Troja, la nuova lampada ad arco

settembre 15th, 2007 by Ivana

Lampada ad arco Troja. Design sostenibile
Ricordate la celeberrima lampada Arco di Pier Giacomo ed Achille Castiglioni? Già dal 1962 ha rappresentato una svolta in ambito di design, una lampada che rompeva i tradizionali schemi progettuali per approdare ad una nuova concezione di design, per un prodotto ancora oggi famoso. 

Lo studio tedesco Hansandfranz ha probabilmente tratto ispirazione dalla lampada Arco, reinterpretandola in chiave contemporanea. Si chiama Troja (il nome non è proprio il massimo…) e rapisce l’attenzione per le sue linee leggere e flessuose, che strizzano l’occhio alla musa ispiratrice creata da Achille e Pier Giacomo Castiglioni.

Design minimal e dematerializzato per una lampada in alluminio caratterizzata da una serie di piccoli LED che regalano una gradevole luce soffusa .

Grazie ai materiali utilizzati, la lampada Troja, può anche essere definita un buon esempio di design sostenibile se consideriamo che l’alluminio può essere riciclato praticamente all’infinito, e i LED hanno un consumo energetico estremamente basso e una durata di vita pari a oltre 60.000 ore: ciò implica che durante il loro ciclo di vita non dovranno praticamente mai essere sostituiti, evitando così la produzione di materiale di scarto destinata alla discarica (come invece avviene per le tradizionali lampadine che si fulminano periodicamente).

Ottimo il design quindi, splendida l’ispirazione e rilevante anche l’approccio sostenibile.

  • Vai al sito dello studio Hansandfranz e guarda gli altri progetti

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Design sostenibile, equo e solidale: Lili e Oscar

settembre 14th, 2007 by Ivana

Social Design, no-profit. Webcam e Hub eco-sostenibili

Anche la tecnologia si riveste di valori sociali ed ambientali. Lili ed Oscar rappresentano, in questa chiave di lettura, due esempi importanti di social-design.

Una webcam -Lili-  ed una presa hub-Oscar- sono i nuovi oggetti tecnologici creati seguendo una filosafia che sposa sia valori sociali che eco-sostenibili. Il progetto è stato diretto e coordinato dalla Oxfam, un’ organizzazione sociale no-profit,  mentre la produzione è stata possibile grazie alla società inglese United Pepper.

Il design è giocoso e riprende la morfologia di un polipetto e di una stella marina. La realizzazione è stata fatta in Vietnam attraverso progetti fair trade (commercio equo e solidale) e le attenzioni sostenibili sono davvero uniche per questo genere di prodotto.

Dal packaging al prodotto stesso, per la realizzazione sono stati usati solo materiali naturali o riciclati al 100%. Sia la webcam che l’hub sono interamente realizzati in cotone, sabbia, cartone e kapok (una fibra di derivazione naturale estratta dagli alberi kapok) diversamente dagli altri comuni dispositivi realizzati in plastica. Il packaging è invece stato realizzato con PET riciclato al 100%.

I costi sono praticamente simili ai tradizionali accessori ( Lili costa circa 44€, mentre Oscar 30€) ma credo sia importante sostenere questo genere di iniziative dal messaggio nobile sia dal punto di vista sociale che ambientale. Saranno disponibili da Ottobre in Inghilterra; per l’Italia ancora non si sa niente, ma credo sarà comunque possibile acquistarle via internet. Io li comprerò e voi?     Guarda le altre versioni disponibili Continua »

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Adidas store bus: il "negozio" mobile

settembre 13th, 2007 by Ivana

Adidas brand design: bus-store

Il nuovo store concept Adidas? Un vecchio furgoncino della Volkswagen. Il primo “negozio” in movimento, un concept nuovo per un target street.

Chissà se questa idea lanciata da Adidas diventerà un trend che sposeranno presto altre case di abbigliamento. L’ Adidas Promo Bus è un piccolo furgoncino che ha percorso le strade della capitale brasiliana Sao Paulo. Un’idea creata soprattutto per un pubblico di skaters, ragazzi che vivono la strada e che proprio per strada vengono rapiti ed ammaliati dai furgoncini Adidas.

