Islanda: nuovi piloni per l'elettricità
I nuovi piloni elettrici proposti dallo studio londinese Arphenotype. L’Islanda, a breve, caratterizzerà il proprio paesaggio con questi scultorei piloni.
A primo acchitto ho pensato subito all’ennesimo lavoro dell’iraniana Zaha Hadid, ma i piloni in questione sono stati progettati dai londinesi Arphenotype. Design fluido, più vicino ad un’opera scultorea che ai tradizionali piloni che siamo abituati a vedere.
Tutto nasce dalla società elettrica islandese Landsnet, in collaborazione con l’ordine degli architetti islandesi che, stanchi dei soliti piloni squadrati e deturpanti per il paesaggio, hanno deciso di bandire un concorso volto al redesign di questi elementi.
Tra tutti i progetti presentati Adaptability sembrerebbe essere il progetto vincitore del concorso. I tradizionali piloni in metallo, a breve, cederanno il posto a questi maestosi piloni avvenieristici realizzati in compositi plastici rinforzati con eco resine resistenti alle temperature, ai raggi UV e alla forza del vento. I piloni sono stati progettati secondo un chiaro rifermento biomimetico (ricordano infatti una struttura ossea) grazie al quale lo studio londinese è riuscito a creare una struttura leggera ma estremamente resistente. I piloni Adaptability, grazie alle produzioni a controllo numerico, potranno essere prodotti in diverse dimensioni (da 17 a 32 metri) e a costi ridotti. Con il loro design morbido caratterizzeranno ancora meglio gli scenari islandesi (e non solo!).
Il nome del progetto nasce dalla volontà dello studio londinese di creare nuovi piloni capaci di adattarsi alle esigenze dei vari landscape, caratterizzati da un design diverso non più severo e austero ma dolce e organico. Da qui la possibilità di produrre ogni volta un pilone di dimensioni diverse, creato appositamente per un determinato paesaggio.
Il bianco sarà il colore che caratterizzerà questi bellissimi piloni. E per chi già sta pensando allo sporco e agli agenti atmosferici, no-problem. Gli Adaptability saranno rivestiti con un leggero strato (vaporizzato sulle superfici) in Lotus effect così da garantire sempre il perfetto stato estetico dei piloni.
Mi sembra un bellissimo progetto, che finalmente pone l’attenzione sul redesign di oggetti “morti” come i piloni per l’elettricità. Determinante anche la volontà dell’Islanda, e dell’ordine degli architetti, di riprogettare un elemento di arredo urbano così consolidato come il pilone. Che ne pensate?
Scritto in Architettura Contemporanea, Arredo Urbano | 20 Commenti »
aprile 6th, 2009 at 19:02
sono molto particolari, sei talmente abituato a vedere i classici lampioni che fai fatica a vedere questi, ma sono d’ accordo con te Ivana! Progetto molto interessante per tanti motivi! valore aggiunto per l’ Islanda!
aprile 7th, 2009 at 08:17
sono daccordo, più per l’idea che per la realizzazione…comunque ora mettiamoci anche la scaletta per la manutenzione
ola
aprile 7th, 2009 at 09:11
progetto molto interessante ma ho due perplessità… la prima l’ha già espressa davide mentre la seconda è sulla serialità:
preso singolarmente è un’oggetto architettonico notevole ma la serialità cui è destinato ne fa perdere molto di fascino… infatti le immagini dove se ne vedono più d’uno sono un pò studiate ad hoc per ridurre al minimo questo effetto. Ribadisco che è un bel salto in avanti rispetto ai nostri tristi piloni attuali ma vorrei vederlo in un’immagine in cui si apprezza bene l’effeto di più piloni in serie per giudicare meglio e togliermi questo dubbio. Complimenti al blog che scova sempre queste “chicche”
aprile 7th, 2009 at 14:42
Mh…interessanti ma…non so se sarebbero una valida alternativa estetica a quelli che ho nel campo dietro casa mia.Vorrei vederne realizzate più versioni in modo tale da creare alternanza compositiva ed evitare proprio l’effetto ripetitivo che cmq è proprio la pecca di quelli attuali.
aprile 7th, 2009 at 16:23
Si in effetti stupisce la particolarità che ci distoglie dalla classica visione tubolare e la leggerezza che da essi traspare. Ma anch’io ho forti dubbi sulla serialità..e soprattutto sulla collocazione possibile… certo in un campo deserto hanno un effetto decisamente particolare..ma a ridosso di un centro urbano..o di una casetta in campagna??
aprile 7th, 2009 at 18:49
beh, speriamo solo non facciano la fine di quelli progettati da A.Castiglioni: richiesti da Enel e poi rimasti solo sulla carta e un paio di prototipi (uno dei quali esposto al Trienale Design Musem di Milano).
