OFT, la casa trasformabile
OFT è una nuova dimensione abitativa, un progetto di architettura contempornea e modulare, che trae spunto dal un suo “cuginetto” più articolato: il Loft.
Contrariamente a quest’ultimo, però, OFT perde la “L” (di large -Loft-), in favore di una nuova filosofia abitativa, caratterizzata da spazi più piccoli, non definiti ma adattabili alle esigenze più diverse.
Un progetto italiano firmato dallo studio di progettazione Sand&Birch (Andrea Fino e Samanta Snidaro) .
Oft è una soluzione architettonica componibile, camaleontica e versatile. Proprio queste caratteristiche sottolineano il forte concept di OFT, che può essere considerato come una casa temporanea, una cellula abitativa modulare, una dépendance e anche una piccola “tana” per giovani studenti e non. Oft cresce con noi, in relazione ai nostri bisogni e alle nostre possibilità.
E’ molto interessante l’aspetto modulare di questo prodotto che parte da un modella base, piccolo ma confortevole, che può essere, all’occorrenza, ampliato seguendo i bisogni di chi vi abita. Al modulo base si possono quindi aggiungere o modificare elementi (in maniera reversibile) e, cosa ancora più interessante, questi stessi elementi prefabbricati possono essere sia acquistati che affittati o permutati (le dimensioni di questi elementi sono adatte al trasporto su mezzi standard).
Una casa creata ad-hoc sulle reali esigenze di ogni singolo utente Un nuovo concept di casa, ideale soprattutto per chi desidera indipendenza e una casetta tutta sua ma che, purtroppo, deve anche fare i conti anche con le possibilità economiche. In questo senso OFT può essere un ottimo rimedio, una casetta che possiamo costruirci e, senza fretta, ampliare quando ci sono anche le possibilità economiche.
Un progetto interessante estremamente curato anche dal punto di vista ambientale. Gli accorgimenti eco-sostenibili sono diversi:recupero delle acque piovane, utilizzo materiali biocompatibili, domotica, fotovoltaico… Per chi pensa già sta facendo qualche pensierino particolare sappiate che si possono aggiungere anche sala hobby, sala squash, piscina coperta…
Scritto in Architettura Contemporanea, Design eco-orientato, Design italiano | 19 Commenti »
marzo 7th, 2008 at 12:35
Senzadubbio il concetto di modularità è un po’ vecchio, ma nell’architettura è assolutamente nuovo. Mi piace molto il progetto anche se credo che economicamente non sia alla portata degli studenti
marzo 7th, 2008 at 13:30
troppo geniale…stavo pensando na kosa del genere per un concorso riguardo una sedia…:p Ma una casa !! Troppo Geniale!!! L’ITALIA E’ TROPPO PIENA DI GENIALITA’!!
marzo 7th, 2008 at 15:49
Veramente considerate questo progetto geniale? Realmente lo valutate innovativo? Dopo aver analizzato il progetto, ho visto che si sviluppa su un perno centrale che è costituito dalla scala di collegamento tra i vari piani, stesso identico concetto della casa Schroder di Rietveld dove erano le intere pareti che si potevano aprire o chiudere in base alle circostanze che si venivano a creare, dando vita così ad ambienti sempre diversi, ampliandoli quando gli ospiti erano molti, arrivando addirittura a poter creare con una sola casa 2 abitazioni distinte perchè possedeva 2 ingressi. Passiamo ora al concetto del modulo. Anche questo non ha nulla di nuovo, Le Corbusier è stato il primo a studiare la modularità nell’architettura perchè pensava che una coppia senza figli avesse esigenze diverse da una coppia con 5 figli e +; se non erro applicò questo concetto proprio nella casa Citrohan (chiamata in questo modo perché pensava che una casa potesse essere realizzata come una automobile tramite catena di montaggio) dove i moduli si potevano aggiungere in base alle esigenze, moduli prefabbricati.
