un terzetto di designer con una predilizione per i prodotti eco-sostenibili e per quelli che rispecchiano pienamente i principi del Protocollo di Kyoto (da questo il nome). Un elemento wireless (si collega ad una centralina che va installata al contatore di casa) che in tempo reale analizza tutti i consumi (anche quelli relativi agli accessori in stand-by!) e che, una volta collegato al pc, può scaricare tutta la cronologia dei consumi, dei risparmi e degli sprechi della casa.
Cosa più di una spia può, in tempo reale, comunicarci gli andamenti energetici di casa nostra? Iniziamo a risparmiare, iniziamo ad utilizzare Wattson nelle nostre case. Geniale! Altre foto Continua »
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febbraio 12th, 2008 by Ivana
Energia meccanica trasformata in energia: è Revolution Door.
Sono ormai diversi gli esempi di progetti sostenibili che sfruttano l’energia meccanica degli uomini per trasformarla in energia potenziale. Basta pensare alla palestra sostenibile, alla metropolitana di Londra, alla discoteca di Rotterdam…. Sempre più i designer concentrano i loro sforzi progettuali per prodotti che coniugano diverse valenze; le più gettonate? Design, tecnologia e sostenibilità ambientale.
Revolution Door è l’ultima arrivata. Una “semplice” porta girevole che riesce ad immagazzinare e produrre energia pulita grazie alle persone che la utilizzano (facendola girare appunto). E’ composta da due elementi fondamentali: un meccanismo interno (una specie di ruota magnetica) che cattura tutta l’energia meccanica ed un dispositivo di trasformazione da meccanica a elettrica.
L’idea è dello studio di design Fluxxlab ed in particolare dei designers Jennifer Brountin e Carmen Trudell. Un’idea che sfrutta un elemento già esistente ma che lo riveste di un plus-valore interessante e sostenibile. Continua »
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febbraio 6th, 2008 by Ivana
Ross Lovegrove, designer di fama mondiale, immagina il futuro dei nostri mezzi di trasporto. Un futuro, a suo avviso non molto lontano, caratterizzato da automobiline multifunzione, sostenibili dal punto di vista ambientale, facili da parcheggiare e a comandi vocali. Analizziamola meglio.
Car on a Stick è una concept-car sui generis. Ribattezzata “auto-bolla” la concept-car di Lovegrove è interessante da diversi punti di vista. E’ un’auto trasparente totalmente alimentata ad energia solare (grazie ai pannelli fotovoltaici situati sul tetto dell’autovettura), che potrà essere guidata tramite comandi vocali (e navigatore satellitare) e trasportare fino a quattro passeggeri per volta.
Quando non si utilizza, può essere “parcheggiata” su appositi perni, trasformandosi in particolari lampioni di arredo urbano facendo risparmiare energia elettrica e spazio per i parcheggi.
Il progetto è bello, senza dubbio, ma ci sono anche qui delle cose che non mi quadrano. Sebbene Lovegrove sia uno dei miei designer preferiti, questo suo ultimo progetto mi sembra un po’ troppo “spinto” soprattutto quando vado ad analizzare l‘auto che diventa lampione. Questi pali da dove escono? dal sottosuolo? quanto devono essere doppi per reggere il peso dell’auto? o quanto sono leggere queste macchinine per essere sostenute da un palo? Questo palo è telescopico? E poi, è vero che si tratta di una concept-car, ma non la trovo, ad occhio, così sicura nè adatta a spostamenti un po’ più lunghi. Insomma, questa volta Lovegrove non mi ha convinta al 100%. A voi la parola. Altre foto Continua »
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gennaio 23rd, 2008 by Ivana
Vorrei svegliarmi un giorno e scoprire che la mia università si è trasformata da edificio decrepito (sebbene storico) ad un centro architettonicamente e ambientalmente avanzato come questo.
E’ l’Art School of Singapore. Un edificio ideato dalla CPG Consultants che accoglie anche una scuola di Design & Media e la Nanyang Tachnological University. Cinque piani di architettura maestosa ed eco-sostenibile totalmente immersi e mimetizzati in una splendida vallata naturale.
Un “abbraccio architettonico” reso unico da un grandissimo tetto verde fruibile. Tutti gli allievi possono infatti accedervi per studiare o semplicemente rilassarsi (ci sono anche delle scale laterali). Relax e bellezza da unire ai tanti ed importanti vantaggi che il tetto verde regala: è un isolante naturale per tutto l’edificio, mitiga l’aria circostante, raccoglie le acque piovane (che vengono poi riutilizzate) e purifica l’aria.
Le grandi vetrate oltre a garantire una visione in continua osmosi con la natura circostante, sono progettate per rendere gli ambienti estremamente luminosi minimizzando, fino a pomeriggio inoltrato, l’utilizzo dell’illuminazione artificiale. Di notte, invece, l’edificio si trasforma in una sorta di lanterna.
