Gota, il futuro delle lavastoviglie?
Direttamente dal futuro ecco Gota.
Quella che a prima vista vi sembra un’automobile futuristica, ad una più attenta analisi si manifesterà per quello che realmente è: una lavastoviglie dal design estremamente gradevole e futuribile.
L’idea è del giovane designer Ibsen Caldas che, con il suo progetto morbido e tecnologico, ha rivoluzionato il design delle tradizionali lavastoviglie realizzando un oggetto da utilizzare all’occorrenza. Piccola e compatta la si utilizza quando serve e la si può riporre esattamente come un tradizionale elettrodomestico compatto.
Niente spigoli nè forme ingombranti, ma una lavastoviglie dalle dimensioni ridotte, ideale per i piccoli nuclei familiari d’oggi o per i single (perchè no anche studenti), che non tralascia importanti aspetti di design sostenibile.
Quattro coperti e un design intelligente in grado di riciclare l’acqua per diversi utilizzi. Nel prelavaggio, per esempio, i piatti vengono pretrattati con del vapore. Una volta finito il ciclo, tutte le goccioline di vapore che si sono condensate sulla superficie di Gota vengono recuperate ed utilizzate per il lavaggio dei piatti (assicurando che la quantità di acqua recuperata in questo modo è pari ad una pinta).
Non solo esteticamente gradevole ma anche attenta agli sprechi. Si spera che nel futuro le lavastoviglie funzionneranno senz’acqua. Un futuro troppo lontano? Altre foto
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Scritto in Design eco-orientato, Young Designers | 8 Commenti »
maggio 12th, 2009 at 11:57
bè spero proprio che questa freddezza non sia il futuro…ma quand’è che il design occidentale capirà quello che il design giapponese capì già 50 anni fa? Ovvero che anche gli oggetti più quotidiani e dall’estetica più scontata possono caricarsi di una bellezza totale solo a partire dal fatto che vengono vissuti,e che, in definitiva, la percezione della bellezza, dell’armonia e della poesia degli oggetti si forma attraverso il tempo grazie alla vita che vivono, per cui va da sè che una semplice lavatrice risulterà sempre più poetica di un cassone futuristico come questo. Perchè alla semplice lavatrice sono collegate percezioni, atmosfere, immagini, e molto altro, che noi abbiamo già fatto nostre grazie al tempo in cui abbiamo vissuto “insieme a lei”. Perchè credete che fukasawa e soci da muji facciano oggetti così semplici e, appunto, scontati, cambiando agli oggetti solo qualche dettaglio, di modo che risultino “anonimi” e che ognuno li possa ricollegare alla propria vita? La tecnologia deve essere migliorata in ogni oggetto, perlomeno per evitare sprechi di risorse, ma l’estetica in molti casi è perfetta così, a questa specie di turbina preferisco una lavatrice semplice
maggio 12th, 2009 at 19:59
fantastica per la casa di Barbie!!!! )
maggio 12th, 2009 at 23:54
Credo che sia da apprezzare lo sforzo sul risparmio di acqua e la possibilità di utilizzarla all’occorrenza evitando così le ingombranti lavastoviglie che ormai non servono più con grosse dimensioni. In più è importante studiare anche i nuovi stili di vita collegando a questi i nuclei familiari sono sempre più piccoli. Per me è un oggetto interessante anche anche dal punto di vista del design, ma sono convinta anche io che il futuro non è rappresentato da lavastoviglie ad acqua. Ci sono progetti di lavatrici che funzionano per cavitazione, credo che sia possibile estendere il concetto alle lavastoviglie creando prodotti veramente verdi.
maggio 14th, 2009 at 12:54
io la trovo interessante soprattutto per il design (si, gradevole e futuribile) e per le dimensioni ridotte, potrebbe essere ottima per una zona relax in ufficio…
maggio 27th, 2009 at 10:20
L’idea di poter avere una lavastoviglie senza avere una predisposizione in cucina è, senza dubbio, interessante. Come per il forno a microonde non è necessario l’incasso. Posso metterla in un appartamento in affitto non fornito di lavastoviglie e portarmela via quando me ne vado. E’ ideale per i single perchè è piccola e per gli studenti universitari. Il design può piacere o meno ma non lo ritengo così essenziale in confronto all’idea. Il fatto di vedere quello che succede dentro durante il lavaggio non credo sia una cosa bellissima (vedi pezzetti di cibo spiaccicati sul vetro e acqua “colorata”…). La cosa che mi lascia dei dubbi e come fare a collegarla all’impianto idraulico di casa.
settembre 27th, 2010 at 19:13
beh, adesso che ce l’avete fatta vedere ci dite anche dove acquistarla o è stata creata solo per ammirarla in foto?
maggio 25th, 2011 at 17:27
Allora, dove comprarla e quanto costa?
agosto 16th, 2011 at 19:59
Si tratta di una lavastoviglie sviluppato da Cesar Lima, Fernando Sobczak, Ibsen Caldas e Leonardo Barelli, tutti brasiliano. Grazie e tanto