Kartell: il design organico di Lovely Rita
Ron Arad disegna Lovely Rita, la mensola libera e sinuosa.
Sembra quasi modellata da un soffio di vento la mensola Lovely Rita. Il design così fluido e organico la rendono particolarmente attraente e sinuosa, caratteristiche comuni a molti oggetti di casa Kartell.
Un marchio sinonimo di qualità e, ovviamente, di design italiano. Kartell è leader in Italia e all’estero per l’arredamento Made in Italy, con i suoi 59 anni di storia magistralmente raccontati attraverso tutti i suoi prodotti che esprimono il linguaggio e l’atmosfera del periodo in cui sono nati ma, allo stesso tempo, sono degli oggetti contemporanei che portano con sè molti altri valori e messaggi. Tutto questo li ha resi parte integrante del nostro paesaggio domestico.
Lovely Rita è una mensola modulare, caratterizzata da tanti piccoli elementi -2 moduli di base per sei differenti colori- tali che a seconda di come vengono disposti alla parete, si possono creare mensole di dimensioni e forme mutevoli e ampliabili all’infinito (parete e soldi permettendo). E’ l’ideale per libri e piccoli oggetti o per decorare una parete con un tocco di design.
Bella è bella, senza dubbio, ma ricorda un po’ troppo la versione movimentata della più famosa BookWorm, realizzata sempre per Kartell e sempre da Ron Arad. Forse era a corto di idee? Di certo tra BookWorm e Lovely Rita passano solo tre anni (1993 e 1996) forse il nostro amico Arad voleva solo modificarla un po’.. si sa, non si è mai soddisfatti al 100% delle proprie opere. Siamo clementi almeno questa volta? Immagini
Scritto in Design italiano, Designer famosi, Furniture Design | 20 Commenti »
giugno 9th, 2008 at 11:15
Ciao Ivana!
no non siamo clementi..siamo già clementi fin troppo per tante cose..a contrario tuo non mi piace per niente..idea banale vecchia..poi è antiestetica..la metteresti mai in casa tua?magari si perchè è di Ron Arad ma se l’avessi fatta io?mhm..la vedo dura..
no no bocciata dai..design inutile,insignificante costosissimo..decisamente no!
giugno 9th, 2008 at 11:26
assolutamente clemente
è una versione meno ingombrante, che si sviluppa orizzontalmente per avvicinarsi maggiormente alla classica “mensola” e vendere quindi di più…non tutti possono dedicare un’ intera parete a BookWorm.
Però dotatevi di scovolino per togliere la polvere nei molti “angoli” inutilizzabili.
Io comunque preferisco le Serif di Zaha Hadid
ola
giugno 9th, 2008 at 15:44
cara Ivana, sta volta dovrò proprio contraddirti. Per prima cosa credo che i lettori debbano tener conto che la kartell ormai affida troppa progettazione a designer nn italiani e di discutibile talento, questo fa si che il cosiddetto design italiano si impoverisca sempre piu.
se poi vogliamo parlare di questa libreria, onestamente nn so come possa essere considerata bella, di sicuro i materiali saranno di qualità , ma sarebbe stato molto piu onesto e intelligente dichiararla come una nuova versione modificata di bookworm, perchè in effetti è quello che è.
giugno 9th, 2008 at 17:06
beh, in effetti è più carino il nome “Lovely Rita”, piuttosto che “bookworm 2, la vendetta”! hehe!
scherzi a parte, considerandola un remake, non è che sia tanto male. Se la prima versione era un esemplare sperimentale, ecco che la seconda acquista un aspetto molto più spinto: più sinuoso, più capriccioso, più femminile!
a me non dispiace poi così tanto..
purtroppo però appoggio il primo punto sottoposto da Anto, ma spero anche che si tratti di una “moda” che inizia a sfumare..
giugno 9th, 2008 at 17:25
L’osservazione che fai è giustissima; senza dubbio alla Kartell, in questo momento storico, troviamo molti designer non italiani, ma di fatto è una casa italiana che esporta in tutto il mondo il Made in Italy (designer a parte) ed è famosa per questo. Purtroppo gli apporti di designer italiani vanno scemando, ma credo sia un momento.