La grafica accattivante degli esterni del “bus-shop” è stata ispirata all’artista, nonchè leggenda dello skate, Marck Gonzales (onestamente non lo conoscevo, però ho letto che la sua collaborazione con Adidas iniziò qualche anno fa con una serie di T-shirt disegnate da lui). Uno stile grafico inconfondibilmente street, che evoca i murales brasiliani, caratterizzando tutto lo stile con tinte cromatiche blu e le immancabili tre strisce per sottolineare ed esaltare il brand Adidas.

Gli interni, molto minimal, sono stati impreziositi da una collezione street (edizione limitata) e da alcuni schermi LCD che trasmettevano video di incredibili performance di skaters di tutto il mondo e spot Adidas.

Chissà se questo nuovo concept-store ha avuto successo, se il furgoncino Adidas riprenderà a solcare altre strade. L’idea comunque mi piace, ma se non fatta ad arte rischia di confondersi con qualche bancarella ambulante…Ma questo non è il caso dell’ Adidas ovviamente.

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Bendywood, il legno pieghevole

settembre 11th, 2007 by Ivana

Bendywood, legno pieghevole. Smart Materials

Il panorama dei nuovi materiali, o smart materials, si arricchisce sempre di più con nuovi prodotti altamente performanti e con caratteristiche fisiche e meccaniche inconsuete. E’ il caso del Bendywood: un nuovo legno flessibile, modellabile anche a mano ed utilizzabile a nostro totale piacimento in nuove ed inesplorate applicazioni. Un prodotto italiano firmato Candidus Prugger.

La storia del legno flessibile vede l’apice del suo successo grazie alla ditta Thonet, celebre -ancora oggi- per la produzione di sedie prodotte con legno curvato a vapore. Una procedura complessa però, per la quale erano nessessarie attrezzature per l’evaporazione, macchine piegatrici e dime/forme per l’essiccatura.

Oggi produrre legno pieghevole è molto più semplice, grazie ad i nuovi metodi di produzione. Niente più vapore, stampi o procedure complesse. Bendywood può essere piegato anche a mano (per sezioni sottili) o con comuni macchine piega tubi o morse utilizzabili facilmente anche da i non addeti ai lavori.

Un prodotto estremamente nuovo ed interessante del quale, però, ancora non sono state sfruttate tutte le potenzialità. Sono infatti pochi (e anche banali) gli esempi progettuali nei quali il benywood è protagonista: corrimano, lampade, panche, oggetti d’arte e interni del Palazzo dell’Opera di Calatrava a Valencia.

Bendywood offre grandi possibilità in ambito di design, grazie al mercato vergine e alle caratteristiche nuove del materiale. Sarà il materiale che sceglierete per il vostro prossimo progetto??

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Social Design per le scuole dell'Africa

settembre 10th, 2007 by Ivana

Sedie e banchi realizzati da Thomas Brown. Social Design

Banchi e sedie in un unico prodotto di social-design. Thomas Brown disegna i nuovi banchi di scuole per il Sud Africa.

Un prodotto polivalente e ben progettato è quello destinato alle scuole del Mdantsane (sud Africa), un villaggio con più di 7000 studenti ed appena 3 scuole. Il problema fondamentale è dunque relativo allo spazio e al numero di sedie e banchi necessari.

Il progetto di Tomas Brown, cerca di risolvere questo problema, con un prodotto due-in-uno, dal forte apporto sociale ed ecologico.  I banchi-sedie sono interamente prodotti utilizzando plastica riciclata con un accoppiamento multistrato.

I nuovi banchi sono realizzati partendo da un unico foglio multistrato successivamente termoformato. Gli starati in questione sono tre, ognuno dei quali assolve ad una precisa funzione. Il primo strato è realizzato con un composto polimerico duro, per proteggere la base della sedia ed offrire un piano di lavoro duraturo e resistente. Anche lo strato centrale è formato da un composto polimerico molto resistente per incrementare la rigidezza della scrivania e della seduta. Questo strato è anche caratterizzato da vivaci colorazioni per rendere le sedute allegre e diverse. L’ultimo strato, quello più superficiale, è invece realizzato con un composto più morbido, per una seduta soffice come un cuscino.

Tutte le sedie risultano quindi comode e colorate e trasformano le grigie aule scolastiche in ambienti allegri e confortevoli, con una nuova atmosfera rilassante e positiva.

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Nuovo iPod Touch Apple

settembre 7th, 2007 by Ivana

Nuovo iPod Touch Apple

La “settima meraviglia del mondo”?? Il nuovo iPod Touch by Apple.

