GROW. L'edera…solare
Per gli amanti dell’ecologia e della biomimetica, GROW è pannellino solare davvero interessante ideato dal gruppo SMIT (Sustainably Minded Interactive Technology).
Non disturba affatto la vista, anzi, a differenza dei tradizionali pannelli fotovoltaici, visivamente pesanti e bruttini, il sistema GROW nasce proprio come decorazione per pareti di edifici, al pari di una graziosa pianta rapicante.
Ispirati ovviamente alle foglie dell’edera, trovo i pannellini solari GROW assolutamente interessanti sia per la gradevolezza estetica (da lontano sembra proprio edera) sia per l’assoluta riduzione di materiale, nonchè per il suono delicato che emettono quando mossi dal vento. Tanti pannellini, pronti a catturare l’energia solare, che in pochi centimetri quadri riescono a produrre energia rinnovabile e pulita.
Le varie foglioline sono prodotte con una base in polietilene 100% riciclabile e un film fotovoltaico incapsulato in Tefzel.
Una “pelle” sostenibile e modulare che, proprio come suggerisce il nome, può crescere a seconda delle nostre esignenze, fino magari a ricoprire tutta la parete di un edificio. L’unica cosa da non dimenticare è di collegare il sistema di foglioline ad un unico filo che confoglia tutta l’energia ricavata dalle varie foglioline in un unico accumilatore. Per la sostituzione o la manutenzione, nulla di più facile, basta solo cambiare la fogliolina “malata”.
Un elemento semplice e gradevole del quale ancora non si conosce il prezzo ma che, a mio avviso, è estremamente interessante per le progettazioni architettoniche contemporanee e sostenibili. Foto
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Scritto in Design eco-orientato, Nuovi materiali | 22 Commenti »
marzo 14th, 2008 at 19:09
Ottima segnalazione. Troppe volte quando si parla di fotovoltaico ci si occupa solo di rendimenti, energia annua prodotta e business planning.
Credo che invece l’impatto visivo dei pannelli sia di notevole importanza specialmente sugli immobili che si inseriscono all’interno del tessuto urbano.
Speriamo che ci sensibilizzi velocemente anche ad adottare soluzioni che mirino anche a minimizzare l’impatto visivo.
marzo 14th, 2008 at 21:12
Oh-ooohh che piacere!! Ing. Palmiero carissimo, la tua speranza la condivido pienamente. Grow mi ha particolarmente colpito proprio per l’attenzione visiva e acustica, molto poetica ma sempre funzionale. L’effetto è bellissimo. Al prossimo progetto proponiamo GROW???:) Un bacio!
marzo 14th, 2008 at 21:53
davvero interessanti queste “polaroid”
marzo 15th, 2008 at 15:05
Va benissimo, al prossimo progetto proponiamo GROW.
Magari per convincere i committenti posso invitarli a visitare il tuo articolo.
marzo 15th, 2008 at 18:14
Quando ho fatto scroll con il mouse verso il basso già stavo pensando ad un commento simile a quello dell’Ing. Palmerio, dunque non posso aggiungere altro… Ottima notizia…
marzo 17th, 2008 at 10:09
Giustamente l’energia prodotta dalle foglioline “conFoglia” nel filo! Grazie mille per la segnalazione, è un prodotto notevole che inserisce anche il fattore di progettazione di come le foglie crescono sul prospetto… ciao!
marzo 17th, 2008 at 17:16
Ciao Ivana, mi hai dato un suggerimento veramente grande da poter applicare su un mio progetto. Mi è stata affidata la lottizzazione di un bel comprensorio che avrei intitolato “l’isola verde”, con la realizzazione di villette e parco urbano come da PRG. L’idea era quella di creare un intero spazio ecocompatibile ed ecosostenibile e grazie a questo sistema di fotovoltaico posso renderlo ancora + interessante cercando di convincere anche gli scettici sul sistema. Sentivo proprio ieri su RaiTre (Report) quanto siamo incollati nella preistoria in Italia e di quanto il resto d’europa sia avanti e la cosa + sconvolcente è che sono ingegneri italiani che non sono riusciti a farsi ascoltare in Italia a portare avanti all’estero tutte le sluzioni migliori.
Hai già sentito parlare delfotovoltaico a celle di mirtillo? In sostanza il mirtillo sostituirà il silicio abbattendo in questo modo i costi del fotovoltaico di circa 2/3 se non ricordo male, avendo così finalmente la possibilità di creare case totalmente autonome con una piccola centrale elettrica sul proprio teto; non sto nemmeno a sottolineare che la ricerca è tutta italiana, ma spero vada presto all’estero per essere usata al più presto visto che in Italia siamo circondati da masse politiche ignoranti che da una parte vogliono il carbone e dall’altra il nucleare, anche se per parcondicio non si dovrebbe parlare di questo essendo in campagna elettorale.