Personalmente trovo che questo progetto altro non è che una bella unione di 2 grandi idee, applicate in modo coerente e funzionale, ma nulla di +, fermo restando che a me la modularità non piace perché è sinonimo di monotonia, preferisco le sviolinature alla Gehry o anche alla Calatrava anche se come hanno insegnato i grandi maestri, il modulo aiuta a progettare, è veloce da applicare e possiede una infinità di vantaggi progettuali. Cmq forse sbaglierò a pensarla così, ma se analizzate attentamente i 2 progetti dei 2 Maestri citati prima non potete non notare le somiglianze con questo progetto ed essendo quelli di un secolo precedenti a questo mi pare ovvio che sia questo un rifacimento di quelli, ma che come ho detto prima, segue entrambe le filosofie delle due case citate. Un saluto a tutti.
marzo 7th, 2008 at 18:56
http://www.archweb.it/dwg/arch_arredi_famosi/Thomas_Rietveld/schroeder_house/Schroeder_House_2d.htm
http://web.tiscali.it/antonio_santelia/galleria/lecorbusier/03.htm
questi i riferimenti per le belle citazioni di Frank…
sono comunque molti i tentativi di attualizzazione di questo concetto abitativo…qui potete trovarne altri:
http://www.edilportale.com/livingbox/comunicatostampa.asp
personalmente non apprezzo questi sforzi +/- stilistici, perchè riducono l’architettura alla semplice composizione anche se potrebbe avere fini applicativi(villaggi turistici,bungalow ecc), ma mai proporrei o vorrei una casa di quel tipo per ritrovarmi un giorno magari a scrivere su e-bay : vendo o permuto OFT sala squash per OFT piscina coperta…TERRIBILE
ola
marzo 7th, 2008 at 23:50
Cao Frank, certamente la modularità è un concetto abbastanza datato, però per fortuna ci si ispira ancora ai grandi maestri. La modularità non è un concetto inventato da loro ma apprezzo questo progetto, mi piace molto, ancora di più perchè italiano. E poi una casa così la comprerei!
marzo 8th, 2008 at 11:55
Mi trovo favorevole sulla non genialità eccessiva del progetto, ma non sarei così duro.Forse voi avete in mente un tipo di architettura unica e fine a se stessa.Anche io rimango a bocca aperta di fronte alle opere di wright ma penso anche che quelle siano case destinate a persone facoltose.Non da meno Grandi maestri come Mies e Le corbusier iniziarono a pensare all’architettura come strumento anche x la gente comune; si può fare architettura anche per la casa di un semplice spazzino e non togliere nulla all’essenza.Trovo errato dire che la modularità sia un campo del “passato”. Infatti il campo dell’industrializzazione edilizia prende piede in quel periodo ma non trova ancora grandi sbocchi,ma con ciò non significa che sia ormai in declino se un apice non l’ha mai raggiunto.La modularità non piace a primo impatto, è vero, ma si deve cercare di dare lo stesso effetto anche ad essa per far sentire lo spirito architettonico a tutti e non limitarlo come opere d’arte fini a se stessa per poca gente.
marzo 9th, 2008 at 13:22
@ Giovanni
Seguo il tuo ragionamento e per quanto io ami il decostruttivismo non critico l’uso del modulo bidimensionale in pianta o prospetto, ma questo è tridimensionale e quindi c’è la ripetizione costante di un volume. La forza di OFT secondo me sta nell’aver variato le dimensioni dei vari blocchi associandoli alla funzione (forse) e l’applicazione di accorgimenti eco-sostenibili, il 3D è commercialmente accattivante, ma nella realtà che succede? Potremmo trovare la stessa casa a Palermo e ad Aosta e non serve prendere Wright, ma neppure un qualunque mediocre architetto, perchè questo progetto esclude l’architetto o il geometra ecc… Chiunque si aquista e Compone la propria casa.
