maggio 30th, 2008 by Ivana
100 anni di storia di Toblerone, la barretta di cioccolato più famosa al mondo. Dopo la colla Coccoina, la storia ritorna.
Sono sicura che tutti lo conoscete e sono altrettanto sicura che ne ricordate bene il suo gusto! E’ Toblerone, la “barretta” di cioccolato con una storia tutta da raccontare.
Tutto inizia addirittura nel 1867 quando, a Berna, Jean Tobler apre il suo primo negozio di “delikatessen“. Un successo travolgente che lo porterà, pochi anni più avanti, ad aprire la prima “Fabbrica del cioccolato Berna, Tobler & Cie”. Ma fu solo grazie al figlio di Tobler e al cugino Baumann, che questa cioccolata ha visto il suo successo.
Toblerone però non significa solo cioccolato. Il triangolino più famoso del mondo nasce infatti da una nuova e golosa ricetta: cioccolato al latte, miele, mandorle e torrone. Da questa particolare ricetta nasce la cioccolata made in Switzerland il cui nome fu coniato a partire dal nome dell’inventore Tobler, con l’aggiunta della parola italiana torrone, da cui TOBLERone.
Una ricetta, ma soprattutto un marchio rimasti pressochè invariati lungo l’arco di questi lunghi anni. Era il 1908 quando, presso l’ufficio Federale per la Proprietà Intellettuale di Berna, venivano registrati e brevettati marchio e ricetta di quella che poi diventerà la barretta di cioccolato più particolare e famosa della storia.
Il suo nome e la sua caratteristica forma triangolare sono riconosciuti infatti in tutto il mondo, così come il packaging triangolare, anch’esso rimasto molto simile ai primi (è stata solo sostituita la precedente aquila). Ma perchè questa forma? Si dice che questa ricordi il caratteristico profilo naturale del monte Metterhorn nelle Alpi Svizzere. Sotto ogni piramidina di cioccolato è impressa una delle lettere che compongono la parola Toblerone.
Oggi queste barrette, invariate nel packaging e nella loro forma, sono disponibili in nuovi gusti e vengono sempre prodotte e vendute in tutto il mondo, dalla fabbrica che ha sempre sede nella svizzera di Tobler. Beh, immagino già sapete…Toblerone, arrivooooo;) Foto Continua »
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maggio 29th, 2008 by Ivana
Glo pillow: il cuscino diventa una sveglia. Svegliarsi la mattina. Che dramma! Ian Walton cerca di risolvere i nostri problemi.
Dopo Alarm Ring (l’anellino che riesce a svegliarci con le sue vibrazioni) arriva dall’irlanda un nuovo sistema per svegliarci dolcemente.
Il designer Ian Walton ha ideato infatti un particolare cuscino ideale per le persone che desiderano risvegli soft.
Il funzionamento è semplice ma efficace, soprattutto per chi, come me, al primo raggio di luce inizia a svegliarsi. Glo Pillow incorpora nella tessitura del cuscino un particolare sistema di LED (simile a quello delle magliette Lumalive della Philips) ovviamente morbido al tatto, che lascia il cuscino soffice e confortevole.
La procedura per azionare Glo è la stessa che utilizziamo per impostare le nostre tradizionali sveglie, l’unica differenza si scoprirà poi al mattino. Glo Pillow infatti 40 minuti prima dell’ora prescelta, invece di suonare, inizia ad illuminarsi aumentando costantemente la propria luminosità. Da lucina impercettibile a luce forte e brillante.
Certo, per chi non si sveglia neanche a suon di bombe non sarà il progetto dell’anno, ma per chi lascia la finestra aperta per fa penetrare in camera i primi raggi solari è l’ideale. Una sveglia soft che garantisce un risveglio naturale e delicato e che renderà tutta la nostra giornata più rilassata (almeno questo è quello che garantisce Walton). Però si sa, i risvegli bruschi ci lasciano di cattivo umore per tutta la giornata, questo cuscino magari può aiutarci ad affrontarla con un sorriso in più. Se facesse anche un bel caffè sarebbe il progetto ideale per tante persone:) Tutte le immagini Continua »
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maggio 28th, 2008 by Ivana
Veil Solar Shade, vele solari per l’energia pulita.
Se vi dico Buro North cosa vi viene in mente? immagino niente… E se vi dico X-mas Tree?? Forse qualcuno ricorderà il suo alberello di natale. Un progetto ecologico, senza troppe pretese, ma carino.
