Reclaim by Samsung: un altro passo avanti verso la natura
E’ “verde” ma non solo di colore!
Sto parlando del nuovo cellulare prodotto dalla Samsung, il Reclaim M560. E’ il primo telefonino biodegradabile interamente realizzato con bio-plastiche e materiali riciclati, ma a differenza del Bamboo Phone di Gert Jan Van Breugel, è realizzato tramite il granturco.
Anche il packaging è più ecologico in quanto creato con cartone riciclato e inchiostri a base di soia (usati anche per scrivere il manuale delle istruzioni ). Per di più il dispositivo non presenta cloruro di polivinile (PVC), presente in quasi tutti telefoni cellulari ed è progettato per utilizzare, quando è in uso, meno energia possibile.
Oltre al design ecosostenibile, anche i vertici aziendali della Samsung hanno voluto dare un tocco ecologista alla propria politica commerciale: per ogni vendita verranno infatti devoluti 2 dollari alla “Nature Conservacy” organizzazione non governativa statunitense attiva nella tutela dell’ambiente. Dunque, questo prodotto non vuole solo essere “amico della natura” ma ha il preciso scopo di far comprendere alle masse che tecnologia e salvaguardia dell’ambiente possano essere legate.
Per ora il Reclaim è in vendita solo negli USA ( al prezzo veramente “low” di 50$, circa 35€ ) con un contratto biennale con la società Sprint Nextel, ma arriverà in Europa il prossimo anno.
Un avanguardia “green” veramente mirabile e innovativa. Altre immagini
- Scopri tutto al sito della Samsung
Scritto in Design eco-orientato, Nuovi materiali | 9 Commenti »
dicembre 2nd, 2009 at 17:53
ma perchè?
basta con sta politica/marketing di finto ecologismo (è generico, non mi sto rivolgendo a te Giada).
Hanno provato a fare il carburante con il mais e ci sono riusciti perfettamente, diminuendo anche la % di inquinamento per ogni auto…solo che aumentava quello globale, perchè per monetizzare e produrre si usavano maggiori quantità di concimi e fertilizzanti e pure l’offerta di mais aumentava di fronte ad una maggior richiesta con conseguente aumento di circolazione su strada…poi ad un certo punto si sono detti : ma stiamo producendo in modo esasperato mais per poi bruciarlo, senza di fatto avere un minor inquinamento (anzi!) e migliaia di bambini nel mondo non hanno una fetta di pane???
non voglio essere moralista, ma non ha senso produrre mais per fare un cellulare…va contro senso
ola
dicembre 2nd, 2009 at 20:38
STRADACCORDO CON TE DAVIDE!!!
STRADACCCCORDOOOO! e l’ argomento è ampliabile su tante altre questioni..ciao!
dicembre 3rd, 2009 at 14:22
Avevo capito davide! Ciaoooo
dicembre 3rd, 2009 at 18:48
io invece lo trovo molto interessante!
Credo sia utile sperimentare nuove strade e creare prodotti nuovi…fare una classifica dei problemi del mondo, quale sia piu’ importante e quale meno, penso non sia costruttivo e sicuramente non un buon motivo per non far nulla!!
Complimenti per l’articolo!!
dicembre 4th, 2009 at 00:42
Grazie per il complimento Serena…! Cmq, pur rispettando l’opinione di Davide, mi trovo più vicina al tuo pensiero…sicuramente le “piaghe del mondo” non si risolvono non facendo niente, ma anzi sperimentare nuove tecniche non può far altro che favorire il progresso, DI TUTTI!
D’altro canto, è anche vero che noi “paesi sviluppati” potremmo interessarci un pò di più ai problemi dei paesi del terzo mondo, ma credo si vada un pò troppo fuori tema…!
Cmq, GRAZIE A TUTTI PER I COMMENTI!
dicembre 4th, 2009 at 02:36
sperimentare Giada non vuol dire mettere in commercio prodotti che sottolineano le dinamiche negative che ha fatto notare davide..senza polemica..ciao!dadde
dicembre 5th, 2009 at 10:42
Ciao a tutti.
intanto complimenti…amo spulciare il vostro sito alla ricerca di idee nuove, accattivanti o provocatorie!!!
mi sono fatta coinvolgere dalla discussione, che sento molto vicina, trovandomi nel mezzo.
in linea di principio trovo corretti i discorsi di Davide, e non poi così fuori tema.
se un cellulare pretende di essere paladino della natura, è giusto che le considerazioni fatte, riguardino la scala globale!
detto questo, sperimentare è sano ed indispensabiel.
forse prima di tirar fuori qualsiasi polemica generalizzata, sarebbe utile capire il processo di produzione di ogni singolo materiale (inchiostro di soja o plastica riciclata che sia).
a quel punto saremo in grado di dire…caro cellulare hai un senso, o sei solo una farsa.
per intenderci: la carne biologica resta biologica (e di per sè non sarebbe un cattivo pensiero), ma se la carne biologica te la fai arrivare dall’Argentina invece che da Pinerolo…allora non avrai ottenuto una filiera biologica!quindi tanto vale!!!
dicembre 7th, 2009 at 11:39
si ti seguo strafata, ma tu parli di plastica riciclata, qui si parla di bioplastica
http://it.wikipedia.org/wiki/Bioplastica
e il mio cercare di capire (il processo di produzione) si ferma nel leggerlo
ola
dicembre 16th, 2009 at 15:43
tanto per intenderci, ci sono intere regioni sudamericane distrutte dagli stessi governi o da enti internazionali, che distribuiscono gratuitamente semi di soja e di mais, proprio per la produzione di bioplasitche ed altri materiali “bio”, nonchè carburanti.
le bioplastiche in questione non sono da meno.
si stanno mettendo in pericolo (quele che già non lo sono) intere economie locali, basate sull’agricoltura, per non parlare degli ecosistemi.
parlo in veste di agronoma e paesaggista, quindi magari più che la forma, sono interessata al contenuto!!!
sarebbero iniziative interessanti se non fossero atte a ripulire la purtroppo sporca coscienza occidentale!!!
è possibile farlo, in maniera più costruttiva! proviamoci noatri!!!
olè