Il gusto poi è soggettivo, come tutti gli oggetti di design non c’è mai un’estetica bella in assoluto. Personalmente tra le due preferisco Lovely Rita, ne apprezzo di più l’organicità;)
giugno 10th, 2008 at 10:37
MA LA TANTO ACCLAMATA CREATIVITà??
DOV’E’ SCUSATE??
NOVITA’??
delusione…solita storia sei ron arad, starck ecc e puoi fare tutto tanto il nome ti porta avanti..LARGO A NOI GIOVANI E FRESCHI DESIGNER!!!!!
giugno 10th, 2008 at 14:02
BRAVA SUBSARA!w subsara!grande!!!dovremmo raccogliere firme per protesta ivana ed inviarle a tutti i designer le aziende le associazioni..tutti i giovani che si uniscono contro questi grandi nomi che ormai molti di loro han rotto con le loro cose inutili già viste e riviste..nuovi nomi..nuove idee..nuovo design!
giugno 10th, 2008 at 14:51
Anch’io non amo che i grandi nomi facciano cose “povere” ed abbiano ugualmente successo. Ma in fondo succede a tutti, in tutto: designer, cantanti, pittori, software house, produttori di cioccolattini… tutti.
L’unica cosa che fa la differenza tra certe persone ed altre, sono, professionalmente parlando, i “primi passi”: molte volte geniali.. o che comunque incontrano il favore di molti.
Certi commenti li trovo abbastanza geniali, quindi direi che siete sulla giusta strada. Continuate così.
giugno 10th, 2008 at 15:08
Sicuri che sia funzionale questa specie di mensola? Possibile che quando si tratta di designer famosi nessuno pensi mai a chi dovrà usare i loro prodotti? Come dice Davide e la polvere? Voglio vederti a toglierla tra i ghirigori e libri in bilico qua e la… per non parlare di altri oggetti in voga al momento come certi tappeti “a pelo lungo” dentro i quali ci potresti perdere anche il telecomando per non ritrovarlo mai più!
giugno 10th, 2008 at 15:21
*************** SI FA NOTARE CHE:***************
Il post è una palese critica alla mancanza di creatività dell’autore.
Chi non l’avesse ancora compreso può rileggere l’articolo e, se vuole, commentare alla luce di questa prospettiva.
Grazie.
giugno 10th, 2008 at 17:45
ma infatti i commenti non sono contro il post penso..i miei no..
giugno 10th, 2008 at 17:54
ciao ivana, ti rispondo tanto lo so che nn la metti sul personale e sai che sono uno scassacazzo!che kartell esporti il made in italy è vero, ma il made in italy un po’ di tempo fa significava una sinergia fra l’aspetto progettuale italiano e quello produttivo, ed è per questa sinergia che decenni fa siamo diventati grandi…ora il made in italy che esporta kartell è semplicemente qualcosa che viene prodotto geograficamente in italia, starck o chi per esso mette il nome, l’azienda fa altrettanto e tutto va bene, ma nn c’è nemmeno l’ombra di quel fenomeno di crescita e di rivoluzione culturale di una volta.
per quanto riguarda l’estetica posso concederti che nn c’è un bello nè un brutto assoluto, ma di sicuro c’è un contemporaneo ed un anacronistico, e credo che quest oggetto faccia parte del secondo gruppo, se fosse stato prodotto vent anni avrebbe avuto più senso. Fra le altre cose Ron Arad è famoso per lavori ben più audaci ed avvenieristici, quindi credo che su sto progetto nn c’abbia speso piu di 10 min.
giugno 10th, 2008 at 19:58
A me piace perchè si chiama come me!!!!!! ed è amorevole come me!!!
promossa!!!!!
