100% Tokyo Design Week: Flat Lamp. La prima lampadina ultrapiatta.
Il redesign dell’oggetto più comune e consolidato di tutti i giorni: la lampadina. Al 100% Tokyo Design Week arriva Flat Lamp, la lampadina ultrapiatta. Rimensioni ridotte di 1/3, design ottimizzato e funzionalità invariata!
E’ l’idea del designer coreano Yoonhuyn Kim che è riuscito nell’arduo compito. Sostanzialmente la forma è rimasta invariata, soprattutto se osserviamo il progetto di faccia, ma basta una piccola rotazione della lampadina per capire che qualcosa è cambiato!
Ben un terzo di prodotto in meno per una lampadina piatta che assolve magnificamente alla sua funzione e che riesce anche ad ottimizzare altri aspetti.
Sicuramente uno su tutti è il trasporto. La forma schiacciatale regala un aspetto sostenibile, permettendo infatti di trasportare il triplo dei prodotti, con ricadute positive sull’ambiente e sul costo del prodotto stesso.
Una forma perfetta non solo dal punto di vista estetico ma anche funzionale. L’utilizzo è quello di sempre (si svita e si avvita nello stesso modo, illumina nello stesso modo….) ma sicuramente il particolare design la rende molto meno fragile e delicata delle tradizionali lampadine, soprattutto durante il trasporto (all’interno del packaging la lampadina non può nemmeno muoversi).
Per me è un ottimo prodotto. Vediamo le vostre critiche…
Scritto in Design eco-orientato, Young Designers | 16 Commenti »
novembre 7th, 2008 at 13:14
scusate… anke se sono sempre ke kritico.. ma mi kiedo … con la linea laterale ek unisce i 2 lati frontali della lampadina, una volta accesa non si creano delle “strisce di luce”, cioè.. i 2 lati con la forma della lampadina creano lo stessso tipo di luce ma il lato laterale non creerà meno luce creando sul muro quelle strisce odiose di + luce e meno luce?? non sono riuscito a trovare un’immagine della lampadina accesa… voi ke dite??
novembre 7th, 2008 at 14:20
devo ammettere che la linea della nuova lampadina è interessante anche se preferisco di gran lunga quella originale. per qunto riguarda i giochi di luce ed ombra che si vengono a creare con la parte di vetro + grosso nelle giunture devo dire che è interessante visto che con i miei progetti faccio moti giochi di questo tipo. ma questo progetto ha una sola paccca, forse il progettista non sa che le lampadine ad incandescenza non verranno + prodotte dal 2010 ed aggiungo che era pure ora visto che ormai appartengono alla preistoria dell’illuminazione visto che consumano troppo.
novembre 7th, 2008 at 15:06
l’idea di schiacciarla (definitivamente..per poi lanciarla fortissimo contro il muro!)…era venuta anche a me.. più volte.. specie quando ti si fulmina quella della scale, di notte magari, mentre fai gli scalini a 2 a 2…
cmq. tornando al progetto, l’obiezione sollevata da tieto mi fa riflettere. effettivamente la forma con angoli così netti potrebbero creare giochi di luce, che talvolta non desideriamo, ma è anche vero che ci sono sicuramente 2 aree di illuminazione “pulita”, si tratterebbe solo di orientarla a quel punto.
leggendo Frank, invece mi domando se non si possa considerare ugualmente la forma dell’oggetto e magari integrarla con le nuove tecnologie: penso, per esempio, a diodi al alta intensità. la resa cromatica non sarà proprio la medesima, ne il romanticismo salirà alle stelle, ma credo che la forma “classica”(a prescindere dal contenuto) possa essere ancora valida.
ps. io tifo x il bulbo!
novembre 7th, 2008 at 16:25
sicuramente le lampade ad incandescenza lasceranno il posto a quelle a risparmio energetico, ma credo che comunque il principio si applicabile anche alle seconde. Per gli angoli, l’avevo pensata anche io come cosa, ma non la vedo una caratteristica negativa, potrebbe essere una caratteristica distintiva.
novembre 7th, 2008 at 17:11
FICHISSIMA., !!!!!!!!!!INVIDIA?
novembre 8th, 2008 at 12:50
a me non dispiace, anzi potrei anche utilizzarla in un paio di interventi… sarà già commercializzata?? chi sa qualcosa??
novembre 8th, 2008 at 15:27
1) la curva illuminotecnica di questa lampadina non è assolutamente uguale a quello di una lampada tradizionale: proprio come pensa Tieto, la forma delle “pieghe” del profilo, gli spigoli, renderebbero l’illuminazione sicuramente disomogenea.
