Zaha Hadid: le nuove scarpe per Melissa

luglio 24th, 2008 by Ivana

Zaha Hadid scarpe

Stanchi delle solite scarpe? Questa volta è Zaha Hadid a disegnare le scarpe per le ragazze più attente alla moda. Più che scarpe sembrano delle sculture paragonabili ad opere d’arte. Vediamole assieme.

Melissa, il marchio brasiliano per le scarpe in plastica alla moda, vanta diverse collaborazioni con nomi importanti del mondo del design e del fashion design. Una delle collaborazioni di cui ho già parlato, fu quella con Karim Rashid e le scarpe High Heels.

Dopo l’eccentrica Vivienne WestwoodAlexandre Herchcovitch, due fashion designer e il designer Karim Rashid anche l’irachena Zaha Hadid disegna il suo paio di scarpe per il brand Melissa. Design fluido e organico, come nelle migliori realizzazioni della Hadid, per un paio di scarpe realizzate ovviamente in plastica che strizzano l’occhio più alla scultura che al fashion design.

Molto simili ad un paio di scarpette per ballerine, hanno un design particolare e dissimile tra le due scarpe. Particolari sì ma sicuramente non le comprerei, preferisco le scarpe origami della Meuter. Queste della Hadid credo siano ottime per avere in pochi minuti le migliori vesciche ai piedi ma immagino che, diversamente da me, qualcun altro apprezzerà moltissimo queste scarpe. Le foto Continua »

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Stadio Olimpico di Pechino: il Bird's Nest

luglio 23rd, 2008 by Ivana

The Bird\'s NEst, il nido. Stadio Olimpico Pechino 2008

Il National Stadium o The Bird’s Nest, letteralmente il “nido di uccello”, è l’ultima megastruttura architettonica realizzata a Pechino in occasione delle prossime Olimpiadi 2008.

Una struttura affascinante dove oltre 35.000 tonnellate di acciaio si intrecciano, come esili ramoscelli, per dar vita al “nido” più particolare della terra, un nido che accoglierà più di 90mila increduli spettatori delle Olimpiadi di Pechino (il via ad Agosto).

Il progetto, ideato dagli architetti svizzeri Herzog e de Meuron, è risultato il vincitore del concorso bandito nel 2002 proprio grazie alle sue forme morbide, originali ed organiche. Una forma data da innumerevoli intrecci che, oltre a regalare una bellissima opera di architettura contemparanea, risultano un interessante e meticoloso capolavoro di ingegneria.

Tutta la struttuta è ricoperta da due strati di materiale traslucido: l’EFTE (lo stesso materiale utilizzato per lo stadio del nuoto Water Cube di Pechino). Questo materiale, dalle prestazioni sorprendenti (una delle tante è che quando brucia non emette nè fuoco nè fumo) è utilizzato sia come membrana protettiva resistente agli agenti atmosferici, sia come (per la membrana interna) isolante acustico. Parte integrante della struttura è il tetto del “nido”, un guscio trasparente che consente il riflesso di fasci di luce all’esterno (e protegge gli spettatori da eventuali piogge).

I percorsi interni sono “segnati” da elementi in ardesia, intervallati da boschetti di bamboo, blocchi in pietra e piccoli giardini coperti. In questa architettura, in cui facciata e struttura coincidono, l’effetto visivo è sorprendente, nonostante la semplicità e l’essenzialità dell’idea. Dalla natura c’è sempre da imparare. Le foto Continua »

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Vespa, la storia più bella del design italiano

luglio 18th, 2008 by Ivana

Vespa Piaggio, il mito che non tramonta mai. Un prodotto che ha rivoluzionato l’Italia degli anni ’50, i modi di vivere e di pensare i traporti.

Nacque dal rapporto sinergico tra Enrico Piaggio e Corradino D’Ascanio, un ingegnere aeronautico nonchè geniale inventore, quando in Italia si rimuovevano ancora le macerie della guerra e la benzina arrivava di tanto in tanto dall’America ed era razionata come il pane e le sigarette. Fu proprio in quel periodo che D’ascanio e Piaggio decisero di far muovere l’Italia su due ruote e mai intuizione è stata così vincente!

Il successo della Vespa fu un boom da tutti i punti di vista. Finanche il cinema subì il suo tremendo fascino, basti pensare ad alcuni film come “Vacanze Romane“, “American Graffiti“, “Il talento di MR.Reply“, “La carica dei 101” o “Caro Diario” (solo per citarne alcuni).