E’ molto interessante anche il lato più “sociale” della struttura. I tre principali blocchi dell’edificio affacciano tutti su un cortile interno ideato per gli studenti, per incontrarsi, socializzare e rilassarsi guardando gli specchi d’acqua e ascoltando il suono delle cascatelle artificiali. All’interno la scuola è priva di decorazioni e non ha una struttura geomentrica ma, seguendo anche la morfologia del tetto, è estremamente irregolare ed organica il che crea ambienti interessanti e stimolanti per gli studenti ai quali è concesso decorare ed abbellire il tutto con i propri lavori. Continua »
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gennaio 18th, 2008 by Ivana
Sono giapponesi e hanno un animo “ecosostenibile” i designer del gruppo Kyouei Design.
Un design quasi ludico ma provocatorio e attento alle problematiche ambientali. Hanno una predilizione per le lampade e, forse, Honeycomb è quella che meglio li rappresenta.
Appena l’ho vista mi ha ricordato subito i decori che si mettono sui drink (quelli di carta tutti colorati;)) e forse l’ispirazione l’avranno avuta proprio sorseggiando un aperitivo! Proprio come queste decorazioni, la lampada in questione si apre “a fisarmonia” prendendo vita unendo i due lembi con degli appositi fermagli
Divertente e con un packaging ridottissimo (appena 2cm da chiusa) è caratterizzata da una struttura alveolare che ne conferisce un’estrema leggerezza unitamente ad un’interessante rigidezza strutturale. Quello che più mi ha stupito però è il materiale usato: un particolare tipo di carta, chiamata “denguri“, prodotta esclusivamente in Giappone in una regione chiamata Shikoku.
Leggera e “soffice” è particolare da spenta ed ha un appeal molto sensuale una volta accesa. Il design scimmiotta le tradizionali lampade, pur essendo semplice e consolidato, ed è impreziosito dalle texture che la struttura a nido d’ape regala. A me piace molto; voi che ne pensate? Immagini Continua »
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gennaio 15th, 2008 by Ivana
Si, non avete letto male, il post di oggi è proprio dedicato all’amico delle casalinghe (e non solo)! Mastrolindo, il genio delle pulizie si rinnova con un nuovo, interessantissimo packaging!
Tutto nasce da un contest per rinnovare, sostenibilmente, il packaging del genio del pulito. Bumb-bell -in foto- è uno dei progetti che ha partecipato al contest.
Un’idea tutta italiana firmata dai designer Tommaso Ceschi e Francesca del Vigo, che risolve in maniera esemplare i problemi legati al riutilizzo dei packaging allungandone il ciclo di vita. Un concept ed una metafora progettuale intriganti e comunicativi.
Il genio del pulito, forte e muscoloso diventa “personal trainer” delle casalinghe aiutandole a mantenersi in forma proprio con il packaging!! Non più le solite bottiglie ma dei veri e propri pesetti! Design nuovo, assolutamente originale e provocatorio. Un idea (io la definirei geniale!) per ridurre i prodotti di scarto. Una volta finito il prodotto detergente, infatti, grazie anche al manualetto di istruzioni inserito nel tappo, è possibile “caricare” i pesi con acqua -o altri materiali- per trasformarli in originali e colorati accessori per il fitness. Il tutto corredato anche da istruzioni sugli esercizi da poter svolgere!
Un packaging sostenibile e vincente, un’idea semplice ma d’effetto. Spero venga adottato qui in Italia (anche se il concorso non era destinato al mercato italiano) e di trovarlo, prima o poi, tra gli scaffali dei supermercati! Che ve ne pare? Continua »
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dicembre 18th, 2007 by Ivana
Sono francesi i due designer protagonisti del post di oggi. Si chiamano Eva Guillet e Aruna Ratnayake, sono due simpatici quanto estroversi personaggi amanti della progettazione ed in particola modo di quella “fai-da-te” e sostenibile.
Di loro, anzi, di un loro prodotto parlai diverso tempo fa, con le scarpe POD; oggi, rifacendo un giretto sul loro sito ho scoperto altri prodotti, tutti accuminati da una stessa filosofia: l’arte dell’origami. Quasi tutti i loro accessori, infatti, vengono prodotti e creati da un unico foglio di materiale.
I prodotti dei due designer hanno sempre la stessa caratteristica: sono concepiti per prendere vita nelle mani degli acquirenti. Che siano prodotti di fashion design o di arredamento, sono sempre presentati in sottilissimi packaging, distesi e pronti per essere sapientemente piegati e agganciati dagli stessi utenti. Un discorso valido per borse, scarpe, porta CD, sedie…
Prodotti sostenibili da un punto di vista ambientale, grazie ai materiali con i quali sono realizzati e ai packaging di bassissimo ingombro, interessanti dal punto di vista della realizzazione e della creazione finale. Forse i più riusciti sono la borsa e il porta CD…le scarpe le trovo carine ma improponibili e forse anche scomode…magari sono perfette in casa! Ad ogni modo, un’idea regalo in più da poter trovare sotto l’albero! Continua »
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dicembre 10th, 2007 by Ivana
Immagino che in quasi tutte le case degli italiani (e non solo) ci sia un bell’alberello di natale luminoso e allegro, addobbato di tutto punto, magari vicino ad una finestra…spero vivamente che sia ecologico e magai con lucine a risparmio energetico.
