Starck e LaCie: design e tecnologia si incontrano
I nuovi hard disk disegnati da Philippe Starck per LaCie.
La forza del design di Starck e l’esperienza pluriennale della LaCie si incontrano per dar vita ad una nuova gamma di prodotti tecnologici ed accattivanti.
Dopo le scuse (finte) e la promessa di allontanarsi dal design (fintissima!), Starck ritorna in scena con i suoi ultimi gioielli, questa volta tecnologici e non per la palestra!
L’inconfondibile stile di Starck caratterizza i nuovi hard disk LaCie. Due nuove linee, portatile e da scrivania, che diventeranno presto l’oggetto del desiderio per gli amanti della tecnologia e del design.
Due case, una più geometrica e una più organica, con configurazioni disponibili da 1 e da 2 TB per la versione da 3.5 pollici e 320 e 500 GB per quella più piccola. Entrambi i dispositivi sono marchiati dall’inconfondibile “+” di casa Starck (che questa volta diventa anche spia luminosa proiettata) e dalle linee fluide che caratterizzano la parte anteriore dell’hard disk.
Le bellezze non si limitano solo all’aspetto estetico ma contemplano anche il feeling d’uso. Basta infatti sfiorare la parte frontale dell’hard disk per avviare automaticamente il backup dei dati.
Starck commenta così la sua ultima creazione: “il genio della tecnologia esplode in modo esponenziale e ogni volta con incredibile potenza soprattutto quando si varcano i limiti del design tecnologico. Il potere è caratterizzato simbolicamente dal magma scultoreo che tenta di liberarsi dalla scatola che lo contiene lasciando spazio alla dicotomia tra ordine e disordine, libertà e costrizione. L’interpretazione resta comunque libera e il mistero rimane“.
Beh, devo dire che il formato pocket mi piace particolarmente sebbene non sia dotato di interfaccia touch, più comodo da trasportare e da riporre; in più è dotato anche di cavo USB integrato. Il prezzo della versione pocket non c’è ancora, ma quello da scrivania viene 130€ per il tipo da 1T, o 250€ per la versione da 2T. Possiamo acquistarli!! Altre immagini
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Scritto in Designer famosi | 19 Commenti »
ottobre 13th, 2009 at 19:36
bellissimi!!anche io preferisco la versione pocket;)
ottobre 15th, 2009 at 15:56
direi che non ha fatto niente di speciale come tutte le altre volte. Era meglio se manteneva la promessa e ci lasciava in pace
ottobre 15th, 2009 at 22:28
…mmm… uff Francesco mi hai levato le parole di bocca. quando capirò perchè moltissimi grandi sono considerati grandi il sole comincerà a girare intorno la terra.
ottobre 16th, 2009 at 10:29
vero frank! ti dirò… neanche a me dispiace l’hd piccolo, ma la mia diventa proprio una questione di principio. E’ che starck è sinonimo di inutilità e di mero stile senza funzionalità che è poi quello che odio del design e soprattutto, purtroppo, del design contemporaneo pronto a produrre oggetti “bellini” ma perfettamente inutili.
Tra 20anni con quali oggetti ricorderemo i nostri anni???? Me lo chiedo sempre. Tu hai una risposta? mi farebbe piacere sapere il tuo punto di vista e anche di altri se mi stanno leggendo
ottobre 16th, 2009 at 14:09
Una risposta! Bella la domanda, ma la risposta non è semplice. Cosa resterà dei nostri anni? Guarda voglio darti un aiuto, non so dove abiti, ne di dove sei, ma apri la finestra di casa tua, affacciati ed avrai la risposta. Oggi, soprattutto in Italia, non si fa che tutelare, tutelare, tutelare e non se ne può più. Si tutela dal water di Lorenzo de Medici all’albero di quercia, dalla casetta del commerciante al palazzo nobiliare, dal cibo digerito nel paleolitico a quello che sarebbe potuto essere digerito. Una situazione un po’ nauseante che alla lunga scassa. Poi c’è il tasto dolente peggiore di tutti, le aziende. Oggi alle aziende interessa solo il nome del grande designer, perché il nome fa vendere eppure molti dei progetti più belli che si vedono a Milano al Salone del Mobile sono proprio situati al Satellite. Certo non posso biasimare le aziende che si comportano in questo modo, ma penso che chi merita dovrebbe essere premiato e non punito solo perché ancora non è famoso.
ottobre 17th, 2009 at 08:53
acri Frank e Francesco, sono d’accordissimo con voi, ottime e profondamee giuste le tue ultime frasi Frank “ma penso che chi merita dovrebbe essere premiato e non punito solo perché ancora non è famoso”, sono assolutamente d’accordo.