2) date un occhio alla filettatura per avvitarla: mi sembra più tagliata a photoshop che progettata in modo da avvitarsi in un canale circolare tradizionale nonostante la forma “non circolare” della filettatura stessa. Praticamente, come si avvita?
3) secondo voi, con tante menti brillanti che esistono in Aziende tecnologicamente “aliene” (e.g. Philips), stavano aspettando il genio coreano Yoonhuyn Kim per arrivare a sta soluzione brillante? Se non si era ancora arrivati a questa soluzione. il motivo è semplice: pur chiudendo un occhio sui due punti di cui sopra, la forma del bulbo non potrà mai essere cosi per il semplice fatto che una lampadina a incandescenza, surriscaldandosi fino a temperature “limite” deve avere una forma che aiuti al massimo la dispersione del calore, cioè sferica o al massimo ellittica… pensate il calore che si accumulerebbe negli spigoli di cui parlavo sopra: a mio parere quelle nervaure raggiungerebbero in poco tempo la temperatura x fer farla “fulminare”.
Concludo: siamo realisti, è una esibizione “estetica” (e nemmeno tanto bella considerando il richiamo di forma a quella tradizionale)… e tale rimarrà.
novembre 8th, 2008 at 17:07
ragazzuoli…dal tokio design week tutto quello che riusciamo a tirare fuori è una vecchissima lampadina al filamento di tungsteno con la forma lievemente rivisitata????con tutta la tecnologia disponibile adesso andiamo a ripescare tipologie di fonti luminose che tra poco saranno bandite????
novembre 8th, 2008 at 17:18
….poteva prendere le lampade fluorescenti(le comuni a risparmio energetico)-che durano 2,3 volte di piu, oppure i led che durano piu di 10 volte in piu delle fluorescenti…
novembre 10th, 2008 at 01:46
@ STEFANIA
SE E’ COSI’ BANALE PERCHE’ NON L’HAI PROGETTATA TU?? FORSE PERCHE’ NON NE SEI CAPACE. AL 100%TOKYO CI SONO PERSONE COMPETENTI PER FORTUNA
novembre 10th, 2008 at 22:10
ma qui nessuno parla di sostenibilità???!! Anche questo sarebbe un punto da approfondire no?!
novembre 10th, 2008 at 22:57
tranne per il fatto che è stata concepita ad incandescenza a me sembra una buona idea. curva illuminotecnica a parte..
novembre 11th, 2008 at 12:30
daccordissimo con UM. praticamente irrealizzabile e per nulla funzionale. E’ simpatica come rivisitazione ma non mi si venga a parlare di sostenibilità del trasporto. La vita di una lampada ad incandescenza è di 1000 ore quella a basso consumo di 8000 ore. Serve trasportarne 8 quindi per avere lo stesso risultato di una lampada a basso consumo.Vi ricordo che le lampade con filamento a tungsteno sono quelle che consumano di più e meno affidabili. E’ roba preistorica. Attenzione a parlare di sostenibilità perchè è veramente un altro pianeta. Evviva le lampade a basso consumo, il led ed ancora di più le candele per una cenetta intima. ^_^
novembre 12th, 2008 at 16:54
@Marina
Marina, sinceramente, non puoi criticare gli altri e attaccarli in questo modo ogni volta che ci sono delle idee non concorde con le tue.
Se non hai letto il mio post sul Rain Drop fallo al più presto.
Due cose: qui non si tratta, come ho già detto, di criticare gli altri sulle loro idee, ma mettere a confronto queste ultime fra di noi.
Altra cosa, per quanto riguarda il prodotto: è sicuramente una tecnologia superata quella del filamento, però c’è anche da dire che una cosa così semplice come appiattire una lampadina per darle una forma più “innovativa” è un’idea originale.
Detto questo invito gentilmente Marina a moderare il linguaggio e comunicare, discutere, non attaccare. Grazie.
novembre 12th, 2008 at 16:57
Per quello che riguarda la sostenibilità e la versatilità… Non credo di avere nulla da aggiungere a quello che tutti hanno detto.
E’ un’idea carina quella dell’appiattimento. STOP!
dicembre 21st, 2008 at 16:43
In ritardo, ma:
mi piace l’idea della rivisitazione, ma da ambientalista non posso che deprecare l’uso della tecnologia ad incandescenza.
La sostenibilità per quanto riguarda stoccaggio e trasporto non aiuta certo a farne un oggetto più ecologico, quando comunque il 95% di energia se ne va in calore… e come diceva UM, con un calore simile questa forma non va bene.