Un saluto.
marzo 17th, 2008 at 17:42
Per chi ne volesse sapere di +, lascio il link dov’è possibile vedere un video illustrativo sulla preparazione del nuovo fotovoltaico al mirtillo.
http://www.freenergy.uniroma2.it/index.php?option=com_content&task=view&id=14&Itemid=28
marzo 17th, 2008 at 20:47
Ciao Frank, mi fa piacere che l’articolo su GROW ti abbia ispirato. In verità è da tempo che vorrei parlare anche del fotovoltaico al mirtillo, mi hai dato un incentivo per scrivere allora;)
Ma questa isola verde che devi realizzare dove si trova? Comunque GROW casca proprio a fagiolo allora! In bocca al lupo!!
marzo 18th, 2008 at 01:06
Il progetto che devo fare è dalle mie parti, per ora diciamo che è ubicato nel Salento e spero sia il trampolino di lancio per dar vita in Italia a sistemi autonomi non inquinanti come già avviene nel resto d’Europa, basterebbe un po’ di cultura in più accompagnata dal buon senso. ciao a presto e crepi il lupo.
ottobre 25th, 2008 at 01:32
si ma quanto rendono?
non è che una facciata piena di grow rende quanto 2 panelli.. e quanto costano in proporzione alla resa?
caro ing, sai perche tutti si fissano sulla resa? per l’elevato prezzo e perche uno li mette per produrre energia, se poi sono realmente produtivi ben venga che siano anche esteticamente gradevoli..
ti sei mai setuto su una bella sedia scomoda?
novembre 28th, 2008 at 16:02
Semplicemente geniale… pensate ricoprire palazzi o appartamente… bisognerebbe verificare il rendimento; se riuscirebbero a soddisfare i bisogni d un intero condominio e ah accumularne bisognerebbe soltanto incentivarlo sulle nuove costruzioni…
dicembre 18th, 2008 at 20:33
Personalmente credo, a prescindere dalla resa (che anche con dei supersilici sarà necessariamente inferiore a dei pannelli normali che ottimizzano gli spazi esposti alla radiazione solare) l’effetto estetico non sia poi così gradevole, a differenza di quello “acustico” dato dal fruscio dei minipannelli. A questo punto perchè non farli per davvero a forma di “fogliolone”? sarà che sono tradizionalista o che ho il pollice verde, ma a me quei pannellini stile polaroid, sembrano qualsiasi cosa tranne che delle foglie equiparabili a un rampicante…
gennaio 4th, 2009 at 12:38
tutti bellissimi i commenti …. anche a me picerebbe produrre energia pulita ma dai vari preventivi che ho in mano mi costa esattamente il triplo a kw che comperarla dalla società elettrica………..cominciamo a produrre qualche cosa di valido e efficace anche x il portafoglio alla faccia dell’estetica ……….
febbraio 19th, 2009 at 06:35
il più grande scienziato del millennio
francesco garrotto nato a
villa san giovanni l’ 8 – 4 – 62 ha fatto la
sensazionale scoperta di rendere un pannello
fotovoltaico dieci volte più efficente riducendone
i costi di uno zero quindi un kwatt di energia prodotta
da questi pannelli avrebbe un costo minore del carbone
evitando così le pericolose emissioni che procurano
inevitabili catastrofi planetarie ed il pericolo della
estinzione dell’uomo su questo Pianeta .
i suoi studi sono andati sul processo fotosintetico
della pianta capendone il mecca
nismo di superconduttività ,
infatti gli elettroni dello spettro solare quando arrivano
in una foglia in maniera disordinata vanno ad allinearsi
dentro gli stomi per poi in seguito trasformarsi in energia organica
– come rendere un pannello superconduttivo ?
sopra la piastra del pannello fissare ermeticamente un doppio
vetro e dentro il doppio vetro far circolare un gas a zero gradi
gli elettroni si alliniano ed arrivano sul pannello allineati e
pronti per essere catturati col risultato di ottenere una produzione
di kw ad un costo minore di tutte le altre tecnologie .
ma un doppio vetro aumenta la quantità di kwatt del pannello
ma non basta sfruttando il pensiero di archimede cioè concentrando
gli elettroni potremmo azzerare il costo della superfice del pannello …
marzo 5th, 2009 at 10:51
Dove lo trovo il prezzo?
agosto 6th, 2009 at 10:57
Finalmente il design aggiunto ad ecologia e risparmio energetico!
Ci sapreste indicare dei professionisti interessati a fare docenze su questi impianti?
settembre 24th, 2009 at 21:05
fate attenzione, perchè la resa di un pannello verticale è bassa, e questi da quanto ho capito sono posizionati in verticale. se poi la parete non è a sud (più o meno 20°) la resa cala ulteriormente. la resa è importante perchè la tecnologia si diffonda: al di là di qualche progetto con buoni finanziamenti una tecnolgia che non rende ostacola la diffusione del fotovoltaico, che è già precaria per altri motivi!
febbraio 28th, 2010 at 11:56
Bella proposta.
marzo 8th, 2010 at 01:07
Sarei molto interessato ad un offerta. A chi mi devo rivolgere?
marzo 30th, 2011 at 16:25
Parete verticale e incentivi dimezzati…vedremo..l’idea è carina!
luglio 9th, 2012 at 09:36
Per una copertura mobile appena installata sarebbe un tocca sana…prezzo?