Oggi ovviamente non vi parlo di X-mas tree (sarebbe assurdo visto che è già tempo di mare!) ma del suo ultimo progetto, Veil Solar Shade appunto.
Una superfice che evoca una vela e che, metaforicamente, vuole essere gonfiata da tanto sole. Il progetto è interessante dal punto di vista del design sostenibile, come buon esempio di progetto per catturare l’energia solare e allo stesso tempo riparare dal sole stesso; ma quello che più mi ha colpito è il messaggio che riesce a veicolare alle nuove generazioni.
Veil Solar Shade infatti è destinata alle scuole e sensibilizza i piccoli all’attento utilizzo delle energie alternative. La vela infatti può essere ruotata di 180°manualmente senza troppe difficoltà anche dai bambini ai quali, grazie ad alcuni led, viene comunicato se la vela è orienatata ed allineata perfettamente al sole così da accumulare al meglio tutta l’energia solare che poi verrà utilizzata per la scuola stessa.
Il progetto, finanziato dal governo inglese, sarà a breve realizzato e destinato a molte scuole per avvicinare i giovani studenti ad un utilizzo attento e responsabile delle energie solari. Le aspettiamo anche qui in Italia…(aspettiamo, aspettiamo!) Altre foto Continua »
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maggio 27th, 2008 by Ivana
Tecnologia e design: Yuno, il pc nelle nostre mani, anzi, nelle nostre tazze.
Chi mi legge spesso sa bene che i progetti che mostro sul mio blog li scelgo perché, a mio avviso, rappresentano un buon esempio di design, un buono spunto progettuale, un interessante concept e così via…
Oggi rompo un po’ questi schemi e vi parlo di questa tazza-pc. E’ Yuno ed è una tazza-pc super tecnologica. Disegnata da Jason Farsai nasce con l’intento di inaugurare la giornata in modo tecnologico. Controllare la posta, leggere le ultime notizie, il meteo, guardare qualche vignetta, vedere l’andamento della borsa, etc etc.. Il tutto grazie a questa tazza-pc.
Un nuovo modo di vivere il mattino con cappuccino, cornetto e tazza-pc! Magari adesso starete pensando :”Wow che progetto pazzesco!!” Le mie perplessità in merito a questo progetto però sono tante. Per me Yuno rappresenta quasi quello che un buon progettista non dovrebbe fare. Mi spiego.
Inizierei proprio con la forma. L’idea poteva anche essere carina ma leggere qualsiasi cosa su una superficie piccola e curva la vedo davvero un’idea poco funzionale. Stiamo sempre parlando di una tazza per umani, non della tazza di Polifemo; bisognerebbe ruotare la tazza da sinistra verso destra più e più volte per leggere tutto (a meno che il testo non venga scritto con un font carattere 4 in una colonna di testo larga non più di 4cm!!). A questo non dobbiamo dimenticare assolutamente che nella tazza è presente una bevanda, magari anche bella calda! Tra una mail e una news, un attimo di distrazione potrebbe risultarci fatale -e al mattino sfido chiunque ad essere lucido e attivo-. Dal progetto non si capisce nemmeno come riempire la tazza e, a giudicare dalle foto, sembra anche scomodissimo bere! Continua »
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maggio 25th, 2008 by Ivana
Paperclip Lamp, la graffetta diventa lampada.
Per i nostalgici Clippy, la simpatica graffetta di Office pronta a risolvere i nostri problemi, nasce Paperclip Lamp dei designer Benoit Collette e David Wykes.
Una lampada che richiama le forme semplici ma funzionali delle comuni graffette, oggetti di uso quotidiano che affondano le loro radici nel lontano 1899 ad opera di Jahan Vaaler.
Questa lampada si ispira a questi piccoli grandi oggettini e, magari, a quell’irrefrenabile voglia di srotolarle (e distruggerle!) che ci viene ogni volta che ne abbiamo una tra le mani.
Paperclip lamp ovviamente non è pensata per esser fatta a pezzi, ma per snodarsi e svilupparsi nell’aria, illuminando le nostre scrivanie con un pizzico di storia e una bella nota di design. Un tubo di alluminio all’interno del quale sono stati posizionati del LED bianchi di ultima generazione. Una lampada da tavolo originale che regala un nuovo significato ad un oggetto conosciuto e apprezzato da tutti noi.