Francescpo hai ragione, non abbiamo per ora unh segno identitario ed indelebile dei nostri anni, vi dico di più….io questo “magma scultoreo”…proprio non lo vedo.
mi domando: ma perchè conta quasi più la pubblicizzazione di un prodotto rispetto al progetto in se? ciò evidenzia fondamentalmente una cosa: il design fatto in questo modo è meramente un’operazione commerciale, e questo non va bene!!!!!
il design prima di tutto deve essere pensiero, analisi, forme, ricerca, intelletto, idee, ingegno…insomma…cose che non c’entrano nulla con i soldi.
questi grandi produttori non hanno capito che se un determinato oggetto è frutto di queste cose, il successo che avrà verrà da solo, senza grandi slogan ridicoli (magma scultoreo dogve????? hanno sforato i limiti del design???ma dove??!!! .
non so se siete d’accordo con me, mi piacerebbe saperlo. grazie!
ottobre 17th, 2009 at 08:56
preciso che siccome anche io mi chiamo Francesco, scriverò “Francesco1″ all’inizio dei miei messaggi, così tra Franceschi vari non ci si confonde
ottobre 17th, 2009 at 11:59
cosa c’è di male nell’abbellire un oggetto già dotato di una propria funzionalità? perchè non si dovrebbe dare una nuova forma ad un HD esterno? se lo fa OraIto va bene se lo fa Stark no? eppure è sempre LaCie! non voglio difendere S., ma penso che giudizi alterati da linee di principio o odi personali nei confronti del designer non siano poi così obiettivi.
Trovo questi 2 modelli particolarmente accattivanti, originali, eleganti…ed era quello che voleva l’azienda, un puro gioco formale, estetico…il NOME e il problema sorge qua. Allora critichiamo, come giustamente è stato già fatto, questo aspetto Ambizioso delle aziende che sprecano per creare una loro Identità rincorrendo le star. Il magma e via dicendo sono @#€§%£# inventate per condire e abbellire, come fanno anche gli architetti (e non voglio sputare sulla categoria che per altro mi appartiene) per trovare giustificazioni alle forme, anche se a volte riportano veramente un fondo di verità magari legato all’origine dell’idea, e quindi non fermiamoci alle parole, certo senza escluderle.
Comunque, come avreste giudicato questi HD senza saperne la fonte?
Frank, condivido molto di quello che hai scritto, ma penso anche che ci sarà moltissimo da ricordare in futuro…stiamo andando verso quello e spesso le innovazioni tecnologiche tendiamo a non guardarle, ma se penso a Philips o ai progressi sulle energie pulite o alla sensibilizzazione al differenziato ai nuovi materiali a memoria allora vedo il futuro o quanto meno una via verso il futuro e non mi importa se non ci sono più dei “grandi” oggetti…faccio due passi indietro e li vedo.
ola
ottobre 17th, 2009 at 14:27
Scusa davide se ribatto, ma forse non mi hai capito bene nella mia critica, io non considero Starck un fallito o un pessimo designer, è uno di quelli di cui ho comprato il libro perchè lo stimo, ma devi ammettere che su 100 progetti 80 sono da buttare via, compreso questo. lo spremi agrumi di Alessi è un bellissimo oggetto di design da tenere sul camino in bella vista, ma un pessimo spremi agrumi. oh! non spreme nulla! è un dato di fatto non una critica. se ormai non riesce + ad avere buone idee che si ritiri, facia altro, o ritorni a fare cose belle e funzionali, insomma che ritorni ad essere lo Starck di un tempo. mica pretendo la luna.
bene, analizziamo il progetto dimenticando chi è il progettista. se osserviamo il fronte ha un bel design, lucido, morbido, attraente, perchè racchiuderlo in una forma immonde, rigida, statica, sgradevole e soprattutto uguale a ciò che già ci sta. se l’ignoto progettista di questo progetto (visto che abbiamo deciso di non saxe chi l’ha progettato) avesse dato la stessa forma a tutto l’oggetto allora avrebbe potuto meritare un 10 pieno ma così scade in un 3. resta il fatto che se questo ideotico progetto che non ha nulla di nuovo rispetto a tutti gli altri HD l’avessi fatto io, tu, o tutti i “nessuno” (anche se io non mi sento un nessuno visto che ho un nome un cognome e mastico design dall’età di 3 anni), non sarebbe mai stato realizzato proprio perchè non ha nulla di particolare, innovativo o funzionale in più, invece così non solo la LaCie l’ha realizzato ma lo compreranno solo per dire che hanno un oggetto progettato da un designer di fama.
ottobre 17th, 2009 at 16:19
@Frank
ti ho capito, ho scritto che condividevo il tuo pensiero in merito alle aziende e ho cercato anche di rafforzarlo…mi rivolgevo a te (alla fine del mio discorso) solo in merito alla visione del “domani”.
