Zaha Hadid e la lampada Genesy
Una delle ultime creazioni della designer irachena Zaha Hadid. E’ Genesy, la lampada da terra prodotta da Artemide. Forme morbide, linee scultoree in pieno stile Hadid
“Come nello sviluppo organico degli alberi questa scultorea lampada emerge da un’interconnessa rete di supporto estensiva posta alla base. Come un organismo in crescita, dal sistema di supporto centrale spuntano dei rami che, attraverso una geometria radiale, incrementano la forza dinamica e tensionale della struttura. La natura nutre il design man mano che i bracci della lampada si sviluppano accrescendo sempre più il contrasto tra positivo e negativo, concavo e convesso, tensione e compressione“. Con queste parole la Hadid racconta la sua imponente lampada. Un’opera scultorea che, a primo impatto e a detta di molti, stupisce e rapisce.
Disponibile in nero e bianco laccato la lampada è realizzata in poliuretano stampato ad iniezione. I vari tipi di illuminazione della lampada possono essere gestiti attraverso i due pulsanti touch posti al centro del corpo della lampada: diretta LED e indiretta alogena e fluorescente.
Non vorrei risultare impopolare ma personalmente la trovo pesante e non particolarmente accattivante. Un corpo lampada sovrabbondante ed una sorgente luminosa dalle dimensioni forse troppo ridotte. La solita opera d’arte più che di design, alla quale Zaha Hadid ormai ci ha abituati. L’avrei più apprezzata al massimo come lampada da tavolo. Ma mi piacerebbe sapere anche il vostro parere. Intanto penso al lampadario Vortexx di 150.000€ e mi chiedo quanto costerà Genesy??
Scritto in Designer famosi, Furniture Design | 14 Commenti »
novembre 8th, 2010 at 20:55
Pessima, non posso dire altro, ha curve da auto sportiva, in casa non la metterei mai e neanche in un museo, oscena.
novembre 9th, 2010 at 07:42
Sempre le stesse curve, sempre gli stessi raccordi, sempre le stesse superfici, che siano scarpe, architetture, gioielli, panchine, lampade.
Vogliamo parlare della stabilità? Per me è un passo falso anche da parte di Artemide
novembre 9th, 2010 at 07:54
Orribile! Appena l’ho vista nella prima immagine mi è sembrata una poco riuscita lampada da tavolo ma capita la scala reale dell’oggetto sono rimasto di sasso… roba da primo anno di corso di design… forse potrebbero riciclarla come doccia da piscina in qualche hotel a Dubai!
novembre 9th, 2010 at 09:35
Definirla architetto è un azzardo.
Definirla designer è una bestemmia.
Osservando i suoi progetti dei concorsi sono fantastici, meravigliosi, accattivanti.
Osservando i suoi progetti realizzati sono inguardabili.
Vorrebbe imitare Gehry, Colani, Eisenman e lo fa in pessimo modo.
Sia chiaro che a me i progetti dei suoi concorsi piaccio, ma se poi non sono realizzabili non si parla più di architettura ma di decorazione pittorica.
Un progetto è un disegno realizzabile, un disegno è una decorazione.
Insomma, se fosse capace di realizzare quello che progetta nei concorsi l’apprezzerei di più, basta che la smetta di fare la designer perché non è per lei, nonostante questo la cercano e la pagano.
novembre 9th, 2010 at 10:38
È uno dei progetti più orripilanti e anche io come Ivana e come Francesco a primo impatto ho pensato fosse da tavolo…e già così mi faceva schifo! Quando poi ho scoperto che è da terra sono rimasta senza parole. Come giustamente l’ha definita Ivana lei è un’artista che fa sempre e solo le stesse cose e che credo abbia stufato un po tutti visto che fin’ora nessuno ha commentato positivamente l’oggetto.
Per me è da vomito proprio!
novembre 9th, 2010 at 11:44
Gismondi aveva bisogno di andare sino in Iraq per fare stà boiata?
novembre 9th, 2010 at 12:50
pienamente d’ accordo . la lampada ha la forma della lampada da tavola e poi si allunga fuori misura . design poco originale , un pò high tech un pò art nouveau …se fosse di un architetto giovane e non famoso la lampada sarebbe stata cassata…
novembre 12th, 2010 at 00:13
in generale amo la Hadid, ma in questa occasione di difenderla proprio non me la sento. Concordo col fatto che risulti pesante e con una massa spropositata rispetto alla fonte luminosa. Mi stupisce altresì che una azienda come Artemide possa produrre una tale boiata.
ps: quoto la riconversione in doccia da piscina in hotels di lusso a Dubai!
novembre 12th, 2010 at 09:40
una “cosa” del genere potrebbe stare solamente nella prossima edizione della biennale di Venezia dedicata all’arte…progetti osceni, incomprensibili e decisamente di cattivo gusto.
novembre 12th, 2010 at 11:23
ma perchè della descrizione che fa lei ne dobbiamo parlare?
novembre 14th, 2010 at 19:32
Effettivamente nemmeno a me fa impazzire questa lampada…
ma dire che la Hadid non è un architetto, mi sembra un’eresia.
Che sia completamente fuori di testa e che crei solo progetti complicatissimi, mi trovate daccordo.
Ma le sue opere architettoniche sono arte, davvero fuori dal comune. Penso che il MAXXI sia uno degli edifici contemporanei più belli al mondo, poche storie
novembre 15th, 2010 at 11:43
mi associo alle precedenti opinioni…anche secondo me è una lampada fuori scala, troppo grande per essere da tavolo e troppo piccola per una dimensione urbana. Forse andrebbe bene per una lampada solare, o forse sarebbe meglio chiamarla doccia solare, ma anche come doccia non mi dispiacerebbe.
Personalmente questa fase della Hadid mi piace molto, anche se comunque non disprezzavo gli spigoli…
@kire
penso quindi che tu stia considerando il Maxxi come uno tra i suoi edifici più riusciti, ma questo in realtà è quello che pensa la Hadid del progetto:
-«Mi scuso se mi sono comportata male quando mi chiedevate un’opinione e io rispondevo sempre che era orribile. Quest’opera è simbolica per me, è giunta a cavallo in un periodo di lavoro e un altro, dall’astrattismo allo studio di spazi fluidi» … fonte Corriere della Sera, inaugurazione
Io preferisco Abu Dhabi, Cagliari etc
dicembre 15th, 2010 at 21:27
questo progetto è una merda, punto. La Hadid è evidentemente orfana di quella sensibilità creativa che ricerca e generare bellezza. M
novembre 30th, 2012 at 18:28
state calmi… credo che la hadid abbia trovato un suo stile … e come si vede dall oggetto lo ha ancora una volta riproposto… forse ha perso un po d lucidità. ma resta l’icona dell architettura futurista, quella che non riusciremo mai a vivere del tutto, lei ne da 1 assaggio!
ps: in quanto al progetto che dire anche a me nn piace è troppo simmetrico e scontato anche per i suoi gusti, ma la scelta l’ha dettata la casa d produzione, che ha modificato il progetto e l’idea alla base.