Ovviamente il riferimento a PizzaKobra è scontato anche se, rispetto alla lampada di Ron Arad, mi sembra che i due designer si siano sforzati un po’ di più, il loro concept mi sembra più forte, il riferimento alla graffetta non è da sottovalutare. A mio avviso paperclip è più scherzosa e familiare. Voi quale preferite? Altre immagini Continua »
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maggio 23rd, 2008 by Ivana
Bedu: il set di risposta rapida alle emergenze. Un barile da 200 litri pronto a trasformarsi in un esteso campo di emergenza.
Il barile progettato dal designer Toby McInnes, nasce alla luce di tutte le catastrofi naturali e stati d’emergenza che, purtroppo, mettono in ginocchio intere città, villaggi e popolazioni.
Maremoti, cicloni, fenomeni naturali, terremoti (non ultimo quello che ha travolto il Giappone) troppo spesso radono al suolo qualsiasi cosa incontrano lungo il loro devastante cammino.
Anche in questi casi il designer occupa un ruolo importantissimo. Dopo diversi concorsi di social design, moltissime menti si sono date da fare per progettare qualcosa di utile per la società. Tra tutti, probabilmente Bedu è uno dei progetti più interessanti.
Bedu è un sistema di emergenza, estremamente funzionale e concentrato in uno spazio ridottissimo. E’ la “borsa di Mary Poppins” (permettetemi il paragone) per le situazioni più critiche. Bedu, nello spazio di un barile, contiene tutto ciò che è necessario in situazioni di emergenza: una tenda, un deposito annesso, un telone cerato con sistemi fotovoltaici, un fornello multicarburante, un sistema di illuminazione, piccoli utensili, un kit medico, un sistema di filtraggio dell’acqua, un generatore, un pacco batteria e una radio di emergenza.
Un progetto eccellente che spero si trasformi presto in realtà. Altre immagini del progetto Continua »
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maggio 22nd, 2008 by Ivana
Se fosse ancora vivo Bruno Munari probabilmente definirebbe Makio Hasuike un VERO designer: una figura importante che “sa scegliere i materiali più adatti, le tecnologie più giuste, che sa tener conto delle componenti psicologiche, del costo e di ogni funzione(…)”. Un progettista autentico, attento ai bisogni degli utenti e alla funzionalità dei propri prodotti. Questo è senza dubbio Makio Hasuike, considerato da molti uno dei designer più interessanti delle produzioni italiane.
Italiano di adozione dal 1964 (nasce a Tokio nel 1938) fa della sperimentazione la sua principale attività progettuale. Prodotti funzionali caratterizzati sempre da un’estetica semplice ma raffinata. Molti dei suoi prodotti, sebbene ideati più di 20 anni fa, continuano ad avere un appeal contemporaneo e seducente.
Prendo in esempio alcuni oggetti pensati per architetti, designer, grafici e studenti: Croma -1982-, Piuma -1983-, Impronta -1985- e Zoom -1986- (solo per citarne alcuni). Sicuramente sono oggetti conosciuti da tutti, magari utilizzati quotidianamente. Nascono tutti dalla ricerca dei nuovi materiali, dalle caratteristiche fisiche, meccaniche ed estetiche di questi ultimi. Piuma ne è un esempio. La cartellina più copiata al mondo che ha rivoluzionato l’idea della tradizionale cartelletta in cartone. Il nuovo materiale (polipropilene) non solo non faceva sgualcire i progetti ma li custodiva e li proteggeva anche in caso di pioggia. Stesso discorso vale anche per Zoom, anche se a questo si aggiunge una nuova configurazione per il trasporto (a spalla) Continua »
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maggio 21st, 2008 by Ivana
La palestra a casa tua. Postfossil crea i mobili per ritrovare la forma fisica!
In vista della prossima prova bikini (che affliggerà sicuramente un po’ tutti) si ricorre a tutti i metodi più bizzarri per perdere peso: diete da fame, corse kilometriche, torture estetiche varie e, ovviamente, ore ed ore di massacrante palestra.
Per chi vuole ritrovare la linea, o per chi ama tenersi in forma, arrivano i nuovi mobili-palestra creati dall’azienda svizzera Postfossil. Thomas Walde e Florian Hauswirth sono i due designer autori dei nuovi mobili-fitness. Ottimi soprattutto per chi non ama spostarsi da casa, i mobili fitness hanno un’estetica abbastanza gradevole e semplice, molto minimal e, soprattutto, adatta a qualsiasi tipo di arredo.