Rieccoci qua. Dopo i recenti rumors circa la nuova automobile iCar Apple, si torna a parlare del nostro amico Steve Jobs il quale, pochi giorni fa, a San Francisco ha presentato l’ultimo arrivato in casa Apple: il nuovo iPod Touch. Amorevolmente ribattezzato dal suo paparino Steve “la settima meraviglia del mondo, anche questo, come il fratellino iPhone, appartiene alla recente Touch Generation.

Design e appeal praticamente identici all’iPhone, il nuovo iPod (mezzo cm più basso e 3mm più sottile) ci regalerà moltissime innovazioni, come la possibilità di connettersi ad internet con tecnologia wireless, connettersi a motori di ricerca come Google e Yahoo, utilizzare applicazioni Apple YouTube per guardare e condividere filmati, oltre alla possibilità di scaricare musica dal sito iTunes wi-fi music store.

Due versioni, una da 8G e una da 16G (rispettivamente 299€ e 399€) per allietare il nostro tempo libero con più di 3500 brani, 20.000 foto e 20 ore di video.  Per chi è affetto da iPod-mania deve però aspettare ancora qualche giorno, l’uscita in Italia è prevista intorno al 28 Settembre. Aspetteremo ansiosi Continua »

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Solar Bottle vince il premio Index Award 2007

settembre 6th, 2007 by Ivana

Solar Bottle: vincitore del concorso INDEX 07

E’ italiano il progetto vincitore del concorso Index Award sezione Home. Solar Bottle: una bottiglia per depurare l’acqua contaminata.

Produrre oggetti di buon design non significa solo creare belle sedie o oggetti attraenti, significa anche e soprattutto migliorare la qualità della vita, facilitarla e creare oggetti utili alla società.

Sono oggetti creati per i meno fortunati, per quelle persone alle quali, come in questo caso, è negata anche l’acqua. E’ da questi bisogni che nasce il progetto Solar Bottle, firmato dall’italiano Alberto Meda e dall’argentino Francisco Gomez Paz.

Una bottiglia che sfrutta le radiazioni solari (raggi UVA) per depurare l’acqua dagli agenti inquinanti e dannosi per l’organismo umano. Grazie a questo progetto si possono ridurre moltissime malattie come il colera, l’epatite A, il tifo e la dissenteria. Problemi lontani dalla nostra realtà ma che nei paesi poveri ed in via di sviluppo mietono ogni anno tantissime vittime.

Il design della bottiglia è studiato nei minimi dettagli. Il progetto prevede un set di due bottiglie (da 4lt ciascuna) molto larghe (per aumentare la superficie a contatto col sole) e spesse poco più di 3cm. All’interno un rivestimento in alluminio contribuisce all’aumento di temperatura del liquido distruggendo i microrganismi patogeni presenti nell’acqua. La particolare maniglia, inoltre, assolve ad una duplice funzione: permette di inclinare al meglio le bottiglie, a seconda dell’incidenza del sole (un po’ come dei pannellini solari) e in più ne garantisce un facile trasporto.

Design to improve your life“, proprio come richiesto dal concorso, che utilizza la risorsa rinnovabile per antonomasia per risolvere un problema molto grave. Un prodotto socialmente sostenibile, a basso impatto ambientale e funzionante ad energia pulita. Credo che di meglio non poteva esistere. Ottimo esempio di progettazione sostenibile. Altre immagini Continua »

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Lampada Topsy Turvy

settembre 5th, 2007 by Ivana

lampada-sensore-topsy-light-design.jpg

Di lampade “sensitive” sicuramente ne avrete viste tantissime, magari con un design anche più accattivante di questa.

Ma Topsy Turvy, disegnata dalla giovane Sylvie van de Loo, mi piace perché non si limita ad essere la solita lampada. Prima di tutto il design. Tradizione ed innovazione camminano di pari passo in questo oggetto: forme tradizionali, per un prodotto ironico e stilizzato che risulta estremamente familiare grazie alle sue linee classicheggianti.

Particolare ed innovativo è, invece, l’utilizzo. Grazie ad un particolare sensore interno è possibile regolare l’intensità della luce girando a nostro piacimento tutta la lampada. Un oggetto ludico, che possiamo ruotare e ruotare a nostro piacimento fin quando l’intensità di luce emessa non ci soddisfa. La particolare forma conferita alla lampada la rendono adatta ad essere poggiata su varie superfici nelle posizioni più strane (dritta, a testa in giù, di lato…).