Il mio ragionamento comunque vale anche per le centinaia e centinaia di abitazioni identiche che formano i quartieri americani…non possono neppure dire che l’erba del vicino è migliore. Da noi invece la prefebbricazione trova maggior impiego nel pubblico e l’edilizia popolare è stata regolata dalla politica e dalla “mala edilizia” e se questo progetto dovesse trovare o puntare sull’aspetto economico allora evidenzia solo la nostra pessima condizione sociale altrimenti diventa un discorso classista. Facciamo architettura anche per la casa dell’operatore ecologico e non diamogli dei paliativi e facciamo architetture che durino anche per i disoccupati.
ola
marzo 9th, 2008 at 19:36
Certo. Cmq io parlavo più dell’idea che sta alla base del progetto. Infatti mi piace come abbia lavorato con la modularità, ma ovviamente io non la venderei così uguale per chiunque ma dal modulo base se ne possono ricavare migliaia e migliaia non cadendo in una semplice scelta da catalogo e soddisfando le esigenze del fruitore.
marzo 14th, 2008 at 16:05
credo sia un’idea molto interessante che andrebbe a risolvere problemi di spazio ormai estremamente evidenti in città come Milano. Io credo che sarei uno degli studenti che la userebero. C’è solo un piccolo particolare..bisognerebbe vedere i costi..ma ripeto..come concept è molto interessante e innovativo
marzo 15th, 2008 at 00:41
per fortuna ogni tanto anche gli italiani pensano a qualcosa di bello!
marzo 27th, 2008 at 14:20
Prima di tutto volevamo ringraziare Ivana per lo spazio che ci ha concesso su Architettura e Design, e poi ringraziare tutti coloro che hanno commentato il nostro progetto.
Volevamo solo puntualizzare alcune cose che forse non sono state comprese, o che non siamo riusciti a spiegare nel modo giusto.
L’idea OFT è nata per dare uno spazio ai giovani, per dare una possibilità che non fosse la classica casa che ha costi proibitivi, e che fosse anche temporaneamente un modo per individuarsi, per vivere la propria dimensione potendosela anche organizzare.
Va da se che i costi per i moduli base non siano alti, considerando che ogni modulo base è praticamente provvisto di tutto: dagli arredi, ai sistemi di recupero acqua piovana, pannelli solari, alla wind gallery( un nostro brevetto per raffreddare con l’aria la casa), pc e connessione.
OFT può inoltre essere “attaccato anche a case già esistenti senza nessun problema e senza bisogno di lavori di muratura di nessun tipo.
E’ chiaro che non è una rivoluzione nel campo dell’architettura, ma crediamo che sia un buon sistema, per ridurre gli sprechi, le polveri di cantiere, le ferite alla terra e un modo per avere una casa divertente che cambia e si modifica in base alle nostre esigenze.
Per esempio il modulo Home theatre è realmente costruito per essere una e vera piccola sala cinematografica con un acustica studiata ad hoc per vedere film. Oppure la sala squash è perfettamente regolamentare, come anche il bastket One to One che sarebbe metà campo di basket ad un canestro solo, la piscina 4×8 etc.
Chiaramente questi sono accessori che hanno un costo.
In questo momento stiamo preparando la prima istallazione dell’OFT che ci è stata richiesta in Australia. Li costruiremo un intero isolato.
Quanto prima e se Ivana vorrà vi manderemo le immagini del progetto per l’Australia.
Grazie a tutti
Andrea+Samanta+Barbara
marzo 27th, 2008 at 18:21
@ Andrea Samanta e Barbara
Prima di tutto grazie per aver commentato il mio articolo e per le giuste precisazioni fatte. Il progetto OFT è molto articolato e sensibile alle problematiche ambientali. Con molto piacere pubblicherò le foto appena saranno diponibili. Aspetto ansiosa;)
Complimenti ancora per il lavoro
Ivana
giugno 26th, 2008 at 12:07
Mi piacciono molto i progetti innovativi come questo. Mi piace meno però quando si parla di sostenibilità ed ecologia tanto perchè fa moda. Non per forza tutto deve essere eco-sostenibile per poter essere definito un progetto corretto, l’importante è cercare di fare le cose per bene, farle funzionare bene in modo che non sia richiesta troppa manutenzione e che possono essere riutilizzate nel tempo senza troppi sforzi energetici ed economici. grazie!
agosto 29th, 2008 at 18:31
Cara Clara, non abbiamo parlato di sostenibilità o di ecologia tanto perchè fa moda, ma proprio perchè per anni si è completamente dimenticato che ogni casa che veniva costruita aveva un impatto importante sul territorio e quindi su di noi.
