Verterra: dalle foglie nasce il miglior design sostenibile
Verterra: qualità, design sostenibile e sociale. Una società americana da prendere come modello. Scopriamo perchè.
Una mission ecosostenibile da tutti i punti di vista. Verterra controlla il ciclo di vita dei propri prodotti dall’inizio alla fine. Durate il processo di lavorazione nessun albero viene tagliato, nessun elemento chimico o tossico viene aggiunto ai prodotti, niente colle, niente lacche nè solventi, nessuna vernice. Varterra è un prodotto sostenibile al 100%.
Verterra è anche design sociale. Nelle sedi del sud Asia che partecipano alla produzione dei prodotti Verterra, a tutti i lavoratori viene garantito un giusto salario, tutte le spese mediche sono coperte e i luoghi di lavoro destinati agli operai sono progettati per essere sicuri e confortevoli.
I prodotti Verterra, per lo più piatti e vassoi, hanno un design elegante e versatile e sono portatori di un messaggio sostenibile estremamente intenso. Questi prodotti sono realizzati con le foglie secche degli alberi (quelle che solitamente vengono accantonate ai bordi della strada per essere poi bruciate). Verterra trasforma questi materiali di “scarto” in materie prime per oggetti dall’elevato valore estetico e sostenibile.
Sono prodotti che si biodegradano in due mesi che possono essere riposti in frigo, utilizzati nei forni a microonde e nei forni (su questo ho qualche perplessità, ma è una cosa che garantiscono..). Per la produzione di questi prodotti viene utilizzato solo vapore e una pressa per comprimere al meglio tutte le foglie (sterilizzate precedentempente attraverso raggi UV). L’80% di tutta l’acqua utilizzata per il processo produttivo viene catturata e riutilizzata per produrre altro vapore.
I prodotti sono ovviamente riutilizzabili (entro 2mesi) e costano meno di un dollaro al pezzo (la confezione da 100 pezzi costa 70 $)! Più sostenibile di Verterra credo non esista ancora niente. Altre immagini
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Scritto in Design eco-orientato, Food Design, Nuovi materiali | 7 Commenti »
luglio 3rd, 2008 at 10:43
trovo che sia molto bello in senso “globale”.
Sostenibile, economico, pratico carino e versatile.
Pensate a quanti piatti di plastica buttiamo… e non sempre ricicliamo…
certo queste ciotoline vanno lavate e non sono usa e getta come quelli sopra citati, e se devi lavare cento piattini magari ti stanchi di invitare tanta gente, ma se vogliamo andare a cercare il pelo nell’uovo… lascerei questo compito a Davide che è sempre più bravo di tutti nelle “demolizioni”, allora Davide cosa ci dici… “INUTILI”?
luglio 3rd, 2008 at 16:07
pienamente approvato!!
W VERTERRA!!!!!
luglio 3rd, 2008 at 16:16
PS: se poprio dobbiamo considerare il pelo nell’uovo: 1)teoricamente potremmo riutilizzare, dopo averli lavati, anche gli attuali e diffusissimi piattini di plastica, prima di riciclarli; 2)analogamente, perseverando nella nostra pigra abitudinedi nn-riuso, cn questi piattini &co l’impatto è zero, potendoli inserire tra i rifiuti biodegradabili (nella compostiera o negli appositi contenitori comunali..)
luglio 4th, 2008 at 10:18
Anche se non si tratta di Design vorrei fare una denuncia in questo Forumn che mi sembra sensibile al problema: io vivo a Genova e… Attenzione Attenzione… pur non essendo al profondo sud non esiste la raccolta di rifiuti organici, biodegradabili o umido che dir si voglia!!!! Uno scandalo!! E poi dicono a Napoli!!!
settembre 5th, 2008 at 16:39
Un’altro materiale derivante dagli scarti di fibre vegetali è Sikalindi,vera fibra di fico d’India,ottenuto mediante la lavorazione in maniera ecologica degli scarti della potatura degli alberi di fico d’India. Può essere utilizzato per realizzare mobili ed architetture d’interni. (sito internet http://www.sikalindi.it)
novembre 2nd, 2008 at 11:44
personalmente credo che dovrebbero pagare i diritti d’autore all’India, visto che e’ un prodotto gia’ usato nel paese da tanto tempo.
l’America copia molto, ralizza brevetti che “ruba” da altri paesi, e ne chiede i diritti!
settembre 12th, 2009 at 17:25
Scusate, dove posso comprali in Italia?