Un oggetto che instaura un legame emotivo con i fruitori e che trascende dai normali canoni di lampade da tavolo. Come dimenticare poi l’aspetto sostenibile de prodotto? Carina si, divertente si, ma anche “verde”. In Topsy Turvy non solo vengono impiegati speciali LED  di ultima generazione, ma è importante sottolineare anche che nei composti metallici non sono assolutamente presenti tracce di mercurio.

Bello il concept, ma forse sarebbe stato meglio un design un po’meno “standard”. Ci va anche bene la tradizione ma un sforzetto in più non guastava…Che dite?             Guarda altre immagini  Continua »

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Renzo Piano, il nuovo progetto per l’accademia delle Scienze in California

settembre 4th, 2007 by Ivana

Renzo Piano, il nuovo progetto destinato all’accademia delle scienze della California

Uno dei progetti più interessanti, sostenibilmente parlando, sorgerà in California (precisamente a San Francisco) ad opera dell’architetto Renzo Piano.

Una splendida ed enorme copertura ondulata, all’apparenza semplice, regalerà all’edificio un importante valore ambientale nonché estetico.

Cuore del progetto sarà proprio il particolare tetto: su di esso saranno applicate più di 60.000 cellule fotovoltaiche per la generazione di energia pulita. Non solo. La vegetazione autoctona ricoprirà il tutto creando un tappeto erboso ideale per i insetti ed uccelli del luogo. Caratteristiche importanti alle quali si aggiungono anche altri aspetti fondamentali nella progettazione sostenibile: l’isolamento termico, il recupero delle acque pluviali, l’illuminazione e il riscaldamento passivi, il miglioramento della qualità dell’aria unitamente ad un’ esigua manutenzione. L’Accademia delle Scienze è un perfetto esempio di architettura bioclimatica. Ma le caratteristiche di sostenibilità di certo non finiscono qui.

Il nuovo progetto realizzato da Renzo Piano, prenderà il posto dell’edificio preesistente. In fase di demolizione sono stati diversi i materiali, del vecchio edificio, ad essere riciclati e riutilizzati nel nuovo. Questa operazione ha notevolmente ridotto la quantità di materiale dismesso destinato alle discariche (uno dei problemi principali dei prodotti durante il loro ciclo di vita).  Inoltre è interessante il sistema di filtraggio dell’acqua destinato al progetto. Verrà infatti utilizzata acqua di mare, filtrata con un sistema naturale, e impiegata nell’edificio.

Un progetto che ha trovato terreno fertile in California, già teatro di importanti architetture sostenibili (come la sede della Google) e che vede un Renzo Piano già esperto in ambito di coperture verdi, come nel progetto de Il Vulcano Buono.

Un’installazione moderna per esposizioni, cultura, ricerca, sotto lo stesso tetto, in accordo con le strategie di progettazione sostenibile”. Queste le parole di Renzo Piano. La sintesi perfetta di un progetto importante, sia dal punto di vista sociale che ecologico.                  Guarda altre foto Continua »

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Pelican: design leggero e minimal

settembre 3rd, 2007 by Ivana

pelican-seduta-design.jpg

Bertrand Clerc e Pelican,  design semplice per una seduta extra-comfortevole.

Giovane, ma pieno di talento, Bertrand Clerc è un designer in erba che disegna oggetti semplici ma d’effetto. Pelican ne è un esempio. Un seduta realizzata con un materiale semplicissimo, dal design altrettanto semplice, ma che solo a vederla, trasmette comfort e relax. Tubolare d’acciaio abbinato a un tessuto stretch fanno di Pelican una seduta particolare con un appeal straordinario.

Devo dire che a primo impatto non sembra nemmeno una seduta, soprattutto se non c’è nessuno comodamente seduto, ma non appena qualcuno ci si accomoda, Pelican si trasforma in una seduta che segue dolcemente tutte le linee del corpo, modellandosi ad esso perfettamente, creando una seduta ogni volta diversa. La definirei quasi una seduta a “memoria di forma”.

D’impatto anche il nome. Diversamente dall’ultima nota stonata di Karim Rashid, Poly, Pelican comunica subito il concept della seduta, rievocando le forme mutevoli ed elastiche dei becchi dei pellicani. Molto bella non trovate?

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