Switch, una presa elettrica intelligente
Altro che ciabatte intelligenti! Invece di creare oggetti di supporto modifichiamo direttamente le prese elettriche!
Bella l’idea di Yong-jin Kim, un designer astuto che, sebbene alle prime armi, può già vantare diversi premi e riconoscimenti importanti nel campo del design.
Switch è uno dei suoi ultimi progetti che al Seoul Design Olympiad 09 ha ottenuto l’Iron Haechi Prize e il People’s Choice Award. Come dicevo si tratta di una particolare presa elettrica, dall’interfaccia più familiare e accattivante, progettata per evitare sprechi e preservare i fruitori più piccoli da spiacevoli incidenti.
Switch funziona esattamente come una normale presa elettrica ma ha diverse caratteristiche che la rendono più funzionale e attenta agli sprechi. In primo luogo, diversamente dalle normali prese elettriche, una volta inserita la spina basta ruotarla verso destra o verso sinistra per avere o non avere corrente. Così, quando non usiamo gli apparecchi elettrici, basta ruotare la spina per evitare che i dispositivi restino in standby consumando continuamente energia
Questa caratteristica all’inizio non mi convinceva perché pensavo che con un semplice click, magari di una ciabatta tipo Power Bridge, avrei subito risolto il problema (considerando che con un gesto disattivo 6 prese). Ma poi ho pensato che spesso, di tutte quelle prese, me ne serve solo una e così attivo un’intera ciabatta per un unico apparecchio. Con Switch invece è possibile scegliere se attivare o disattivare ogni singolo accessorio, lasciando più possibilità di scelta ed evitando così sprechi energetici.
La linea grafica, anche se scontata, è realizzata per evitare che i bambini inseriscano accidentalmente le dita nella presa. I fori sono infatti tutti chiusi e solo spingendo l’elemento verde verticale e ruotando verso destra la spina all’interno della presa si ha il passaggio di corrente.
Piccoli accorgimenti che semplificano la vita, riducono gli sprechi e rendono casa e ufficio più funzionali. Secondo me funziona. Che dite… l’accendiamo??
- Vedi i progetti di Yong-jin Kim
Scritto in Design eco-orientato, Young Designers | 23 Commenti »
ottobre 27th, 2009 at 18:29
si ma mi chiedo come funzioni all’interno del muro visto che non me ne intendo di elettricità :/ però interessante!
ottobre 27th, 2009 at 18:58
http://www.designboom.com/contest/view.php?contest_pk=28&item_pk=34045&p=1
http://www.designboom.com/contest/view.php?contest_pk=28&item_pk=34494&p=1
…ma è lo stesso ragazzo..o c’è un improvvisa ispirazione collettiva..?
ottobre 27th, 2009 at 19:44
l’idea è molto interessante, ma non la capisco
trovo molto utile il dispositivo e sistema di sicurezza per i bambini…innovativo, semplice, funzionale e ben realizzato…ma perchè dovrei ruotare la spina? non basta toglierla?
cmq se proprio non si vuol far la fatica di toglierla o si è sempre distratti allora la rotazione non risolve il problema
a mio avviso sarebbe stata molto ma molto più funzionale se la rotazione a ON fosse sostituita direttamente dal dispositivo di sicurezza di cui sopra…abbasso la leva verde e arriva anche la corrente…la rotazione la vedo soltanto scenografica anche se in perfetta linea con l’idea
ola
ottobre 27th, 2009 at 20:05
la messa a terra?
ottobre 28th, 2009 at 01:33
Questa è una idea intelligente!
ottobre 28th, 2009 at 09:14
La suocera del mio collega a Osasco, paesino del pinerolese, ha quasi tutte le prese fatte in questo modo da circa 40 anni…a quando l’acqua calda??
ottobre 28th, 2009 at 12:40
e no è! Alessandro mi hai anticipato. appena l’ho visto è stata la prima cosa che ho pensato. la messa a terra che fine ha fatto? “Piccoli accorgimenti che semplificano la vita, riducono gli sprechi e rendono casa e ufficio più funzionali. Che dite… l’accendiamo??” diciamo che i piccoli accorgimenti mancano e l’unica cosa che si può accendere sono io se solo provo ad inserirci la spina (restando il fatto che mancando il buco centrale non posso neppure inserirla). se qualcuno riesce a spiegarmi che fine ha fatto la messa a terra potrei esprimere un giudizio migliore magari, altrimenti resta il fatto che i premi vengono dati a progetti che non li meritano perchè non funzionali.
un saluto a tutti.
ottobre 28th, 2009 at 13:37
“ma che c’azzecca” la messa a terra…il concetto non cambia con un terzo buco…l’idea rimane
oltre al fatto che esistono molte spine a NORMA in Europa e anche in Italia con solo due contatti. quel concept potrebbe funzionare con tutti i dispositivi mondiali adattandolo ai diversi standard nazionali.