Per chi ancora non ho trovato l’alberello per il suo natale, può essere utile l’idea del designer Buro North e X-Mas Tree: un albero di natale realizzato con materiali di recupero, ecologico e dal design ricercato. E’ realizzato in legno riciclato e compensato, ed è disponibile in diverse misure: da quelli più piccoli, ideali per le scrivanie, a quelli più grandi, ottimi per ambienti spaziosi.
X-Mas tree è un albero il cui ciclo di vita è stato studiato accuratamente (dalla nascita alla dismissione) per avere un impatto ambientale più basso possibile. Dai materiali, alla distribuzione, alla dismissione lo studio di X-Mas Tree segue una filosofia ecosostenibile molto forte, per un natale rispettoso dell’ambiente.
I pezzi dell’albero sono studiati per essere assemblati a secco e disassemblati con estrema facilità. Anche il packaging, semplice ma grazioso, è realizzato con carta riciclata e coloranti naturali. Insomma, un piccolo alberello con un grande cuore ecologico. Un bel pensiero da regalare o regalarsi.
Molto interessate è il file che mette a contronto gli impatti ambientali di un tradizionale albero di natale (vero) e X-Mas Tree. Due cicli di vita e due impatti ambientali assolutamente diversi. (XMas Tree è dell’80% più ecologico rispetto agli alberi veri). Vi consiglio di dare un’occhiata -i grafici parlano chiaro, purtroppo- Galleria Continua »
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novembre 30th, 2007 by Ivana
Immagino che a molti di voi capiti di lavare i piatti -sicuramente più il pubblico femminile- Oltre ai litri d’acqua sprecati durante il lavaggio, ce ne sono altri che vanno persi. Litri di acqua (nel tempo) che si accumulano negli ascigapiatti e che puntualmente vengono gettati.
L’ingegno e la cratività di questo designer hanno risolto parzialmente questo problema, con uno scolapiatti dal design accattivante ed evocativo che ha un concept sostenibile (ci prova).
Si chiama Dish Drainer Project ed è stato realizzato dal giovane, giovanissimo designer Erdem Selek. Classe 1983 (!!) il giovane di origini turche ha ben pensato di progettare questo scolapiatti che prevedesse anche una piantina alla base. In questo modo, l’acqua pulita dei piatti, ricade nel vasetto sottostante, nutrendo la piantina, evitando un ulteriore spreco di acqua e regalando un tocco di verde in cucina, cosa che non guasta mai!
Il design di questo accessorio, che all’apparenza non risula uno scolapiatti, è studiato per richiamare stilisticamente i rami di una piantina, una sorta di prolungamento dei rametti della piantina reale. Questi stessi rami sono stati progettati per accogliere i piatti da far sciugare (due coperti).
Un’idea carina che è piaciuta molto ad una ragazza che mi ha scritto, Silvia, entusiasta di questo progetto. E’ infatti un esempio particolare di design sostenibile, che cerca di far riflettere i fruitori e di invitarli a riutilizzare l’acqua(che altrimenti sarebbe destinata allo scarico del lavandino. Silvia, questo post è per te, spero ti sia piaciuto. Magari ti fai regalare Dish Drainer a Natale;) Spero solo che la piantina non muoia per la troppa acqua o per qualche residuo di sapone. Altre immagini Continua »
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novembre 21st, 2007 by Ivana
Ingegnoso ed ecosostenibile: è il nuovo accessorio di food design del designer Jung-Suk Choi.
Un oggetto multiuso semplicissimo ma geniale, realizzato con un unico foglio di carta per alimenti. Cake Sharer è sia un piattino che una piccola forchetta-coltello. Bastano tre semplici gesti e il gioco è fatto: staccare la parte tratteggiata, dalla quale si ricava la forchettina, piegare il foglio restante seguendo le linee indicate e… mangiare una buona fetta di torta!
Leggero e sostenibile, perchè interamente realizzato in carta, è un prodotto di food design ben progettato, comodo e dal design elegante e semplice. E’ ideale per le feste e anche per i party più trendy grazie alla particolare forma. Mi piace anche il lato più giocoso dell’oggetto e l’esperienza che questo oggetto regala ai fruitori artefici della creazione del loro cake-sharer.
Per ora non sembra disponibile in commercio, ma spero sia presto acquistabile perchè è davvero un’idea vincente, simpatica e ambientalmente attenta. Che ve ne pare? Mi è venuta voglia di dolci, peccato non avere cake-sharer! Continua »
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