Il problema c’è e tutti quanti dovremmo cercare nel nostro piccolo di contribuire a risolverlo.
OFT ci da l’opportunità di non bucare il terreno e di non lasciare polveri in fase di costruzione, oppure da la possibilità di non consumare acqua per i servizi igienici che non sia acqua piovana.
OFT si raffredda tramite un sistema da noi brevettato che permette la canalizzazione dell’aria cosi da evitare condizionatori vari.
Abbiamo cercato di utilizzare materiali che siano in qualche modo riutilizzabili proprio per inquinare meno.
Tutto questo non risolverà i problemi di inquinamento certo, ma almeno cerchiamo di contribuire a non inquinare ancora di più.
Siamo ottimisti sul fatto che sempre più gente penserà che è meglio per tutti occuparsi dell’ambiente in cui viviamo…speriamo almeno
Siamo contenti che il progetto ti incuriosisca e ci farebbe piacere invitarti a vedere OFT dal vivo
settembre 18th, 2008 at 09:00
[...] Sand & Birch Design. Qui su A+D hanno fatto il loro ingresso con il progetto architettonico Oft, la casa trasformabile. I loro progetti, però, non sono solo architettonici ma anche di disegno industriale (li trovate [...]
ottobre 24th, 2008 at 10:56
Leggo solo ora la Vs cortese risposta. Mi fa molto piacere il Vostro invito e rimango in attesa per concordare un incontro e una visita a OFT. Sono molto interessata ai fini anche di una ricerca universitaria che sto svolgendo qui alla Facoltà di Ingegneria di Bologna. Grazie ancora e spero a presto!
gennaio 14th, 2009 at 13:30
Salve a tutti,
volevamo informarvi che OFT è stato scelto tra i progetti per la ricostruzione di alcune zone di New Orleans.
Ci sembra importante segnalarlo.
Ora sarà una commissione a scegliere i tipi di alloggi..aspettiamo fiduciosi..non solo epr noi ovviamente, ma perchè sarebbe comunque un progetto italiano.
In questo momento OFT è in Australia. Stiamo istallando 30 OFT in un resort di lusso con campo da golf..a presto le foto se Ivana gradisce.
Buona giornata a tutti.
Andrea Fino+Samanta Snidaro
marzo 12th, 2009 at 18:56
ciao a tutti…io volveo solamente dire che questo concetto di edilizia a moduli non è assolutamente del passato!infatti oggi sono in commercio varie abitazioni a moduli prefabbricate soprattutto nel nord europa, il mese scorso infatti su INTERNI è sono state pubblicate delle pagine riguardo questo argomento…e tutti i grandi maestri che sono stati precedentemente menzionati hanno pensato e proposto le loro idee sulla modularità – flessibilità degli spazi, anche quelli più piccoli e ristretti, non dimentichiamoci i progetti di Joe Colombo (capsule abitabili), Bruno Munari, o il meno conosciuto Jacques Tati….io cmq frequento l’università di interior design e proprio in questo periodo stiamo progettando “una stanza di un uomo” progetto esposto alla triennale di milano nel 1936 da Franco Albini, rivista esteticamente e funzionalmente alle esigenze degli utenti del XXI secolo…tutto ritorna, ma rivisitato e reso attuale…ciao a tutti!!!
gennaio 28th, 2011 at 15:01
[...] giovani designer con idee originali e prodotti tutti da scoprire. Sicuramente se vi dico Olivia e OFT vi verranno alla mente la lampada e la casa trasformabile di cui abbiamo parlato in precedenza su [...]