Mi fa piacere il confronto su un prodotto e questo è proprio il senso del blog, immagino.
In tutte le occasioni, nei miei commenti, ho sempre cercato di considerare il prodotto senza pensare al designer (vedasi anche il Ps un pò provocatorio sull’articolo delle scarpe in questa pagina) e mi fa piacere sentirti dire: l’oggetto “ha un bel design, lucido, morbido, attraente” nel fronte e che poi invece scade con la rigidità statica e sgradevole del contorno, della scatola e allora mi chiedo:
-perchè questi spigoli vivi? non è che sarà una particolare richiesta della LaCie?
altrimenti non mi spiego gli angoli vivi dell’HD di Ora Ito che nasce proprio come lo immaginavi tu Frank…http://www.hardwarepassion.it/Ebay/HARD%20DISK%20USB2%203,5%20LACIE%20GOLDEN%20DISK%201000GB%20ORA-ITO.jpg
oppure ancora con questo http://www.newlaunches.com/entry_images/1207/07/LaCie_HD.jpg per arrivare ad un altro più giocoso, ma sempre spigoloso http://www.stefanoeccher.it/assets/images/news/news_20/lacie.jpg
come ho già detto non sto difendendo Stark, che a mio avviso ha semplicemente unito le prime due immagini che ho linkato per realizzare il suo HD, ma se giudico semplicemente l’oggetto, ipotizzando che probabilmente alla LaCie piacciono gli spigoli http://www.lacie.com/it/products/product.htm?pid=11118 , bhè allora non mi sento di criticare così aspramente l’oggetto…ammenochè non lo si voglia fare indirettamente al designer (e naturalmente ci sta anche quello) e nessuno lo vieta…io preferisco scindere le cose
ola
ottobre 17th, 2009 at 19:08
@Frank
credo che in queste discussioni e in questo blog in generale (scusami ivana) non si entri abbastanza in merito delle questioni aziendali che ci sono alle spalle di un progetto. La LaCie, come quelli che masticano design da quando sono in fasce sapranno, è reduce da un grosso successo con il suo precedente HD by Porche design, e immagino che, conclusasi la fase in cui tale prodotto abbia avuto il suo picco di vendite, abbia ben pensato in un rinnovamento stilistico ed in parte funzionale e abbia camato Monsieur Starck, di cui nn sono un fan ma che in questo caso ha saputo interpretare le esigenze aziendali adattando il case paralleleipepedale già prodotto e testato (e quindi affidabile) ad una componente nuova di non poco fascino. DIrei che al di la di tutto, il design (come l’architettura) nn può essere giudicato in assoluto ma bisognerebbe conoscere le contingenze prima di sparare a zero su “è bello” o “è funzionale”… se gli avessero dato carta bianca magari sarebbe venuto fuori un prodotto fantascientifico da 500 euro al pezzo e 1 anno di sviluppo contro il mercato del backup che oggi un Gb costa meno di un arancio al mercato. ciao a tutti
ottobre 17th, 2009 at 23:45
il design deve stupire, la progettazione deve lasciare a bocca aperta, deve sorprendere l’utente e deve far riflettere. punto. il restyling NON è innovazione.
ottobre 19th, 2009 at 09:56
Io sono d’accordo con ANTO, anche perchè trovo immotivate certe critiche a priori. Sarà l’invidia a volte… Comunque gli oggetti del tempo lasciano al futura la storia della società. Anche moltissimi oggetti lasciatici dagli egizi non hanno alcuna utilità, ma voi siete convinti che non abbiano lasciato un patrimonio storico???
Saluti e buona giornata
ottobre 20th, 2009 at 02:17
Maurizio Conti ti stimo.. ahahh. no scherzo, apparte le fazioni che nn servono.
Francesco, sono daccordo con te ideologicamente, ma è un allucinazione pensare che QUALSIASI progetto debba essere assolutamente NUOVO e INNOVATIVO… per due motivi: le realtà produttive sono appunto realtà e non ideologia. pensare che ogni progetto sia pura creazione trasformata in oggetto significa essere molto ingenui, il design serve si per far sognare, ma con i piedi per terra ed è per questo che è emozionante, perchè è vero. per fantasticare c’è l’arte, il cinema, la narrativa, la poesia, le droghe (queste meglio evitarle ma sociologicamente nn possono essere ignorate), etc.