Aiutano a fare un po’ di movimento, a rinforzare le braccia, a risvegliare gli addominali e, sicuramente, a farci alzare un po’ dalla sedia decorata da tante graziose ragnatele! Tra i due mobili proposti credo che la spalliera sia il progetto più interessante -la panca è abbastanza banale-
Troppe ore davanti al pc ci hanno sicuramente fatto accumulare un po’ di pancetta (magari i due designer ne sanno qualcosa) un po’ di movimento non guasta mai. Personalmente preferisco una bella corsetta all’aria aperta anche se la spalliera mi sembra interessante come proposta. Speriamo sia anche sicura! Guarda la panca Continua »
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maggio 20th, 2008 by Ivana
—AGGIORNAMENTO COMUNICATO—
E’ passato il tempo di quando i giovani designer (allora si chiamavano “stilisti”, parola che poi ha preso un altro significato) sognavano di lavorare per i grandi carrozzieri e di vestire le
più prestigiose auto e moto Made in Italy.
Ora, complice il fatto spesso dimenticato che la nautica italiana cresce del 20 per cento l’anno e del 30 per cento se si considerano solo le esportazioni, sembra che il sogno abbia perso le ruote per guadagnare chiglie, vele ed eliche. Così, il Master in Yacht Design (MYD) del Politecnico di Milano ogni anno ha il quadruplo di richieste di ammissione rispetto ai posti disponibili, spesso da parte di laureati che già lavorano presso studi di progettazione nautica, solo uno dei molti servizi che l’Ateneo può mettere a disposizione delle aziende, come spiegherà la Professoressa Silvia Piardi del
Politecnico nel corso del suo intervento a “Terra, Acqua, Aria & Design” il prossimo 16 giugno a Milano.
Del resto, si tratta di un mercato molto competitivo, anche nei settori come quelli dei superyacht dove l’Italia è leader mondiale per numero di progetti costruiti, prima degli Stati Uniti, dove le posizioni di testa guadagnate dai cantieri devono essere sostenute dalla formazione di “teste” all’altezza della situazione. Anche perché si fa presto a spostare la produzione in Paesi a basso costo della manodopera (Turchia, Cina, Corea) e se non si è creata intelligenza, la forza del Made in Italy può svanire presto.
Per ora, il vento soffia in poppa a piena forza nelle vele del design nautico, e provoca inaspettati effetti. Mentre infatti ancora una ventina di anni fa il mondo automobilistico influenzava il design nautico (le cabine di guida “stile auto” dei motoscafi da diporto, per esempio), ora il rapporto si sta ribaltando Continua »
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maggio 19th, 2008 by Ivana
Per tutti gli amanti del design, dei nuovi materiali, dell’architettura e del fashion design segnalo volentieri questo incontro previsto per il prossimo venerdì 23 Maggio presso il PAN –Palazzo delle Arti Napoli – Architettura, Design, Moda.
Tre pubblicazioni a confronto per un approccio più consapevole all’offerta didattica universitaria
Un convegno interessante, proposto dalla Facoltà di Architettura della Seconda Università di Napoli, per promuovere il design come attività transdisciplinare proiettata verso le tecnologie e i materiali più straordinari.
Al convegno interverranno tre docenti della Seconda Università di Napoli (facoltà di Architettura e Disegno Industriale), ognuno dei quali esporrà il proprio contributo di ricerca del progetto attraverso un volume:
Salvatore Cozzolino -architetto e designer- autore di “Visioni e Costruzioni”, prendendo spunto dagli affreschi giotteschi di Assisi, parlerà dell’attuale momento della professione dell’architetto, compresso tra l’esigenza di apparire e la necessità di ritrovare il senso della Responsabilità Sociale di Progetto.
Carla Langella -architetto- ha completato da poco “Hybrid Design”, commenterà le nuove frontiere del design biomimetico, con attenzione specifica alla sostenibilità ambientale dei prodotti.
Maria Antonietta Sbordone -architetto e designer- nel suo recente “Work Dress Design”, ha indagato il progetto di moda degli abiti da lavoro, svelerà le tecnologie avanzate e la ricerca sui materiali che sottendono alla realizzazione del fashion design, sempre meno frivola ideazione, sempre più incrocio complesso di discipline.
L’appuntamento è interessante anche come seminario di orientamento per gli studenti prossimi al diploma e rappresenta, in questo senso, un’ ottima palestra di idee e spunti per una futura carriera universitaria.
Appuntamento allora a Venerdì 23 Maggio ore 17,30 alla Sala PAN del Palazzo delle Arti di Napoli, via dei Mille, 60. Ragazzi non possiamo mancare.
Informazioni sui relatori Continua »
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