LUFTHANSA: linea aerea e design (food)
Un marchio famoso, quello della Lufthansa, dietro al quale si nasconde un interessante progetto di food design; un’immagine coordinata che prende il volo, verso un settore in ascesa, trasformandosi in uno stilizzato ed elegante set di posate.
Non so se questa mia ultima mania per il food-design è data dalla mia recente dieta o dal fatto che sul mercato c’è più interesse per questa disciplina (chiamiamola così). Sta di fatto che ultimamente trovo molti progetti bellissimi. Vedi pick-it, Cake Sharer o Eat With Your Fingers, tutti progetti di giovani designer interessanti e attraenti.
Il progetto per la Lufthansa, realizzato dalla desiger Anne Lorenz, ha una marcia in più. Queste posate sono infatti realizzate per create, sapentemente accoppiate, il marchio della liea aerea (un airone), e che, all’occorrenza, si utilizzano per consumare un pasto aereo veloce e particolare.
Assolutamente originale ed in linea con l’immagine coordinata della linea aerea. Un progetto che a breve copieranno tutti perchè, almeno per me, è geniale. Inoltre le posate mi sembrano anche abbastanza comode e ben studiate in relazione all’ergonomia della mano. Adesso mi tocca volare con Lufthansa per provarle;)!! Vi piacciono? Altre immagini
(Via)
Scritto in Food Design, Loghi, Young Designers | 9 Commenti »
novembre 23rd, 2007 at 20:09
bellissima come idea ma secondo me le posate sono un pò scomode:D
novembre 23rd, 2007 at 21:53
anche a me appaiono un po’ scomodine. C’e’ da dire che non ho mai mangiato comodo in aereo.
Sono d’accordo che sia un bellissima Idea.
novembre 24th, 2007 at 17:38
in effetti avete ragione, non sembrano comodissime. anche se, nell’ultima foto sembra essere abbastanza comoda se impugnata in un certo modo. Bisogna provarle;) Nemmeno io ho mail mangiato in aereo..è la volta buona quindi
novembre 24th, 2007 at 18:40
vi consiglio le posate di air france (disegnate da philippe stark) me le sono fatte portare perchè sono troppo belle!
novembre 25th, 2007 at 15:25
…….mmm che faccio?! esprimo un parere o mi sto zitto? mmm…… osserviamo bene le tre immagini in sequenza; 1) un cerchio, una forchetta, un coltello e cosa penso? cavolo con queste 3 cose semplici sono riusciti a fare un bel simbolo per una catena di ristoranti visto che i 2 oggetti formano un gabbiano, magari una catena di ristoranti che sanno cucinare il pesce in mille modi diversi, wow dico io! poi osservo la seconda immagine e cosa noto?! che quello che mi sembrava un simbolo in realtà sono vere e proprie posate e li comincio a diventare perplesso, a pensare a come usarle, e a cosa potrebbero servirmi, li il mio volto comincia ad intristirsi; poi osservo la trerza immagine, e li arriva lo shock! o mio Dio! devo usarle per mangiare?! il mio volto si riempie di tristezza. ma quando un designer progetta io mi auguro che la sua prima domanda sia: “ma che devo fare?” per poi seguire, dopo aver progettato e (spero) pensato, con: “ma io lo userei mai?” be mi pare ovvio che i mostri sacri del passato non ci hanno insegnato molto, che i messaggi di semplicità, facilità d’uso, quotidianità, ecc., sono stati mal revepiti dai designer di oggi. non voglio dire che non bisogna fare bel design per affascinare, ma di sicuro non bisogna fare sta roba per stupire, ai deboli di cuore può venire un embolo (battuta ovviamente). non commento neppure le posate a dito che altro non sono che una scopiazzatura della penna a dito progettata per un concorso della stypen nel 2000. cercare di stupire non vuol dire fare cose assurde, ma semplicemente migliorare ciò che già esiste. molti non saranno daccordo con me, ma resta lo spirito che ha fatto grandi i mostri sacri come sottsass, castiglioni, le corbusier, mies van der rhoe, marcel breur, ecc., la semplicità alla base di tutto, su questa poi possiamo studiare tutte le forme che vogliamo.
novembre 25th, 2007 at 16:58
@cremino
bravo cremì, sempre attento;) infatti di quelle volevo parlare a breve, poi mi dirai. 1bacio Dottò
novembre 26th, 2007 at 22:33
frank comincia ad aprire un pò la mente…
novembre 27th, 2007 at 00:41
caro cremino,
se aprire la mente vuol dire accettare tutto quello che gli altri fanno senza poter dire la propria sono contento di avere la mente chiusa, ma se aprire la mente vuol dire esprimere concetti propri allargandola sempre a nuovi orizzonti abbracciando culture, opinioni, pensieri, opere di altri, allora sono contento che la mia mente sia parecchio aperta. sarebbe bene imparare ad accettare le opinioni degli altri belle o brutte che siano, visto che i nostri pensieri sono l’unica cosa che ci rende uomini liberi, io ho sempre preferito essere individuo e non massa, accetto solo ciò che mi colpisce e non ciò che la massa vuole. purtroppo mi rendo conto che nella società odierna non è facile essere se stessi visto che tutti vogliono essere fotocopie, automi privi di cervello, ma per fortuna mi è capitato anche di dialogare con qualche mostro sacro dell’architettura e del design e mi son accorto che la gente che conta alla fine si distingue sempre perchè sono mosche bianche in un mare di mosche nere. cmq mi pare che pure tu le consideri scomode queste posate, allora non vedo cosa io abbia detto che non va. non prenderlo come un attacco personale, rispetto la tua critica nei miei confronti, ma solo non penso di avere una mente chiusa solo perchè trovo questo progetto per nulla comodo da usare.
novembre 27th, 2007 at 22:40
premettendo che non ho letto oltre le prime 3 righe da te scritte perchè mi sono bastate per farmi annoiare, ti dico che non volevo offenderti ma ti invitavo a non criticare un oggetto che non voleva essere una forchetta o un coltello da usare quotidianamente…sono solo una provocazione anzi credo che anche ki le ha progettate sà che sono scomode. Tu hai cominciato ad usare termini tipo: comincio a diventare perplesso, orridisco ecc…
per non parlare del fatto che una posata x dita è stata COPIATA da un concorso per penne…come può esistere una penna da dito può esistere anche una posata da dito e non vuol dire che l’abbia copiata..e il mio apri la mente era riferito a questo!
e cmq..anche io lo trovo scomodo (anke se nn le ho usate)