giudichiamo l’idea, non che manca la messa a terra
ola
ottobre 28th, 2009 at 14:34
Spero tu stia scherzando in quello che dici, perchè quello che hai detto è la fesseria del secolo. Se ho una spina a 3 punte che faccio cambio tutte le prese? Che questa è una bella idea lo capisce anche un cieco. Il punto è un altro. Quando un designer o un architetto progetta deve stare attento a tutti i più piccoli particolari e qui non sono stati curati minimamente tutti. Una dimenticanza simile fa scendere il progetto da 10 a 6 perché non è del tutto funzionale. Nonostante ciò viene pure premiato. L’idea sarebbe magari di unificare tutte le spine usando un unico modello come è già stato pensato di fare per i caricabatteria dei cellulari (visto che è assurdo averne la casa piena se i cellulari non funzionano più). Se continuiamo a lodare progetti che non stanno su o stanno su solo a metà, tra qualche anno cominceremo a vivere solo nella fantasia. Impariamo prima a leggere quello che scrivono gli altri e soprattutto a capirlo e poi iniziamo a commentarlo; infatti ho detto “se qualcuno riesce a spiegarmi che fine ha fatto la messa a terra potrei esprimere un giudizio migliore magari,……….”, perché davo per scontato che fosse un buon progetto ma che mancava di qualcosa o magari ero io a non vederla. Spero questa volta di essere stato più chiaro.
ottobre 28th, 2009 at 14:45
idea assolutamente I N U T I L E , cioè se non voglio far fatica a togliere la spina perchè devo farla per ruotarla? esistono le prese comandate , molto + utili e funzionali , la spina resta sempre attaccata come qui ma con un pulsante riesco a far tutto
ottobre 28th, 2009 at 16:16
@Frank
vorrei tanto non risponderti e sorvolare, ma questa volta proprio non ci riesco
io non ho detto che quella presa la si può usare in tutto il mondo…ho detto che quel concepet, quell’ idea la si può adattare a tutte le tipologie di presa usate nei diversi paesi mondiali. Mi sembra che ci sia differenza visto che accusi di non leggere.
In germania ci saranno 2 fori in america e italia 3, se pur differenti ecc ecc (http://it.wikipedia.org/wiki/Spina_elettrica), ma che ci siano 2 fori, come ora, o 3 o 4 non è importante, non cambia l’idea…Se per assurdo avesse fatto un render senza buchi l’idea non sarebbe cambiata e per questo giudicata.
Se quelle prese venissero aprezzate dalla Bticino, per esempio, bhè le produrrebbe con il terzo foro della massa senza alterare nulla.
Criticare l’assenza del connettore massa in questa IDEA è come criticare la rotazione a destra anzichè a sinistra cioè del tutto inutile…secondo me
ola
ottobre 28th, 2009 at 17:24
ok questa volta concordo, e mi trovo in dovere di scusarmi, avevo interpretato male io, infatti l’idea la considero buona solo non apprezzavo il fatto che fosse stato progettato a metà semplicemente perchè si possono inserire prese tedesche o a 2 spine e non pure quelle a 3. spero di essere perdonato. mea culpa.
ottobre 29th, 2009 at 01:57
messa a terra o non messa a terra … ma riuscite ad astrarre e capire l’idea??? x me è buona e concordo con il fatto che almeno in questo modo non bisognerà comprare le solite ciabatte la cui produzione senza dubbio inquina. apprezzo molto di più una presa polifunzionale come questa che funziona benissimo da sola. se poi in cina esistono da 40anni un motivo ci sarà.
ottobre 29th, 2009 at 01:59
@Davide da Pinerolo
che esistano da 40 anni in cina poi non significa che non si può ripensare al design. Nel mondo esistono sedie da sempre eppure continuiamo a disegnarne…
ottobre 30th, 2009 at 09:43
Buongiorno,
a metà degli anni “70 ho disegnato una presa elettrica con lo stesso meccanismo. Credevo di avere avuto l’idea del secolo ma una successiva ricerca brevettuale ha evidenziato il deposito di almeno altri tre progetti fondati sullo stesso principio di rotazione. Uno dei brevetti risaliva all’inizio del secolo.
Si tratta, evidentemente, di quello che in biologia è definito evoluzionismo convergente.
Solo che in natura le soluzioni migliori prevalgono, mentre nel mondo dell’industria sembra proprio che questo accada di rado. Davvero è incredibile che le case e gli uffici e le fabbriche continuino ad avere questo miscuglio di prese “nazionali” inventate ed immutate dall’inizio dell’elettricità.