Seconda cosa, ti invito a riflettere sul concetto di restyling: se con questo intendi prendere un oggetto e “semiridisegnarlo” per “modificarlo” allora forse stai considerando un concetto un po’ obsoleto, perchè credo che oggi si ragioni più in termini di EVOLUZIONE, che è quel concetto per cui si tende, analizzando le contingenze, a raggiungere la perfezione di un oggetto (che mai verrà raggiunta, ma l’importante è perseguirla). Questo è la filosofia che soprattutto aziende di elettronica abbracciano e se nn mi sbaglio è un meccanismo abbastanza testato (da circa un paio di milioni di anni) per il “restyling” dell’intera natura, che sembra funzionare benino se nn importunata.
ottobre 21st, 2009 at 10:23
secondo me dipende molto dal concetto personale di design ke vive a mio parere su una linea di confine molto sottile ke divide un oggetto comune da un’opera d’arte….se uno si punta a voler pensare che “il design deve stupire, la progettazione deve lasciare a bocca aperta, deve sorprendere l’utente e deve far riflettere. punto. il restyling NON è innovazione.” testuali parole di francesco allora propendono più su un concetto di nuovo ed innovativo che non si discosta molto dall’arte……differente è il discorso per quanto rigurda il design inteso come “risposta ad un bisogno” che non neccessita semmai di una grande qualità estetica ma di una grande fruibilità sicuramente, quest’idea non disdegna anzi diciamo ke strizza l’okkio all’idea di restyling visto semplicemente come la “modernizzazione” (se così si può kiamare) di un oggetto semmai ottimo ma ke deve tenersi al passo con i tempi ke cambiano, questo non significa stupire a tutti i costi, significa puntare semplicemente sull’utile, con ciò io non voglio dare giudizi non saprei dire qual’è giusta e quale no però forse la verità, come spesso accade, sta nel mezzo!
Spero di essere stato chiaro.
ottobre 21st, 2009 at 14:25
ciao a tuttti! si Anto sono d’accordo su tutto quello che mi hai detto, però vedi troppe volte nel concreto si assistono a dei restylòing a dir poco “mielosi”…noiosi…e il bello è che non se ne accorge la gente del settore…ma le persone normali!!! io sono d’accordo su quello che dici dell’evoluzione, ma io intendevo restyling di una forma già prodotta,,,per esempio un’automobile…ci sono dei RESTYLING PATETICI…VOLTI SOLO ALLA VENDITA DI QUEL PRODOTTO…. sono d’accordo anche che il design deve essere utile e fattibile..ma penso anche che con ciò non dobbiamo limitare le idee e il pensiero. un bozzetto nasce libero da tutto, fattibilità compresa. il prodotto finale ovviamente no. ma credetemi….ho visto TROPPI schizzi fatti con il para occhi… . l’ingegno è figlio del genio. buona giornata!
ottobre 21st, 2009 at 15:43
@ francesco
hai ragionione… ma qui stavo parlando di questo prodotto, che credo stia andando avanti nel modo giusto. sui restyling sono daccordo che fanno pena ed è per questo che ho tenuto a precisare la differenza con l’evoluzione di un prodotto… IVANA, ma tu che sei così “evoluta ed evolutiva” illuminaci con la tua opinione!”
ottobre 22nd, 2009 at 11:15
Ragazzi, per un’hard disk esterno c’è ben poco di innovativo da inventare… è solo un esercizio di stile che riguarda la pelle esterna.
A me piace quest’ultima produzione, anche se i miei preferiti restano quelli di Ora-Ito.
novembre 6th, 2009 at 17:45
A mio parere Starck ha fatto un buon lavoro.
Penso che l’intenzione è stata quella di dare all’oggetto una forma che sia rappresentativa della funzione. Si spiega così la differenziazione di un involucro ‘contenitore’ ed il ‘magma’ che rappresenta i dati, la rigidità della versione desktop che ne rappresenta la ‘stabilità’ ed al contrario la versione pocket con gli spigoli arrotondati facile da tenere in mano e da trasportare con se.
E’ vero, può piacere o no – questione di gusti – ma penso che la ricerca di starck verso una forma che sia espressione della funzione dell’oggetto sia da apprezzare.
Un passo avanti della Lacie rispetto ai modelli “brick” che se pur accattivanti e ironici, costituivano l’applicazione di una forma già data – il mattoncino lego – ad un oggetto altro.
Quello che voglio dire è che la forma di starck a mio parere è sostenuta da un ragionamento sulla funzione e sul ‘senso’ dell’oggetto – questo per me è Design.