La Vespa, l’”orgoglio della modestia” italiana, con il suo design morbido e sinuoso ha in poco tempo invaso il mercato nazionale battendo sui numeri e sul consenso del pubblico la “rivale” Lambretta di Cesare Pallavicino (quella dell’Italia più snob del “lusso necessario“) dal design più schematico e discontinuo rispetto allo scooter disegnato da D’Ascanio, del quale lo stesso Enrico Piaggio disse “Sembra una vespa con quel sedere a bulbo!” .

Quella che da molti veniva considerato un “trabiccolo” destinato a durare pochi anni, ben presto entrò nel cuore di tutti gli italiani. Il buon umore italiano ritornava il sella, con una nuova possibilità di liberarsi dalla routine e dalle giornate ripetitive; il mezzo per non iniziare la giornata di lavoro con l’umiliazione del treno operaio o del tram che ti passa avanti completo.

Era anche il principio di un nuovo rapporto tra i due sessi: alcuni giornalisti hanno scritto: “trovi un pezzo di strada sconnessa e la ragazza ti si stringe addosso per un senso si conservazione. Uno spasso“. Ma la Vespa rappresentò molto di più, fu anche una molla per l’emancipazione della donna per sganciarsi dagli schemi casa-e-bottega.

La never ending story della Vespa, una storia che non ha visto crisi, 62anni di vita, 145 modelli e più di 17milioni di pezzi venduti in tutto il mondo!! Continua »

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River Gym: le palestre galleggianti

luglio 15th, 2008 by Ivana

River Gym

Cosa fare di tutta l’energia cinetica creata da chi suda ore ed ore in palestra? Semplice, utilizzarla per muovere un nuovo sistema di trasporto marittimo. E’ River Gym la palestra-galleggiante alimentata con energia umana.

Dopo la discoteca sostenibile di Rotterdam, che si alimenta con il ballo delle persone, la metropolitana ecologica di Londra che si alimenta con il calpestio dei viaggiatori e la palestra sostenibile della California arriva un nuovo progetto, questa volta da Manhattan.

Come coniugare sport, trasporti ed energia pulita? River Gym ci dà una risposta. E’ una palestra galleggiante, alimentata da un bel gruppo di sportivi pronti a soddisfare la voglia di sport e che, allo stesso tempo, alimentano anche un nuovo sistema di trasporto sostenibile.

L’idea è venuta all’architetto Mitchel Joachim e al personal trainer Douglas Joachim (probabilmente due fratelli). Ovviamente parliamo ancora di un concept, di un’ipotesi per recuperare ed utilizzare energia cinetica. L’idea ha qualche falla. Non possiamo pensare a questi sportivi come dei cricetini che alimentano la barchetta (magari li frustiamo pure se si fermano perchè sono stanchi!); bisognerebbe avere sempre persone in movimento per garantire il servizio, far lavorare moltissimi sportivi per trasportare diverse persone… insomma, tanti punti possono mettere in crisi il concept.

E’ pur vero che questa energia in qualche modo dovremmo riutilizzarla. L’importante è iniziare a fare qualche proposta. Qualcuno ha qualche idea a riguardo?

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Philips: bio-architetture sostenibili. La casa come un organismo vivente

luglio 14th, 2008 by Ivana

Off the Gris PHILIPS

Le abitazioni del 2020. Off the Grid: organismi che dialogano con l’ambiente dal quale traggono acqua, aria, luce e calore. Un nuovo concetto di casa ecosostenibile e futuribile (tutte le foto a fine articolo).

Dopo gli elettro-tatuaggi e gli accessori sensibili e lumalive, è sempre la Philips a proporci un altro progetto, questa volta destinato alle abitazioni. Senza dubbio più utile dei precedenti e più attento alle problematiche ambientali contemporanee e future.

Si chiamano Off The Grid, Sustainable Habitat 2020, e sono le nuove bio-architetture progettate dalla PHILIPS. Ogni palazzo è progettato con una “pelle” particolare che, proprio come un essere vivente, reagisce e interagisce con l’ambiente, recupera le acque piovane, immagazzina calore, scherma o lascia passare tutta la luce che desideriamo, recupera energia pulita…

Le nuove architetture Off the Grid hanno un aspetto leggero alla vista e si integrano perfettamente all’ambiente circostante. La struttura esterna è formata da “pelli sensibili” capaci di mutare le proprie caratteristiche fisiche e regolare diversi aspetti come luce, aria, acqua ed energia. Vediamo come. Continua »

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Philips: da materiali "intelligenti" a "sensibili".

luglio 10th, 2008 by Ivana

Philips elettro-tatuaggi

Philips, l’azienda olandese leader nella tecnologia, ci sorprende con il lifestyle del futuro.