giugno 10th, 2008 at 20:20
bravo anto!grazie
giugno 11th, 2008 at 16:55
@ anto
fai benissimo a precisare. PEro’ Lovely è del 96 non dell’anno scorso^^ poi ci tengo a precisare una cosa: questo post era solo un critica a Ron Arad, non un elogio..forse sono stata troppo delicata e non si è capito;)
giugno 11th, 2008 at 23:14
bhò…
ciò che sento è l’amarezza…come se si fosse buttato la chiave del cassetto per lasciare il posto alla rabbia. Iniziamo perfino a prendercela con le aziende italiane che si servono di designer stranieri…un pò come quei discorsi da bar :”ma non mi dirai mica che l’Inter è una squadra italiana, non ha neppure un giocatore italiano…fosse per me non gli permetterei neppure di fare il campionato”…e chiedo scusa agli stoici interisti per l’esempio.
Sinceramente a me non interessa quanto tempo abbia dedicato al progetto Arad…secondo me visto il successo di BW la Kartell lo ha chiamato e gli ha detto di replicare…e lui dalla spiaggia con il cocktel in mano guarda tra gli schizzi di progetto e creazione per la prima (BookWorm) e glielo invia via fax…magari in quel momento ascoltava Sergent Pepper e la chiama Lovely Rita. E non mi sembra che la sua reputazione sia peggiorata dal 96 ad oggi per questo progetto.
Il problema non sono i designer…sono le persone becere che decidono di spendere centinaia di euro per oggetti che non sono carini, funzionali, “povere” (perchè concordo con Luigi) pur di poter dire (se fosse possedere lo potrei anche capire)
Concordo pienamente con voi e che tutti auspichino l’equazione grande desiGNER=grande desiGN, ma non si può neppure pretendere che siano sempre e solo grandi progetti…i soldi chiamano soldi e ormai le grandi aziende vivono sulle royalties, sul nome…e non c’è rischio di perdita su un prodotto sterile come questo, mentre lo è…ed alto…per i giovani che invece con questo prodotto forse non riuscirebbero ad emergere, ammenochè non sia prodotto dalla Kartell.
Sinceramente non mi preoccupa questa tendenza…ma quella dell’appiccicare la tecnologia ovunque, perchè questa fa perno sulla forma, l’altra in nome del futuro che avanza.
bhò…
ola
giugno 12th, 2008 at 17:48
ma certo da una parte hai ragione..tutto è design tutto non è design..quindi?per chi lavori?per arrivare o per passione?che delirio..mi sembra la ricerca della felicità..finchè nn sei nessuno sei triste mogio nessuna azienda ti vuole poi appena ti vogliono allora via..evviva sono la persona piu felice del mondo..se questo è l ‘amore per il design,la passione i giorni passati di fronte ad un progetto ecc..allora che schifo!io non voglio esser schiava delle mode..di quello che tira o non tira..se tutti continueranno a pensarla cosi..addio buon design..addio tutto..bisognerebbe pensarla un po di piu come il caro MOLLINO e meno come il furbone STARCK..
ecc ecc ecc ecce ccecececececec ececece e cecece……….
agosto 6th, 2008 at 12:26
Ciao a tutti
sono uno di quei”clienti beceri” che ha in ufficio e a casa e a casa in campagna lovely rita e bookwarm, devo dire che ci stanno benissimo, che i miei clienti l’apprezzano e che ci sono altri prodotti di altre case mooooooolto più costose, dunque, fossi in voi designer in erba, mi rimboccherei le maniche e metterei da parte la rabbia di chi crede che gli altri per chissà quale motivo hanno nome fama e gridano allo scandalo se lo stesso non capita a loro. C’è sempre un motivo,partiamo dall’autocritica ed il design italiano probabilmente avrà un veloce impulso. Ciao a presto
ottobre 6th, 2009 at 15:53
Sapete come faccio a fissare la LOVELY RITA alla parete? ci sono solo dei fori nalla parte posteriore, ma no ho nessun sostegno da fissare al muro….
Grazie Davide
ottobre 14th, 2010 at 16:02
[...] cinque diversi colori a 169€. Spero vi piaccia! Che dite… chi ha la meglio? Guidelines o Lovely Rita della [...]