aprile 7th, 2009 at 20:00
l’islanda la conosco bene, un semplice progetto minimalista ci starebbe molto meglio, c’è quasta moda del design organico, ma tanto passerà, passano tutte, solo il minimalismo è sempre rimasto
aprile 7th, 2009 at 20:40
Finalmente!!!!!!! quando il vero design prende il posto delle oscenità ingegneristiche create in questi secoli il design può essere chiamato tale. Diciamo che qualche dubbio sulla manutenzione la nutro, ma di certo meglio vedere una cosa come questa che quelle pseudo torri eiffel che reggono i fili della luce, perchè un conto è il progetto di Eiffel un conto quegli obbrobri. con un progetto dimile si potrebbe iniziare a parlare di futuribile, cioè tutte quelle cose avveniristiche viste dalla fantascenza che cominciano a prendere forma concreta e vita. uno fa design tanti fa anche tecnologia, se poi fossero realizzati in lega di alluminio riciclato ancora meglio almeno per quelli di 17m che strutturalmente supportano un proprio peso minore ma anche una minore presione del vento. se cose simili verranno mai realizzate anche in italia? certo che no! la filosofia italiana è regredire per mai progredire e basta accendere un qualciasi sondaggio su qualsiasi campo per accorgersi che siamo il fanalino di cosa d’europa.
Frank.
aprile 8th, 2009 at 17:59
la fantascienza è piuttosto fredda
aprile 9th, 2009 at 00:18
Interessante ma incompleto.
Uno dei problemi maggiori per l’impatto ambientale è proprio la serialità che non appartiene al contesto territoriale extraurbano. Uno sforzo in più poteva essere fatto ad esempio pensando la struttura per elementi che, giustapposti, potevano variarne la forma, o semplicemente prevedendo una “chioma” che poteva allogiare comunque i cavi modificandone l’orientamento planimetrico.
aprile 10th, 2009 at 15:52
Piuttosto pesantoni esteticamente. Penso che una struttura del genere per essere gradevole dovrebbe passare il più possibile inosservata. Alla fine non si tratta di una scultura isolata ma di elementi che vanno in sequenza. Qualcuno dice che le esili e longilinee pale eoliche deturpano il paesaggio, di questi cosa dobbiamo dire…
aprile 10th, 2009 at 16:41
già, come dicevo, un progetto minimalista funziona sempre
aprile 10th, 2009 at 23:58
Vi scandalizzate se dico che preferisco i vecchi piloni?
Perché? Semplice, sono ormai talmente caratteristici che quasi non li guardiamo più. Questi invece si farebbero notare come diceva Guido…
aprile 15th, 2009 at 16:38
Credo che siano claustrofobici visti in serie. Pero’ l’idea di cambiare il design dei piloni va presa in considerazione
aprile 15th, 2009 at 19:28
Io li trovo interessanti. Finalmente qualcuno che si interessa al decoro urbano a partire dagli ormai secolari piloni! Nella mia città ce ne sono ancora alcuni esemplari in legno e devo dire che sono molto piu’ affascinanti di quelli in acciaio!
aprile 24th, 2009 at 11:57
e pensare che l’idea di fare piloni elettrici “artistici” dalle forme morbide bla bla bla fu una “sciocchezza” che realizzammo durante il lab del 4° anno al politecnico di Torino (e notevolmente più belli di questi, piu’ originali in quanto potevi cambiarne la forma, ecc ) … apprezzo che almeno l’islanda tenti un cambiamente dove nessuno pensa mai di cambiare rimanendo nel grottesco
maggio 1st, 2009 at 18:14
io seguo sempre il blog ma questa è la prima volta che lascio un commento. comunque questi piloni sembrano l’ennesima autocelebrazione da parte di architetti e designer. partendo dal discorso della scaletta al.. “come li sposto sti così? sono così comodi da montare? i costi di produzione di questo super organico coso sono così contenuti? siamo sicuri che una presenza così caratterizzante così stilisticamente organica sia una scelta giusta? mi piacerebbe sapere cosa ne penseranno gli islandesi in vita fra 30 anni… non so magari invece saranno felici di questi scenari da signore degli anelli che vanno piano piano a crearsi un pò ovunque e di cui saranno i protagonisti.
e poi io amo i vecchi piloni che cavolo sono così affascinanti.. il nuovo è sempre bello e buono.. ma bisogna tener conto di quali siano le nostre reali esigenze.
magari mi sbaglio
luglio 12th, 2009 at 22:27
si, mi piace l’idea ma questi piloni sono orrendi! dai ma per favore!
luglio 20th, 2009 at 09:28
well.. it’s like I knew!
novembre 29th, 2009 at 11:30
Sono molto più belli quelli di Foster a Firenze !