La ricerca Philips non si placa mai. Dopo Lumalive, e gli elettrodomenstici “sensitivi”, l’attenzione si concentra su un nuovo modo di vita che, gli esperti philips assicurano, caratterizzerà un futuro non lontano. Scopriamo i nuovi concept Philips.

Nuovi stili di vita per nuovi atteggiamenti, nuove esperienze e nuovi materiali ovviamente. La ricerca investe diversi campi: nuovi vestiti, elettrotatuaggi, gioielli intelligenti e accessori sensibili. Tutti i progetti vengono interpretati, per la prima volta, in chiave emozionale. Tutto muta e si traforma in base alle nostre sensazioni. Tra questi, più di tutti, mi hanno lasciato senza fiato gli elettro-tatuaggi.

Tatuaggi e mutilazioni fisiche sono tra le più antiche forme di espressione personale e di identità. Moltissime culture hanno utilizzato come forma di auto di rappresentanza questo linguaggio visivo per comunicare personalità e status. Philips trasporta e traduce questi concetti con il linguaggio della contemporaneità: i nuovi Skin-tatoo, diversamente dai tradizionali tatuaggi, vivono silenziosamente sulla nostra pelle, quasi con pudore, non è possibile vederli nè toccarli, ma ci sono. Si manifestano solo in determinate situazioni, quelle più emotive e personali. Basta una carezza o una forte emozione ed ecco Continua »

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SbrodoliNO: il cono gelato che non gocciola

luglio 8th, 2008 by Ivana

SbrodoliNO, gruppo GHIGOS

Si chiama SbrodoliNo ed è il nuovo cono gelato ideale per chi si…sbrodola sempre col gelato!

Estate, tempo di mare, di grandi bevute di acqua e di tanti gelati rinfrescanti! Proprio ieri mi sono gustata un bel gelatino e, sempre ieri, ho sporcato il mio jeans con una bella macchia di gelato e subito mi sono ricordata di SbrodoliNO. Se la mia gelateria l’avesse avuto, probabilmente il mio jeansetto sarebbe ancora pulito!

SbrodoliNo infatti è uno di quei progetti per il food-design che ti semplificano la vita e ti fanno godere il gelato, senza mani appiccicose o, ahimè, vestiti sporchi. Al tradizionale cono gelato, infatti, è stata aggiunta una semplice spirale, commestibile ovviamente, che raccoglie le temibili goccioline di gelato sciolto. Una seconda cialda che non lede l’immagine del cono, diventata ormai quasi un’icona, ma che ne avvolge la silhouette enfatizzandola con questa spirale che guarda verso l’alto.

Una comoda spirale che raccoglie il gelato “killer” e lo accompagna all’interno del cono stesso coniugando perfettamente gusto e praticità. L’idea è dello studio Ghigos (Davide Crippa, Barbara di Prete, Manolo Lochis e Francesco Tosi) e si è anche aggiudicato il premio fooddesign 3  ed è stato esposto al Salone del Gusto di Torino (2004).

Aspetto di vederla anche nelle mie gelaterie. Intanto la possiamo commentare… Le foto Continua »

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Nastro Azzurro Design Award: i vincitori

luglio 7th, 2008 by Ivana

Nastro Azzurro Award Design

Arrivano i vincitori del concorso Nastro Azzurro Unbeerlievable! Tra i 33 finalisti il primo premio è stato assegnato a Roberto Botta e la sua scaletta dall’inconfondibile silhouette della birra Nastro Azzurro.

Musa ispiratrice e motore di tutto il concorso è lei: la bottiglia da 33 cl. Una linea inconfondibile che cambia forma e funzione sotto le matite impazzite degli oltre 1500 iscritti al concorso. Idee stravaganti, alcune improponibili, altre bizzarre, altre ancora ironiche o giocose. Più di 850 progetti presentati, ispirati alla bottiglia di birra più famosa in italia, che hanno assunto più volte tematiche sociali ed ecologiche.

Roberto Botta si aggiudica i 10.000€ previsti per il primo classificato con il suo progetto QuaterBasei. All’apparenza una semplice silhouette della bottiglia di birra che, una volta aperta si trasforma in una scaletta con quattro gradini.