Se si pensa alle schuko tedesche o a quelle, ridicole, dei francesi, almeno per l’alimentazione elettrica sono contento di essere italiano.
(ps. E’ però pregiudizievole il fatto che giurie internazionali continuino a premiare come originalissime, idee che una facile ricerca può dimostrare già da tempo esistenti. Comunque faccio i miei complimenti all’autore anche per avere indirizzato la sua attenzione ad oggetti d’indubbia utilità, piuttosto che ad effimeri gadgets, che subito scompaiono come meteore, e che tanto sembrano attrarre i giovani designers).
Un cordiale saluto,
(per il moderatore: perché i commenti non sono impaginati in ordine temporale inverso, con l’ultimo in alto?)
novembre 2nd, 2009 at 09:41
bella carina, buona l idea.
novembre 2nd, 2009 at 11:52
forse è da perfezionare, ma credo che l’idea di base sia buona…
novembre 2nd, 2009 at 12:30
Scusatemi se intervengo di nuovo. Credo che l’approccio alla valutazione di un progetto da parte di professionisti o studenti di design, dovrebbe essere di maggiore pregnanza e non limitarsi al giudizio estetico e alla valutazione del grado di novità.
Ad esempio mrk scrive: …con un pulsante riesco a far tutto”. E SA: “mi chiedo come funzioni all’interno del muro”, e guadagnaGDIFLOW: “bella carina, buona l’idea”.
Se ci pensate un attimo scoprite che il vantaggio funzionale di questa soluzione rispetto agli interruttori, oltre all’eliminazione del costo di un interruttore a monte, è che con la rotazione dei reofori vengono distaccati entrambi i poli (i due fili che raggiungono l’apparecchio alimentato), mentre qualunque comune interruttore interrompe solo uno dei due fili elettrici.
Questo comporta che, in caso di sovratensione, di corto, di fulmine, gli apparati sono sempre collegati alla rete con un filo, con inevitabile danneggiamento. Sono migliaia al giorno le schede di rete o gli hard disk bruciati da spenti a causa di scariche elettriche.
Quando avevo disegnato questo concetto di presa a metà anni “70, il suo utilizzo maggiore era pensato per il distacco ottimale di strumenti di collaudo su banchi di lavoro e per il collegamento di strumenti elettromedicali in sala operatoria.
novembre 2nd, 2009 at 15:57
E poi la spina si può togliere anche girata, quindi nessuna sicurezza per i bambini (ma i bambini non si fulminano più sulle prese di oggi, guardate i pioli che per metà sono di plastica e i fori che sono chiusi dal tappo che si apre solo con due pioli inseriti contemporaneamente) e lo “stand by” si risolve diminuendo il consumo di ognuno, non dovendo togliere le spine o pigiare i pulsanti, perchè lo “stand by” ha un valore d’uso (comodità) che è molto maggiore del consumo di energia che comporta, se si arriva a meno di un watt tutte inutili le ciabatte pulsantate
novembre 3rd, 2009 at 09:58
@Francesco
In effetti hai ragione ma questo aggeggio a l’arroganza di non limitarsi al design ma vuole anche essere funzionale…Va bene, ragioniamo a camere stagne: come disegno sarà bello, come funzionalità nulla di nuovo.
novembre 3rd, 2009 at 12:49
Forse, Davide, per te design vuole dire styling. Secondo me, se ti occupi di oggetti elettrici devi sapere di elettricità e capire cosa stai facendo anche in termini funzionali.
Al di la dei limiti tecnico-progettuali della proposta sulla quale stiamo dibattendo -imiti che possono essere superati e risolti abbastanza facilmente (estrazione, terra ecc)- il vantaggio che vedo è quello del distacco totale degli apparati connessi e, quindi, del loro reale isolamento (mio intervento precedente).
C’è da aggiungere che questo progetto tratta solo una parte, quella della presa. Sappiamo invece che occorrerebbe affrontare anche il tema delle spine, ma forse è troppo “spinoso”. Se davvero il design volesse affrontare, magari insieme alle industrie, il tema delle connessioni elettriche, potrebbero venir fuori idee interessanti, non semplici esercitazioni che restano sulla carta o nel web ma non raggiungono il mondo reale.
novembre 10th, 2009 at 17:05
commento sui commenti:
al di là di soggettive riflessioni estetico-funzionali, il vero approccio progettuale mi pare quello di democrito
novembre 11th, 2009 at 18:28
Grazie thesia, probabilmente sono solo gli anni d’esperienza.
La cosa interessante è che, con molta probabilità, lo stesso autore del design non ha individuato la maggiore caratteristica funzionale del progetto, cioè la disconnessione completa dei due fili e quindi l’isolamento totale dell’apparato alimentato.