I Premi della Giuria (2.500€) vanno al progetto BeFreez di Jean Claude Chiementin come Miglior Progetto di Innovazione Tecnologica e ad Ecopanchina, di Rafael Vinader, che si aggiudica il premio per il Miglior Riutilizzo della Bottiglia.

Onestamente nella gallery ho trovato molti progetti interessanti e più provocatori. Tra i tanti quelli che più mi sono piaciuti sono: Drink Different, Ribbon Mushroom, Nastro da Mare, Birrardino o Set Stappagusto. Altri pazzeschi come Slurp, Dormici su, Birra di Rubik…. Vedeteli tutti perchè alcuni sono veramente al limite del surreale. Lascio a voi la classifica;)

Per gli interessati, a Torino dall’8 al 12 Luglio presso il Circolo Canottieri Esperia, saranno esposti tutti i 33 progetti finalisti. Alcune immagini Continua »

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Sombrero Wire Manager di Andrea Ruggiero

luglio 4th, 2008 by Ivana

Sombrero Wire Manager

Sombrero Wire Manager, piccoli “cappellini” originali e colorati pronti ad ordinare i fili della nostra scrivania.

Non so come sia la vostra, ma la mia scrivania spesso diventa un groviglio di fili e cavi. Filo della stampante, del pc, della lampada, dello scanner….una grande ragnatela che nemmeno spiderman sarebbe capace di fare! Quelle rare volte che metto in ordine in camera mi dedico anche ai vari cavetti, sistemandoli alla meno peggio magari con un pò  di scotch o qualche elastico per i capelli.

Dall’america il designer Andrea Ruggiero ci delizia con un particolare oggettino per sistemare fili e filetti che si avvinghiano tra le nostre caviglie. Si chiama Sombrero Wire Manager ed è un coloratissimo sombrerino ideale per mettere in ordine i fili e, soprattutto, tenerli lontano dai nostri piedi.

Il funzionamento è semplicissimo. Basta avvitare uno o più sobrerini sotto la scrivania e arrotolare il filo che si vuole sistemare lungo l’apposito alloggio del sombrero. L’idea è semplice ma molto utile, ideale sia per le nostre stanze che per gli uffici. Io li metterei anche sopra la scrivania per un tocco di colore e anche per tenerli più facilmente a portata di mano. Per chi volesse, si possono acquistare a 4$. Commenti?  Tutte le foto Continua »

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Verterra: dalle foglie nasce il miglior design sostenibile

luglio 2nd, 2008 by Ivana

verterra, ecodesign 100%

Verterra: qualità, design sostenibile e sociale. Una società americana da prendere come modello. Scopriamo perchè. 

Una mission ecosostenibile da tutti i punti di vista. Verterra controlla il ciclo di vita dei propri prodotti dall’inizio alla fine. Durate il processo di lavorazione nessun albero viene tagliato, nessun elemento chimico o tossico viene aggiunto ai prodotti, niente colle, niente lacche nè solventi, nessuna vernice. Varterra è un prodotto sostenibile al 100%.

Verterra è anche design sociale. Nelle sedi del sud Asia che partecipano alla produzione dei prodotti Verterra, a tutti i lavoratori viene garantito un giusto salario,  tutte le spese mediche sono coperte e i luoghi di lavoro destinati agli operai sono progettati per essere sicuri e confortevoli.

I prodotti Verterra, per lo più piatti e vassoi, hanno un design elegante e versatile e sono portatori di un messaggio sostenibile estremamente intenso. Questi prodotti sono realizzati con le foglie secche degli alberi (quelle che solitamente vengono accantonate ai bordi della strada per essere poi bruciate). Verterra trasforma questi materiali di “scarto” in materie prime per oggetti dall’elevato valore estetico e sostenibile.

Sono prodotti che si biodegradano in due mesi che possono essere riposti in frigo, utilizzati nei forni a microonde e nei forni (su questo ho qualche perplessità, ma è una cosa che garantiscono..). Per la produzione di questi prodotti viene utilizzato solo vapore e una pressa per comprimere al meglio tutte le foglie (sterilizzate precedentempente attraverso raggi UV). L’80% di tutta l’acqua utilizzata per il processo produttivo viene catturata e riutilizzata per produrre altro vapore.

I prodotti sono ovviamente riutilizzabili (entro 2mesi) e costano meno di un dollaro al pezzo (la confezione da 100 pezzi costa 70 $)! Più sostenibile di Verterra credo non esista ancora niente. Altre immagini Continua »

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